Un parente del fallito può acquistare la casa venduta all'asta al prezzo aggiudicato?
Gli articoli 105 e segg. l. fall., nel testo risultante a seguito delle molteplici recenti riforme, hanno sganciato la disciplina della vendita in sede fallimentare dalle tradizionali regole fissate dal codice di procedura civile per le vendite dei beni assoggettati a pignoramento.
Il che, peraltro, non esclude che il curatore, nell'ambito del programma di liquidazione, si possa determinare a seguire le regole del codice di rito.
In merito, va ricordato che, secondo la previsione degli artt. 571 e 579 c.p.c., chiunque, tranne il debitore esecutato (e dunque nel caso del fallimento l'imprenditore assoggettato a procedura concorsuale), può offrire in sede di vendita forzata, all'incanto o senza incanto.
Sin da diversi decenni addietro la Corte di Cassazione ha affermato il principio secondo cui tale divieto ha carattere eccezionale e dunque non è suscettibile di estensione analogica a soggetti diversi da quello indicato dalle suddette norme (cfr. per tutte Cass. 23 ottobre 1982 n. 5526).
Peraltro, in epoca abbastanza recente, la stessa Suprema Corte (Cass. 16 maggio 2007 n. 11258) ha ritenuto non contraria alle suddette disposizioni di legge l'offerta effettuata da una società di capitali il cui legale rappresentante era il debitore esecutato, sottolineando la estraneità della società offerente rispetto alla persona del debitore.
Nella pronuncia in questione, peraltro, il Giudice di legittimità non ha mancato di chiarire che, ove si dimostrasse l'esistenza di un accordo fra il debitore ed il diverso soggetto offerente (a lui collegato), accordo finalizzato a far acquisire al debitore, sia pure indirettamente, la titolarità del bene, si sarebbe in presenza di un contratto nullo per frode alla legge.
Evidentemente questa regola è applicabile in linea generale e, dunque, l'offerta effettuata da parte di un parente del fallito indurrebbe ad una verifica sul punto, onde accertare se, per caso, il parente stia operando come semplice “prestanome” del fallito, poiché in tale evenienza vi sarebbe spazio per invalidare l'acquisto.