Codice di Procedura Penale art. 90 bis - Informazioni alla persona offesa 1 .Informazioni alla persona offesa 1. 1. Alla persona offesa, sin dal primo contatto con l'autorità procedente, vengono fornite, in una lingua a lei comprensibile, informazioni in merito: a) alle modalità di presentazione degli atti di denuncia o querela, al ruolo che assume nel corso delle indagini e del processo, al diritto ad avere conoscenza della data, del luogo del processo e della imputazione e, ove costituita parte civile, al diritto a ricevere notifica della sentenza, anche per estratto; a-bis) all'obbligo del querelante di dichiarare o eleggere domicilio per la comunicazione e la notificazione degli atti del procedimento, con l'avviso che la dichiarazione di domicilio può essere effettuata anche dichiarando un indirizzo di posta elettronica certificata o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato2; a-ter) alla facoltà del querelante, ove non abbia provveduto all'atto di presentazione della querela, di dichiarare o eleggere domicilio anche successivamente3; a-quater) all'obbligo del querelante, in caso di mutamento del domicilio dichiarato o eletto, di comunicare tempestivamente e nelle forme prescritte all'autorità giudiziaria procedente la nuova domiciliazione4; a-quinquies) al fatto che, ove abbia nominato un difensore, il querelante sarà domiciliato presso quest'ultimo; che, in mancanza di nomina del difensore, le notificazioni saranno eseguite al querelante presso il domicilio digitale e, nei casi di cui all'articolo 148, comma 4, presso il domicilio dichiarato o eletto; che, in caso di mancanza, insufficienza o inidoneità della dichiarazione o elezione di domicilio, le notificazioni al querelante saranno effettuate mediante deposito presso la segreteria del pubblico ministero procedente o presso la cancelleria del giudice procedente5; b) alla facoltà di ricevere comunicazione del procedimento e delle iscrizioni di cui all’articolo 335, commi 1, 2 e 3-ter 6; c) alla facoltà di essere avvisata della richiesta di archiviazione; d) alla facoltà di avvalersi della consulenza legale e del patrocinio a spese dello Stato; e) alle modalità di esercizio del diritto all'interpretazione e alla traduzione di atti del procedimento; f) alle eventuali misure di protezione che possono essere disposte in suo favore; g) ai diritti riconosciuti dalla legge nel caso in cui risieda in uno Stato membro dell'Unione europea diverso da quello in cui è stato commesso il reato; h) alle modalità di contestazione di eventuali violazioni dei propri diritti; i) alle autorità cui rivolgersi per ottenere informazioni sul procedimento; l) alle modalità di rimborso delle spese sostenute in relazione alla partecipazione al procedimento penale; m) alla possibilità di chiedere il risarcimento dei danni derivanti da reato; n) alla possibilità che il procedimento sia definito con remissione di querela di cui all'articolo 152 del codice penale, ove possibile[, o attraverso la mediazione]7; n-bis) al fatto che la mancata comparizione senza giustificato motivo della persona offesa che abbia proposto querela all'udienza alla quale sia stata citata in qualità di testimone comporta la remissione tacita di querela;8 o) alle facoltà ad essa spettanti nei procedimenti in cui l'imputato formula richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova o in quelli in cui è applicabile la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto; p) alle strutture sanitarie presenti sul territorio, alle case famiglia, ai centri antiviolenza, alle case rifugio e ai servizi di assistenza alle vittime di reato9;10 p-bis) alla facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa;11 p-ter) al fatto che la partecipazione del querelante a un programma di giustizia riparativa, concluso con un esito riparativo e con il rispetto degli eventuali impegni comportamentali assunti da parte dell'imputato, comporta la remissione tacita di querela.12 [1] Articolo inserito dall'art. 1 d.lgs. 15 dicembre 2015, n. 212. [2] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [3] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [4] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [5] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [6] Lettera