Tasso interesse legale, di mora, usurario

08 Aprile 2016

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze emana periodicamente i tassi di interesse da applicare in ambito di tasso legale, di mora e proporzionalmente il calcolo per la determinazione della c.d. soglia di tasso usurario. Il tasso di interesse legale viene disciplinato periodicamente in funzione della base del rendimento annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a 12 mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno precedente. Il Ministero può modificare annualmente il tasso di interesse legale altrimenti rimarrà invariato fino al successivo decreto. Il tasso di interesse di mora viene applicato per combattere i ritardi nei pagamenti commerciali così come disciplinato dalla Direttiva 2011/7/UE e dal D.Lgs. n. 231/2002. Con il D.Lgs. 192/2012 è stata recepita la Direttiva 2011/7/UE, finalizzata a garantire tempi certi e brevi nei pagamenti fra imprese. La norma ha applicazione generalizzata a tutti i rapporti fra imprese, lavoratori autonomi e Pubblica Amministrazione. Il tasso usurario, da ultimo, è stato disciplinato dal c.d. “Decreto sviluppo” che ne ha modificato anche il metodo di calcolo.
Tasso di interesse legale

Il Ministero dell'Economia, così come previsto dall'art. 1284 c.c., ha la possibilità di modificare il tasso degli interessi legali di anno in anno, sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno.

La variazione deve avvenire con decreto da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 15 dicembre dell'anno precedente a quello cui il tasso si riferisce, diversamente lo stesso rimane invariato per l'anno successivo.

Di seguito il tasso di interesse legale susseguitosi negli anni.

Tasso

Periodo

Riferimenti normativi

5,00% anno

Dal 21 aprile 1942 al 15 dicembre 1990

art. 1284 codice civile

10,00% anno

Dal 16 dicembre 1990 al 31 dicembre 1996

art. 1, Legge n. 353/1990

5,00% anno

Dal 1° gennaio 1997 al 31 dicembre 1998

art. 2, c. 185, Legge n. 662/1996

2,50% anno

Dal 1° gennaio 1999 al 31 dicembre 2000

D.M. Tesoro 10 dicembre 1998

3,50% anno

Dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2001

D.M. Tesoro 11 dicembre 2000

3,00% anno

Dal 1° gennaio 2002 al 31 dicembre 2003

D.M. Economia 11 dicembre 2001

2,50% anno

Dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2007

D.M. Economia 1 dicembre 2003

3,00% anno

Dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2009

D.M. Economia e Finanze 12 dicembre 2007

1,00% anno

Dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2010

D.M. Economia e Finanze 4 dicembre 2009

1,50% anno

Dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2011

D.M. Economia e Finanze 7 dicembre 2010

2,50% anno

Dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2013

D.M. Economia e Finanze 22 dicembre 2011

1,00% anno

Dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2014

D.M. Economia e Finanze 12 dicembre 2013

0,5% anno

Dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015

D.M. Economia e Finanze 11 dicembre 2014

0,2% anno

Dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016

D.M. Economia e Finanze 11 dicembre 2015

0,1% anno

Dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2017

D.M. Economia e Finanze 7 dicembre 2016

0,3% anno

Dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018

D.M. Economia e Finanze 13 dicembre 2017

0,8% anno

Dal 1° gennaio 2019

D.M. Economia e Finanze 12 dicembre 2018

La modifica del saggio degli interessi legali ha effetto diretto sul prospetto dei coefficienti per la determinazione dei diritti di usufrutto a vita e delle rendite o pensioni vitalizie, allegato al Testo Unico approvato con D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131 e successive modificazioni. Al riguardo si ricorda che le nuove disposizioni trovano applicazione agli atti pubblici formati, agli atti giudiziari pubblicati o emanati, alle scritture private autenticate e a quelle non autenticate presentate per la registrazione, alle successioni apertesi ed alle donazioni fatte a decorrere dal 1° gennaio 2012.


