Tasso interesse legale, di mora, usurarioFonte: D.Lgs. 9 ottobre 2002 n. 231
08 Aprile 2016
Tasso di interesse legale
Il Ministero dell'Economia, così come previsto dall'art. 1284 c.c., ha la possibilità di modificare il tasso degli interessi legali di anno in anno, sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno.
La variazione deve avvenire con decreto da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 15 dicembre dell'anno precedente a quello cui il tasso si riferisce, diversamente lo stesso rimane invariato per l'anno successivo.
Di seguito il tasso di interesse legale susseguitosi negli anni.
La modifica del saggio degli interessi legali ha effetto diretto sul prospetto dei coefficienti per la determinazione dei diritti di usufrutto a vita e delle rendite o pensioni vitalizie, allegato al Testo Unico approvato con D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131 e successive modificazioni. Al riguardo si ricorda che le nuove disposizioni trovano applicazione agli atti pubblici formati, agli atti giudiziari pubblicati o emanati, alle scritture private autenticate e a quelle non autenticate presentate per la registrazione, alle successioni apertesi ed alle donazioni fatte a decorrere dal 1° gennaio 2012.
Interessi convenzionali
Al saggio degli interessi legali si computano gli interessi convenzionali, se le parti non ne hanno determinato la misura. Gli interessi superiori alla misura legale devono essere determinati per iscritto, altrimenti sono dovuti nella misura legale.
Anno civile ed anno commerciale
Il calcolo degli interessi è effettuato sulla base del cosiddetto anno civile che, come noto, è composto da 365 giorni (366 negli anni bisestili). L'anno commerciale, invece, è un periodo convenzionale che si considera formato da 12 mesi di 30 giorni ciascuno, per un totale di 360 giorni. Questo particolare periodo era utilizzato in passato per facilitare i calcoli finanziari che, altrimenti, avrebbero dovuto tenere conto delle particolarità tipiche dell'anno civile (anni bisestili e mesi con diverso numero di giorni). Tale esigenza di semplificazione è venuta meno con il diffondersi di software che automatizzano le operazioni sugli Interessi; pertanto, l'anno commerciale è oramai caduto in disuso.
Tasso di interesse di mora
Il creditore ha diritto alla corresponsione degli interessi moratori che decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento, ossia decorsi 30 giorni dal ricevimento della fattura, a meno che il debitore dimostri che il ritardo del pagamento del prezzo è stato determinato dall'impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
Le parti possono definire termini di pagamento superiori, anche a 60 giorni, purché non gravemente iniqui e pattuiti in forma scritta.
Le clausole relative al termine di pagamento, al saggio degli interessi moratori o al risarcimento per i costi di recupero, a qualunque titolo previste o introdotte nel contratto, sono nulle quando risultano gravemente inique in danno del creditore. Ai suddetti contratti si applicano gli artt. 1339 e 1419, c. 2 c.c.
Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 5 del D.Lgs. 9 ottobre 2002, n. 231 il saggio di interesse, per le obbligazioni derivanti da transazioni commerciali è così determinato: a. per il primo semestre dell'anno cui si riferisce il ritardo, è quello in vigore il 1° gennaio di quell'anno; b. per il secondo semestre dell'anno cui si riferisce il ritardo, è quello in vigore il 1° luglio di quell'anno.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze dà notizia del tasso di riferimento, curandone la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana nel quinto giorno lavorativo di ciascun semestre solare.
Il tasso di mora può essere applicato o meno per le transazioni tra privati che possono evitarne l'applicazione ma sono sempre dovuti dalle pubbliche amministrazioni. Il decreto come sopra enunciato prevede una differenziazione tra gli interessi legali di mora che scattano ope legis a un tasso pari a quello di riferimento maggiorato di otto punti e gli interessi di mora liberi che sono concordati tra i soggetti della transazione.
Di seguito la tabella di riferimento dei tassi di mora degli ultimi anni.
L'art. 62, comma 3, del D.L. n. 1 del 24 gennaio 2012, convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012, n. 27, disciplina la maggiorazione per prodotti agricoli e alimentari.
Detta maggiorazione, che non è di 8 punti bensì di 10, si applica ai contratti che hanno ad oggetto la cessione di prodotti agricoli (prodotti da coltivazione, allevamento e pesca) ed alimentari (tutti i prodotti destinati all'alimentazione umana), con esclusione dei contratti conclusi con il consumatore finale.
La maggiorazione per i prodotti alimentari deteriorabili, prevista dall'art. 4, comma 3 D.Lgs. 231/2002, è stata abrogata dal citato art. 62.