così sostituita dall’art. 1, comma 27, l. 23 giugno 2017, n. 103. Ai sensi dell’art. 1, comma 95, l. n. 103, cit., la stessa legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 154 del 4 luglio 2017). Il testo della lettera, come inserita dall’art. 1, comma 1, lett. b), d.lgs. 15 dicembre 2015, n. 212, era il seguente: « alla facoltà di ricevere comunicazione dello stato del procedimento e delle iscrizioni di cui all’articolo 335, commi 1 e 2». [7] Lettera modificata dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 2) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha soppresso le parole: «, o attraverso la mediazione». [8] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 3) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [9] Lettera modificata dall'art. 14, comma 2, l. 19 luglio 2019, n. 69, in vigore dal 9 agosto 2019, che ha sostituito le parole:«, alle case rifugio e ai servizi di assistenza alle vittime di reato» alle parole «e alle case rifugio». [10] L'art. 5, comma 1, lett. e), n. 4) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 ha sostituito il segno di interpunzione: «;» al segno di interpunzione: «.». [11] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 5) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Per l'applicazione vedi l’art. 92, comma 2-bis, d.lgs. n. 150 cit., come aggiunto, in sede di conversione, dall’art. 5-novies d.l. n. 162, cit. [12] Lettera inserita dall'art. 5, comma 1, lett. e), n. 5) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Per l'applicazione vedi l’art. 92, comma 2-bis, d.lgs. n. 150 cit., come aggiunto, in sede di conversione, dall’art. 5-novies d.l. n. 162, cit. InquadramentoLa norma in esame ha ad oggetto la nuova previsione, introdotta dal d.lgs. n. 212/2015, per la realizzazione, in attuazione della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012 attraverso la quale si è inteso istituire norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato. In particolare, suddetta disposizione prevede l’obbligo di fornire una serie di informazioni alla persona offesa al fine di rendere la vittima consapevole dello svolgimento del procedimento e delle prerogative che in esso può esercitare. Diritto della persona offesa ad essere informataLa portata innovativa si ravvisa prevalentemente nel riconoscimento di un diritto della persona offesa ad essere informata in maniera semplice ed esaustiva degli strumenti posti a sua garanzie per la tutela del bene-interesse leso dal reato. L’informazione, infatti, è il primo strumento attraverso la quale può realizzarsi una reale tutela della vittima ed assume una valenza centrale anche in dinamiche non prettamente processuali ma pur sempre connesse al reato ed al suo accertamento giudiziale. Un’ampia conoscenza degli strumenti messi a disposizione della vittima implica una maggior cognizione degli strumenti processuali e fornisce la consapevolezza di avere un ruolo proprio all’interno del processo. Nella sua portata generale l’art. 90 bis si può ritenere norma generale, ad un tempo fonte di nuovi obblighi informativi e ricognitiva di quelli già esistenti, che sostanzialmente controbilancia la comunicazione indicata nell’art. 369-bis della facoltà e dei diritti attribuiti dalla legge alla persona sottoposta alle indagini. La riforma dell’art. 335 (operata dalla l. 23 giugno 2017, n. 103), avente ad oggetto il riconoscimento della facoltà della persona di chiedere di essere informata dall’autorità che ha in carico il procedimento circa lo stato del medesimo, in quanto espressione del diritto di essere informata è stata opportunamente richiamata anche in questa sede, andando ad integrare le facoltà già riconosciute alla lett. b) dell’articolo in esame. Modalità di comunicazione delle informazioniL'obbligo informativo deve essere assolto in modo tale da avere la certezza della comprensione da parte della persona offesa. Il diritto all'informazione è il diritto di comprendere ed essere compresi. Conseguentemente in via generale è stato previsto l'obbligo di comunicare il contenuto degli avvisi in una lingua comprensibile alla vittima. La previsione