Inoltre, ai sensi dell'art. 11 della Legge n. 392/1978, sono interessate alla variazione del tasso, le locazioni, in quanto il deposito cauzionale è produttivo di interessi legali, che devono essere corrisposti al conduttore alla fine di ogni anno.

Interessi convenzionali

Al saggio degli interessi legali si computano gli interessi convenzionali, se le parti non ne hanno determinato la misura. Gli interessi superiori alla misura legale devono essere determinati per iscritto, altrimenti sono dovuti nella misura legale.

Anno civile ed anno commerciale

Il calcolo degli interessi è effettuato sulla base del cosiddetto anno civile che, come noto, è composto da 365 giorni (366 negli anni bisestili). L'anno commerciale, invece, è un periodo convenzionale che si considera formato da 12 mesi di 30 giorni ciascuno, per un totale di 360 giorni. Questo particolare periodo era utilizzato in passato per facilitare i calcoli finanziari che, altrimenti, avrebbero dovuto tenere conto delle particolarità tipiche dell'anno civile (anni bisestili e mesi con diverso numero di giorni). Tale esigenza di semplificazione è venuta meno con il diffondersi di software che automatizzano le operazioni sugli Interessi; pertanto, l'anno commerciale è oramai caduto in disuso.


Per quanto attiene alla disciplina, va ricordato che, ai sensi dell'art. 155 del codice di procedura civile, il giorno di scadenza di un termine - se festivo, si proroga al primo giorno non festivo che segue - va escluso (dies a quo non computatur ... dies ad quem computatur).

Tasso di interesse di mora

Il creditore ha diritto alla corresponsione degli interessi moratori che decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento, ossia decorsi 30 giorni dal ricevimento della fattura, a meno che il debitore dimostri che il ritardo del pagamento del prezzo è stato determinato dall'impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.

Le parti possono definire termini di pagamento superiori, anche a 60 giorni, purché non gravemente iniqui e pattuiti in forma scritta.

Le clausole relative al termine di pagamento, al saggio degli interessi moratori o al risarcimento per i costi di recupero, a qualunque titolo previste o introdotte nel contratto, sono nulle quando risultano gravemente inique in danno del creditore. Ai suddetti contratti si applicano gli artt. 1339 e 1419, c. 2 c.c.

Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 5 del D.Lgs. 9 ottobre 2002, n. 231 il saggio di interesse, per le obbligazioni derivanti da transazioni commerciali è così determinato:

a. per il primo semestre dell'anno cui si riferisce il ritardo, è quello in vigore il 1° gennaio di quell'anno;

b. per il secondo semestre dell'anno cui si riferisce il ritardo, è quello in vigore il 1° luglio di quell'anno.

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze dà notizia del tasso di riferimento, curandone la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana nel quinto giorno lavorativo di ciascun semestre solare.

Il tasso di mora può essere applicato o meno per le transazioni tra privati che possono evitarne l'applicazione ma sono sempre dovuti dalle pubbliche amministrazioni. Il decreto come sopra enunciato prevede una differenziazione tra gli interessi legali di mora che scattano ope legis a un tasso pari a quello di riferimento maggiorato di otto punti e gli interessi di mora liberi che sono concordati tra i soggetti della transazione.

Di seguito la tabella di riferimento dei tassi di mora degli ultimi anni.


Tassi di mora ex D.Lgs. n. 231/2002

Dal

Al

Tasso B.C.E.