Tasso di mora Agenzia delle Entrate e Riscossione
Tale tasso, corrispondente alla media dei tassi bancari attivi, viene applicato dall'Agenzia delle Entrate e riscossione (ex Equitalia) sui tardivi pagamenti delle cartelle esattoriali. Viene determinato in collaborazione con la Banca d'Italia.
La misura degli interessi di mora è stata oggetto di una continua altalena.
Negli anni dal 2009 al 2012, il taglio agli interessi di mora è stato del 2,2854 punti percentuali, in quanto si è passati dal 6,8358% applicabile dal 1° ottobre 2009 al 4,5504%, applicabile dal 1° ottobre 2012, nel 2013. Dal 1° maggio 2013, c'è stata un'inversione di tendenza, con il tasso al rialzo, fissato nella misura del 5,2233 per cento. Un'eccezione, dato che dal 1° maggio 2014, la misura ha ripreso a scendere, passando dal 5,2233% al 5,14 per cento. La contrazione si è ripresentata, con effetto dal 15 maggio 2015, quando si è passati dal 5,14% al 4,88%, con una riduzione di 0,26 punti percentuali; ed è proseguita nel 15 maggio 2016, quando il tasso si è ridotto ulteriormente, passando dal 4,88% al 4,13%, con un nuovo taglio pari a 0,75 punti. A partire dal 15 maggio 2018 e fino al 30 giugno 2019 il tasso è fissato al 3,01% annuo (Provvedimento n. 95624/2018).
A partire dal 1° luglio 2019 l'Agenzia delle Entrate ha portato il tasso al 2,68% annuo (Provvedimento n. 148038).
Il Provvedimento è stato emanato in attuazione di quanto disposto dall'art. 30, D.P.R. n. 602/1973, che prevede che, decorsi inutilmente sessanta giorni dalla notifica della cartella di pagamento, sulle somme iscritte a ruolo, escluse le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi, “si applicano, a partire dalla data della notifica della cartella e fino alla data del pagamento, gli interessi di mora al tasso determinato annualmente con decreto del Ministero delle finanze con riguardo alla media dei tassi bancari attivi”. Tasso di interesse usurario
La legge sull'usura n. 108/1996 ha introdotto un limite al tasso di interesse sulle operazioni di finanziamento oltre il quale gli stessi sono considerati usurari.
Così come previsto dalla Legge n. 24/2001 ai fini della valutazione della usurarietà dei tassi, si deve fare riferimento al momento in cui gli interessi sono promessi o convenuti, indipendentemente dal momento del pagamento. A questo scopo, la Banca d'Italia rileva trimestralmente i tassi effettivi globali medi applicati dalle banche e dagli intermediari finanziari.
Il TEGM, comprensivo di commissioni, di remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, si riferisce agli interessi annuali praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari per operazioni della stessa natura.
La classificazione delle operazioni per categorie omogenee, che tiene conto della natura, dell'oggetto, dell'importo, della durata, dei rischi e delle garanzie è effettuata ogni anno dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, che affida alla Banca d'Italia la rilevazione dei dati.
La Banca d'Italia:
Le categorie di operazioni sono indicate nel Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 23 settembre 2013 e nelle Istruzioni applicative della Banca d'Italia pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 200 del 29 agosto 2009.
Di seguito si riporta la tabella di riferimento dei Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM) e i tassi di usura su base annua suddivisi per categoria delle operazioni, validi per il I trimestre 2019:
Se il tasso applicato supera la soglia di usura si incorre nelle disposizioni previste dalla Legge 7 maggio 1996, n. 58 e gli art. 644 e ss. delcodice penale. Interessi per ravvedimento operoso
L'istituto del ravvedimento operoso, previsto dall'art. 13 del D.Lgs. 472/1997, prevede Il pagamento della sanzione ridotta che deve essere eseguito contestualmente alla regolarizzazione del pagamento del tributo o della differenza, quando dovuti, nonché al pagamento degli interessi moratori calcolati al tasso legale, con maturazione giorno per giorno.
Gli interessi devono essere calcolati facendo riferimento al tasso applicabile in ciascuna annualità, pari al 2,50% fino al 31 dicembre 2013, all'1,00% dal 1° gennaio 2014, allo 0,50% per il 2015, allo 0,20% per il 2016, allo 0,10% per il 2017, allo 0,3% per il 2018 e allo 0,8% per il 2019 (D.M. Economia e Finanze 12 dicembre 2018).
Gli interessi da ravvedimento devono essere esposti nel modello F24, separatamente dall'imposta dovuta, utilizzando lo specifico codice tributo previsto, ad esclusione dei casi con codici relativi ai sostituti d'imposta. Riferimenti
Normativi
Giurisprudenza
Prassi
|