di una traduzione nella lingua di appartenenza della vittima, a ben vedere, costituisce espressione della volontà di rendere in concreto consapevole la persona offesa. Questa finalità non può essere disgiunta dalle forme della comunicazione che devono essere tali da consentire a chiunque un sicuro intendimento del significato delle informazioni che gli vengono fornite, indipendentemente dal livello culturale e di conoscenza proprio. Ciò implica anche la necessaria formazione di personale capace di attendere a tali compiti. Peraltro, che la persona offesa sia messa in condizione di comprendere il significato di strumenti processuali di favore per l'imputato, ha anche la funzione di favorirne l'accettazione della lesione di un proprio diritto tutelato da una norma penale. L’avvertimento che la mancata comparizione del querelante possa essere valutato dal giudice quale ipotesi di remissione di querela ben può essere inserito nel decreto che dispone il giudizio (Cass. S.U. n. 31668/2016). Contenuto degli avvisiL'articolo in esame, nello specifico, prevede una serie di informazioni tecnico-giuridiche, utili ad orientare la persona offesa durante lo svolgimento delle indagini e nell'eventuale fase processuale. Si tratta di una comunicazione molto ampia volta, evidentemente, a rendere la persona offesa pienamente consapevole dei diritti e facoltà che la legge le riconosce, che, secondo la normativa europea, costituiscono lo standard minimo che la legislazione di ogni Stato membro deve prevedere. Nello specifico la norma prevede che oggetto di informazione debbano essere le possibili misure di protezione di cui può godere la persona offesa, le specifiche modalità per contestare eventuali violazioni dei propri diritti, le modalità di rimborso delle spese processuali e la possibilità di chiedere un ristoro civilistico all'interno del processo penale, senza tralasciare, tra l'altro, la possibilità di avvalersi di particolari strutture di assistenza presenti sul territorio. Inoltre è imposto anche che alla medesima vada prospettata la possibilità che in presenza di particolari condizioni il procedimento possa anche essere definito tramite remissione di querela o attraverso pratiche di mediazione; alla stessa vanno comunicate, altresì, le facoltà che le spettano in tutti quei casi in cui l'imputato formuli richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova ex art. 464-bis e ss. o in cui è applicabile la nuova causa di esclusione della punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. La problematica rilevante della norma in questione, invero, attiene al momento attuativo atteso che una piena realizzazione della finalità imposta dalla direttiva, attiene alle modalità realizzative del contenuto informativo. Ed invero la stessa attività di informazione non può ritenersi fine a se stessa ma propedeutica anche alla realizzazione degli scopi che gli strumenti finalizzati alla tutela assicurano. Nel corollario dell'attività gravante sull'autorità, va individuato un ulteriore profilo di innovazione della norma e la crescita di considerazione che la “vittima” del reato assume nel nuovo assetto normativo. Con l'approvazione del cd. Codice Rosso, ovvero del Disegno di legge n. 1200 approvato dal Senato il 19 luglio 2019, è stato ampliato l'ambito delle tutele riconosciute alla persona offesa, modificando la lett. p) dell'art. 90-bis c.p.p., relativo alle informazioni che devono essere fornite alla persona offesa dal reato, sin dal primo contatto con l'autorità procedente, e prevedendo tale obbligo anche con riferimento alle informazioni sulle strutture sanitarie presenti sul territorio, sulle case famiglia, sui centri antiviolenza e sulle case rifugio vengono aggiunte le informazioni sui servizi di assistenza alle vittime di reato. L'alveo degli avvisi è stato ulteriormente implementato dall'art 5 del d.lgs. n. 150/2022 di attuazione della Legge 27 settembre 2021, n. 134, tanto con riferimento alla giustizia riparativa, quanto con riferimento all'obbligo di eleggere un valido domicilio per le notifiche che, coerentemente con la ratio della riforma Cartabia, potranno essere effettuate anche ad un indirizzo di posta elettronica e