Maggiorazione

Totale

01/01/2007

01/07/2007

01/01/2008

01/07/2008

01/01/2009

01/07/2009

01/01/2010

01/07/2010

01/01/2011

01/07/2011

01/01/2012

01/07/2012

01/01/2013

01/07/2013

01/01/2014

01/07/2014

01/01/2015

01/07/2015

01/01/2016

01/07/2016

01/01/2017

01/07/2017

01/01/2018

01/07/2018

01/01/2019

30/06/2007

31/12/2007

30/06/2008

31/12/2008

30/06/2009

31/12/2009

30/06/2010

31/12/2010

30/06/2011

31/12/2011

30/06/2012

31/12/2012

30/06/2013

31/12/2013

30/06/2014

31/12/2014

30/06/2015

31/12/2015

30/06/2016

31/12/2016

30/06/2017

31/12/2017

30/06/2018

31/12/2018

30/06/2019

3,58%

4,07%

4,20%

4,10%

2,50%

1,00%

1,00%

1,00%

1,00%

1,25%

1,00%

1,00%

0,75%

0,50%

0,25%

0,15%

0,05%

0,05%

0,05%

0,00%

0,00%

0,00%

0,00%

0,00%

0,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7,00%

7.00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

10,58%

11,07%

11,20%

11,10%

9,50%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,25%

8,00%

8,00%

8,75%

8,50%

8,25%

8,15%

8,05%

8,05%

8,05%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

8,00%

L'art. 62, comma 3, del D.L. n. 1 del 24 gennaio 2012, convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012, n. 27, disciplina la maggiorazione per prodotti agricoli e alimentari.

Detta maggiorazione, che non è di 8 punti bensì di 10, si applica ai contratti che hanno ad oggetto la cessione di prodotti agricoli (prodotti da coltivazione, allevamento e pesca) ed alimentari (tutti i prodotti destinati all'alimentazione umana), con esclusione dei contratti conclusi con il consumatore finale.

La maggiorazione per i prodotti alimentari deteriorabili, prevista dall'art. 4, comma 3 D.Lgs. 231/2002, è stata abrogata dal citato art. 62.

In evidenza: trattamento fiscale

Ai sensi dell'art. 109 co. 7 del D.P.R. n. 917/1986, gli interessi di mora concorrono alla formazione del reddito nell'esercizio in cui sono percepiti o corrisposti, secondo il criterio di cassa. Anche dal punto di vista civilistico, il creditore può optare, in base al principio di prudenza, per la rilevazione degli interessi attivi di mora solo al momento della loro percezione.

Tasso di mora Agenzia delle Entrate e Riscossione

Tale tasso, corrispondente alla media dei tassi bancari attivi, viene applicato dall'Agenzia delle Entrate e riscossione (ex Equitalia) sui tardivi pagamenti delle cartelle esattoriali. Viene determinato in collaborazione con la Banca d'Italia.

La misura degli interessi di mora è stata oggetto di una continua altalena.

Negli anni dal 2009 al 2012, il taglio agli interessi di mora è stato del 2,2854 punti percentuali, in quanto si è passati dal 6,8358% applicabile dal 1° ottobre 2009 al 4,5504%, applicabile dal 1° ottobre 2012, nel 2013. Dal 1° maggio 2013, c'è stata un'inversione di tendenza, con il tasso al rialzo, fissato nella misura del 5,2233 per cento. Un'eccezione, dato che dal 1° maggio 2014, la misura ha ripreso a scendere, passando dal 5,2233% al 5,14 per cento. La contrazione si è ripresentata, con effetto dal 15 maggio 2015, quando si è passati dal 5,14% al 4,88%, con una riduzione di 0,26 punti percentuali; ed è proseguita nel 15 maggio 2016, quando il tasso si è ridotto ulteriormente, passando dal 4,88% al 4,13%, con un nuovo taglio pari a 0,75 punti. A partire dal 15 maggio 2018 e fino al 30 giugno 2019 il tasso è fissato al 3,01% annuo (Provvedimento n. 95624/2018).

A partire dal 1° luglio 2019 l'Agenzia delle Entrate ha portato il tasso al 2,68% annuo (Provvedimento n. 148038).

Il Provvedimento è stato emanato in attuazione di quanto disposto dall'art. 30, D.P.R. n. 602/1973, che prevede che, decorsi inutilmente sessanta giorni dalla notifica della cartella di pagamento, sulle somme iscritte a ruolo, escluse le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi, “si applicano, a partire dalla data della notifica della cartella e fino alla data del pagamento, gli interessi di mora al tasso determinato annualmente con decreto del Ministero delle finanze con riguardo alla media dei tassi bancari attivi”.

