I canoni di concessione demaniale (fluviale) hanno privilegio?
Come affermato dalla Corte di cassazione a sezioni unite, 18 settembre 2006, n. 20067, il canone demaniale non è una entrata tributaria, ma un provento derivante dall'utilizzo di un bene pubblico. Infatti i canoni sono collocati, nel bilancio statale, tra le entrate extratributarie.
La giurisprudenza ha assimilato il canone demaniale al canone locatizio, in forza dell'equivalente richiamo al termine di prescrizione quinquennale sancito dall'art. 2948 n. 3 c.c. (Cass. Civ., Sez. I, 23 maggio 1989, n. 2457).
Alla luce di tale orientamento, il canone di concessione demaniale potrebbe in astratto godere del privilegio speciale di cui all'art. 2764 c.c., ma il creditore deve indicare i beni oggetto del privilegio, giusta il disposto dell'art. 93, comma 3, n. 4 l. fall. La sanzione per la mancata descrizione dei beni oggetto del privilegio è l'ammissione in chirografo come previsto dall'art. 93, comma 4, l. fall.
Liquidazione coatta amministrativa: ai sensi dell'art. 207 l. fall. il commissario comunica a ciascun creditore il suo credito, con raccomandata con avviso di ricevimento: si chiede di conoscere se il commissario possa inviare tale comunicazione mediante telefax o posta elettronica come per il curatore ai sensi dell'art. 92 l. fall., ancorchè tale articolo non sia richiamato dalla l.c.a. (nel caso di specie si invierebbe la comunicazione mediante telefax o posta elettronica e sempre con richiesta di invio di ricevimento, solo e soltanto a quei creditori il cui credito risulta tra € 0,20 ed € 20,00 nonchè ai creditori che dalla contabilità risulterebbero a zero).
Per quanto riguarda le comunicazioni ex art. 207 l. fall., il legislatore, riservando in questa fase un ruolo centrale al commissario liquidatore, prevede che questi, entro un mese dalla nomina, comunichi a ciascun creditore mediante raccomandata AR l'importo del singolo credito risultante dalle scritture contabili e dalla documentazione dell'impresa.
Tale comunicazione, data la natura amministrativa della procedura, si sostituisce alla domanda di insinuazione al passivo, che, in questa sede, i creditori non sono tenuti a proporre (Cass., Sez. Un., 3 ottobre 1996, n. 8635).
Secondo parte della dottrina, il fatto che il legislatore non abbia previsto che il liquidatore, oltre alla lettera raccomandata, possa avvalersi delle altre forme di comunicazione previste a favore del curatore fallimentare dal novellato art. 92 l. fall. (telefax e posta elettronica) potrebbe non essere frutto di dimenticanza, poiché i mezzi telematici possono essere utilizzati solo a seguito di esplicita richiesta dei destinatari).
Non è mancata altra dottrina secondo cui la riforma della legge fallimentare operata dal D.Lgs. n. 5/2006 e poi dal D.Lgs. n. 169/2007 imporrebbe di superare la disciplina dell'accertamento del passivo di cui all'art. 207 l. fall. (liquidazione coatta amministrativa) e agli artt. 53 e ss. D.Lgs. n. 270/1999 (amministrazione straordinaria) con la conseguente applicabilità della previsione della “nuova” legge fallimentare di cui agli artt. 92 e ss..