Il vincolo di destinazione atipico previsto dall’art. 2645-ter c.c. nel concordato preventivo

04 Aprile 2012

L'art. 2645-ter c.c. prevede un vincolo di destinazione “atipico”, nel quale gli scopi non sono predeterminati dal legislatore, ma rimessi all'autonomia privata, sempre che superino il giudizio della meritevolezza degli interessi perseguiti. A tal proposito, il vincolo di destinazione può essere utilizzato dal debitore nel concordato preventivo per impedire ad alcuni creditori di avvantaggiarsi rispetto ad altri, magari iscrivendo ipoteca sui beni immobili e quindi anteponendo il proprio credito in via privilegiata, a danno dei chirografari? L'interesse generale meritevole di tutela sarebbe costituito dalla garanzia del mantenimento della "par condicio creditorum".

L'art. 2645-ter c.c. prevede un vincolo di destinazione “atipico”, nel quale gli scopi non sono predeterminati dal legislatore, ma rimessi all'autonomia privata, sempre che superino il giudizio della meritevolezza degli interessi perseguiti. A tal proposito, il vincolo di destinazione può essere utilizzato dal debitore nel concordato preventivo per impedire ad alcuni creditori di avvantaggiarsi rispetto ad altri, magari iscrivendo ipoteca sui beni immobili e quindi anteponendo il proprio credito in via privilegiata, a danno dei chirografari? L'interesse generale meritevole di tutela sarebbe costituito dalla garanzia del mantenimento della "par condicio creditorum".

La soluzione alla peculiare problematica ipotizzata nel quesito può considerarsi controversa.
Una risposta si rinviene, ma in senso assai restrittivo, in una recentissima sentenza del Tribunale Vicenza, che ha sancito il seguente principio: “il piano concordatario che preveda la soddisfazione dei creditori di una società con risorse rivenienti dalla liquidazione di diritti immobiliari di terzi (nella specie i soci della società proponente) gravati da iscrizioni ipotecarie, in relazione ai quali sia stato trascritto, ai sensi dell'art. 2645-ter c.c., atto di destinazione in favore dei creditori concordatari, deve ritenersi non fattibile, in conseguenza della inopponibilità ai creditori personali dei terzi del suddetto vincolo di destinazione, costituito a tutela di interessi diversi da quelli meritevoli di tutela contemplati dalla norma citata - che sono solo quelli attinenti alla solidarietà sociale e non anche quelli dei creditori di una società insolvente - ed insuscettibile, quindi, in assenza di espresse previsioni normative, di incidere sul regime legale inderogabile della responsabilità patrimoniale posto dagli artt. 2740 ss. c.c.” (Trib. Vicenza, 31 marzo 2011).
Alla luce di tale orientamento, la risposta più corretta parrebbe nel senso della non utilizzabilità della norma in questione in ambito di concordato preventivo.
È anche vero, tuttavia, che l'interpretazione del Tribunale vicentino è alquanto restrittiva, laddove il tenore letterale e logico della norme sembrerebbe poter consentire anche un'interpretazione di segno opposto, lasciando aperta la individuazione volta per volta degli interessi che possano considerarsi meritevoli di tutela (al di là di quelli ritenuti tali per espresso riferimento fatto dalla norma alle persone con disabilità), e quindi consentendo di includere fra questi anche gli interessi dei creditori concordatari ad evitare lesioni della par condicio.
È chiaro, però, che questa più ampia interpretazione - che qui ci si limita solo a ipotizzare in linea teorica - dovrà comunque confrontarsi con l'orientamento restrittivo testé citato, già espresso da un precedente di merito.

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