Tasso di interesse usurario

La legge sull'usura n. 108/1996 ha introdotto un limite al tasso di interesse sulle operazioni di finanziamento oltre il quale gli stessi sono considerati usurari.

Così come previsto dalla Legge n. 24/2001 ai fini della valutazione della usurarietà dei tassi, si deve fare riferimento al momento in cui gli interessi sono promessi o convenuti, indipendentemente dal momento del pagamento. A questo scopo, la Banca d'Italia rileva trimestralmente i tassi effettivi globali medi applicati dalle banche e dagli intermediari finanziari.

Il TEGM, comprensivo di commissioni, di remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, si riferisce agli interessi annuali praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari per operazioni della stessa natura.

La classificazione delle operazioni per categorie omogenee, che tiene conto della natura, dell'oggetto, dell'importo, della durata, dei rischi e delle garanzie è effettuata ogni anno dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, che affida alla Banca d'Italia la rilevazione dei dati.

La Banca d'Italia:

  • emana le Istruzioni per la rilevazione dei TEGM, che tengono conto delle caratteristiche tecniche delle diverse operazioni di finanziamento
  • nell'ambito dei controlli di vigilanza, verifica che le banche e gli intermediari finanziari si attengano ai criteri di calcolo previsti dalle Istruzioni e rispettino il limite delle soglie di usura.

Le categorie di operazioni sono indicate nel Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 23 settembre 2013 e nelle Istruzioni applicative della Banca d'Italia pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 200 del 29 agosto 2009.

Di seguito si riporta la tabella di riferimento dei Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM) e i tassi di usura su base annua suddivisi per categoria delle operazioni, validi per il I trimestre 2019:

Se il tasso applicato supera la soglia di usura si incorre nelle disposizioni previste dalla Legge 7 maggio 1996, n. 58 e gli

art. 644 e ss. del

codice penale.

Interessi per ravvedimento operoso

L'istituto del ravvedimento operoso, previsto dall'art. 13 del D.Lgs. 472/1997, prevede Il pagamento della sanzione ridotta che deve essere eseguito contestualmente alla regolarizzazione del pagamento del tributo o della differenza, quando dovuti, nonché al pagamento degli interessi moratori calcolati al tasso legale, con maturazione giorno per giorno.

Gli interessi devono essere calcolati facendo riferimento al tasso applicabile in ciascuna annualità, pari al 2,50% fino al 31 dicembre 2013, all'1,00% dal 1° gennaio 2014, allo 0,50% per il 2015, allo 0,20% per il 2016, allo 0,10% per il 2017, allo 0,3% per il 2018 e allo 0,8% per il 2019 (D.M. Economia e Finanze 12 dicembre 2018).

Gli interessi da ravvedimento devono essere esposti nel modello F24, separatamente dall'imposta dovuta, utilizzando lo specifico codice tributo previsto, ad esclusione dei casi con codici relativi ai sostituti d'imposta.

Riferimenti

Normativi

  • Agenzia delle Entrate, Provvedimento direttoriale 24 maggio 2019, n. 148038
  • Agenzia delle Entrate, Provvedimento direttoriale 10 maggio 2018, n. 95624
  • Agenzia delle Entrate, Provvedimento direttoriale 4 aprile 2017, n. 66826
  • Agenzia delle Entrate, Provvedimento direttoriale 27 aprile 2016, n. 60535
  • D.Lgs. 9 ottobre 2002, n. 231
  • Legge 28 febbraio 2001, n. 24
  • Legge 7 marzo 1996, n. 108
  • Art. 1284 c.c.
  • Art. 643 c.p.

Giurisprudenza

  • Cass. civ., sez. I, sentenza 8 maggio 2008, n. 11466

Prassi

  • INPS, Circolare 10 gennaio 2014, n. 2

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