che il domicilio potrà essere validamente eletto anche successivamente alla presentazione della querela. Ai sensi della lett. a-sexies), in caso di omessa, o inidonea elezione di domicilio e in mancanza della nomina di un difensore, la notifica verrà effettuata presso la segreteria del Pubblico Ministero, o la cancelleria del giudice procedente. È stato altresì normativamente previsto che in caso di mancata partecipazione da parte della persona offesa all'udienza fissata per la sua audizione, comporterà la remissione tacita di querela. Questioni intertemporali e di diritto transitorio. Tra i nuovi avvisi che sono stati inseriti dalla cd. “Riforma Cartabia” sono previsti anche quelli in tema di giustizia riparativa che costituisce uno dei tre “pilastri” della riforma. In particolare, la lettera p-bis) prevede l'obbligo di informare la parte della facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa, mentre la lettera p-ter) di carattere più sostanziale, prevede l'obbligo di informare il querelante che la sua partecipazione a un programma di giustizia riparativa che si conclude con un esito positivo (riparazione dei danni e rispetto di determinate condotte dall'imputato), comporta la remissione tacita di querela. Tale disposizione, che va a completare il quadro degli avvisi che devono essere rappresentati alla persona offesa e che consente a quest'ultima di essere informata anche in tema di giustizia riparativa e dei suoi possibili effetti positivi, non sono entrate in vigore, ai sensi dell'art. 99-bis del d.lgs. n. 150/2022, il 30.12.2022. A tale proposito, infatti, l'art. 92 del summenzionato decreto, che detta la disciplina transitoria in tema di giustizia riparativa, ha differito l'entrata in vigore di molte delle disposizioni afferenti tale istituto. Il primo comma dell'art. 92, infatti, prevede che la Conferenza locale per la giustizia riparativa, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, provvede alla ricognizione dei servizi di giustizia riparativa in materia penale erogati alla stessa data da soggetti pubblici o privati specializzati, convenzionati con il Ministero della giustizia ovvero che operano in virtù di protocolli di intesa con gli uffici giudiziari o altri soggetti pubblici. Al fine di consentire la “ricognizione” prevista dal primo comma dell'art. 92, il terzo comma prevede che alcune disposizioni, tra cui quelle dettate in tema di avvisi alla persona offesa sul ricorso alla giustizia riparatoria dall'art. 5, comma 1, lettera e), numero 5), si applicano nei procedimenti penali “decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto” Di talché, l'entrata in vigore di tali disposizioni è rinviata al 30.06.2023. Obbligo di informazione alla persona offesaL'articolo in esame ha ad oggetto una pluralità di informazioni che devono essere immediatamente fornite (sin dal primo contatto) alla persona offesa da parte dell'autorità procedente. La norma non specifica l'autorità procedente ma si limita, al fine di assicurare un più tempestivo svolgimento dell'attività di informazione, a richiamare l'autorità con la quale la persona offesa ha il primo contatto, con ciò dando la prevalenza al profilo funzionale. È agevole ipotizzare che l'onere informativo graverà prevalentemente sugli organi di p.g. ma nulla toglie che possa incombere sullo stesso P.M. BibliografiaAntinucci, L'Italia recepisce le norme minime sulla tutela europea delle vittime dei reati, in Arch. pen.it; Bronzo, Vittime di reato: in gazzetta le nuove tutele processuali delle vittime di reato, in quotidianogiuridico.it, 7 gennaio 2016; Cagossi, Nuove prospettive per le vittime di reato nel procedimento penale italiano, in dirittopenalecontemporaneo.it, 19 gennaio 2016; Gaito, La tutela della vittima, in Archivio penale 2012; Famiglietti, Persona offesa e modalità di audizione protetta: verso lo statuto del testimone vulnerabile, in Proc. pen e giust. 2016, II, 142; Ferranti, Brevi riflessioni sulla vittima del reato, in vista del recepimento della direttiva 2012/29/UE, in Cass. pen. 2015, 3415; Maffeo, Il contributo della giurisprudenza sovranazionale all'evoluzione del principio di pubblicità, in Proc. pen. e giust. 2016, II, 150. |