Classi nell’accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari e nella convenzione di moratoria

07 Gennaio 2016

Il legislatore ha disegnato, per l'accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari disciplinato dal nuovo art. 182-septies l. fall., una sorta di procedimento di voto in formato minore, mediante il ricorso al sistema delle classi, nella specie chiamate – aristotelicamente - “categorie”.

Il Legislatore ha disegnato, per l'accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari disciplinato dal nuovo art. 182-septies l. fall., una sorta di procedimento di voto in formato minore, mediante il ricorso al sistema delle classi, nella specie chiamate – aristotelicamente -categorie”.
Ha infatti stabilito che l'accordo di ristrutturazione dei debiti di cui all'articolo 182-bis può individuare una o più categorie tra i creditori finanziari, che abbiano fra loro posizione giuridica ed interessi economici omogenei.
La (sola) categoria dei creditori finanziari-bancari può essere dunque spacchettata in più sub-categorie, formate in base a posizione giuridica ed interessi economici omogenei.
Una tale previsione non è espressamente dettata, però, per la convenzione di moratoria, che pure è disciplinata dalla medesima norma.
La convenzione di moratoria è un accordo che, in effetti, nasce già autonomo e selettivo, intercorrendo tra il debitore e i soli creditori finanziari-bancari, laddove, invece, l'accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari si inserisce in un ordinario accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l. fall. (che è suscettibile di riguardare qualunque tipo di creditore), come parte interna del suo complessivo contenuto.
Per tale motivo, mentre nell'accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l. fall. occorre necessariamente estrapolare il settore – dei creditori finanziari-bancari – cui applicare le norme speciali, e si prevede a tal fine la necessaria divisione in categorie (almeno una); di converso nella moratoria ciò non è strettamente necessario, già intercorrendo l'accordo solo con creditori di natura finanziaria.
In tal caso è sufficiente che tra tutti gli aderenti – che devono essere comunque almeno il 75% dei creditori finanziari-bancari – e i non aderenti vi sia una omogeneità di posizione giuridica e di interessi.
Tuttavia ci si chiede se, pur non essendo obbligatoria e necessaria la suddivisione in categorie, essa sia comunque possibile in via facoltativa.
La risposta non è agevole, ma credo che quella positiva sia la più probabile, anche perché la formazione delle classi/categorie non viene espressamente esclusa e la norma sembra anzi ipotizzare, riferendosi ad una convenzione tra l'impresa debitrice e una o più banche o intermediari finanziari diretta a disciplinare in via provvisoria gli effetti della crisi attraverso una moratoria temporanea dei crediti, che possano esservi anche plurime modalità di moratoria.
Se è così, se cioè vi è la possibilità di formare più classi/categorie, ciascuna potrà prevedere modalità di dilazione diversificate, ma in tal caso la condizione della prevalenza quantitativa del 75% degli aderenti rispetto ai non aderenti andrà riferita anche ai crediti di ogni singola classe/categoria.

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