Codice di Procedura Penale art. 148 - Organi e forme delle notificazioni 1 .Organi e forme delle notificazioni1. 1. Salvo che la legge disponga altrimenti, le notificazioni degli atti sono eseguite, a cura della segreteria o della cancelleria, con modalità telematiche che, nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici, assicurano la identità del mittente e del destinatario, l'integrità del documento trasmesso, nonché la certezza, anche temporale, dell'avvenuta trasmissione e ricezione. 2. La lettura dei provvedimenti alle persone presenti o rappresentate dal difensore e gli avvisi che sono dati dal giudice o dal pubblico ministero verbalmente agli interessati in loro presenza sostituiscono le notificazioni di cui al comma 1, purché ne sia fatta menzione nel verbale.
3. Sostituisce le notificazioni di cui al comma 1 anche la consegna di copia in forma di documento analogico dell'atto all'interessato da parte della cancelleria o della segreteria. Il pubblico ufficiale addetto annota in tal caso sull'originale dell'atto la eseguita consegna e la data in cui questa è avvenuta. 4. In tutti i casi in cui, per espressa previsione di legge, per l'assenza o l'inidoneità di un domicilio digitale del destinatario o per la sussistenza di impedimenti tecnici, non è possibile procedere con le modalità indicate al comma 1, e non è stata effettuata la notificazione con le forme previste nei commi 2 e 3, la notificazione disposta dall'autorità giudiziaria è eseguita dagli organi e con le forme stabilite nei commi seguenti e negli ulteriori articoli del presente titolo. 5. Le notificazioni degli atti, salvo che la legge disponga altrimenti, sono eseguite dall'ufficiale giudiziario o da chi ne esercita le funzioni. 6. La notificazione è eseguita dalla polizia giudiziaria nei soli casi previsti dalla legge. Le notificazioni richieste dal pubblico ministero possono essere eseguite dalla polizia giudiziaria nei casi di atti di indagine o provvedimenti che la stessa polizia giudiziaria è delegata a compiere o è tenuta ad eseguire. 7. Nei procedimenti con detenuti e in quelli davanti al tribunale del riesame l'autorità giudiziaria può disporre che, in caso di urgenza, le notificazioni siano eseguite dalla Polizia penitenziaria del luogo in cui i destinatari sono detenuti, con l'osservanza delle norme del presente titolo. 8. L'atto è notificato per intero, salvo che la legge disponga altrimenti, di regola mediante consegna di copia al destinatario oppure, se ciò non è possibile, alle persone indicate nel presente titolo. Quando la notifica non può essere eseguita in mani proprie del destinatario, l'organo competente per la notificazione consegna la copia dell'atto da notificare, fatta eccezione per il caso di notificazione al difensore o al domiciliatario, dopo averla inserita in busta che provvede a sigillare trascrivendovi il numero cronologico della notificazione e dandone atto nella relazione in calce all'originale e alla copia dell'atto. [1] Articolo sostituito dall'articolo 10, comma 1, lett. a) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Il testo dell'articolo, come precedentemente modificato dall'art. 1 d.lgs. 14 gennaio 1991, n. 12, dall'art. 3 l. 26 marzo 2001, n. 128, dall'art. 9, comma 1, lett. a) d.l. 18 ottobre 2001, n. 374, conv., con modif, in l. 15 dicembre 2001, n. 438, dall'art. 174, comma 13 lett. a) d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196 e dall'art. 17, comma 1, d.l. 27 luglio 2005. n. 144, conv., con modif., in l. 31 luglio 2005, n. 155, era il seguente: 1. Le notificazioni degli atti, salvo che la legge disponga altrimenti, sono eseguite dall'ufficiale giudiziario o da chi ne esercita le funzioni [1422 att.]. 2. Nei procedimenti con detenuti ed in quelli davanti al tribunale del riesame, il giudice può disporre che, in caso di urgenza, le notificazioni siano eseguite dalla Polizia penitenziaria del luogo in cui i destinatari sono detenuti, con l'osservanza delle norme del presente titolo. 2-bis. L'autorità giudiziaria può disporre che le notificazioni o gli avvisi ai difensori siano eseguiti con mezzi tecnici idonei. L'ufficio che invia l'atto attesta in calce ad esso di avere trasmesso il testo originale. 2-ter. [..] 3. L'atto è notificato per intero [171], salvo che la legge disponga altrimenti [322, 482, 1495, 3974, 520, 5483, 5852d)], di regola mediante consegna di copia al destinatario oppure, se ciò non è possibile, alle persone indicate nel presente titolo. Quando la notifica non può essere eseguita in mani proprie del destinatario, l'ufficiale giudiziario o la polizia giudiziaria consegnano la copia dell'atto da notificare, fatta eccezione per il caso di notificazione al difensore o al domiciliatario, dopo averla inserita in busta che provvedono a sigillare trascrivendovi il numero cronologico della notificazione e dandone atto nella relazione in calce all'originale e alla copia dell'atto [801 att.]. 4. La consegna di copia [54 att.] dell'atto all'interessato da parte della cancelleria ha valore di notificazione [1512]. Il pubblico ufficiale addetto annota sull'originale dell'atto la eseguita consegna e la data in cui questa è avvenuta. 5. La lettura dei provvedimenti alle persone presenti e gli avvisi che sono dati dal giudice verbalmente agli interessati in loro presenza sostituiscono le notificazioni [3917, 420-ter, 424, 429, 477], purché ne sia fatta menzione nel verbale [1513]. 5-bis. Le comunicazioni, gli avvisi ed ogni altro biglietto o invito consegnati non in busta chiusa a persona diversa dal destinatario recano le indicazioni strettamente necessarie. InquadramentoL'art. 148 disciplina gli organi e le forme delle notificazioni eseguite per ordine del giudice. Si tratta della disposizione introduttiva del Titolo V del Libro II del codice di rito, per l'appunto dedicato alle notificazioni, in cui sono specificati i principi che regolano la materia nel procedimento penale. La nozione di notificazioneNotificazione (da notum facere) è la tecnica, regolata in modo formale, diretta a portare un evento processuale a conoscenza di qualcuno. Per notificazione deve intendersi, quindi, lo strumento attraverso il quale gli atti processuali ricettizi sono portati a conoscenza dei loro destinatari, o, comunque, di coloro che, direttamente o indirettamente, ne siano interessati. La disciplina delle notificazioni se, da un lato, persegue l'obiettivo di ridurre il formalismo legale per assicurare una maggiore celerità degli adempimenti formali, dall'altro cerca di elaborare, con una disciplina particolarmente dettagliata, delle forme di notificazione che possano garantire, con elevata probabilità, che la conoscenza legale equivalga a quella effettiva. Il codice di rito, pertanto, ha tentato di realizzare un sostanziale superamento del criterio della conoscenza legale o presunta, in cui la rituale esecuzione della notificazione consegue i suoi effetti a prescindere dalla effettiva conoscenza del documento notificato. In giurisprudenza è stato, tuttavia, affermato, in termini parzialmente antitetici, che il sistema delle notificazioni — che, nel privilegiare la notificazione a mani proprie, prevede una serie di possibilità alternative ugualmente valide ed efficaci, sempre che ricorrano le condizioni per cui siano consentite nel singolo caso — è fondato, sia nel codice processuale vigente che in quello abrogato, sulla conoscenza legale dell'atto e, sempre che siano compiute le formalità prescritte e la legge sia rispettata, non permette che possa essere fornita la prova della mancata conoscenza dell'atto o della mancata conoscenza entro un determinato termine utile (Cass. VI, n. 5505/1999). Allo stesso tempo, però, è stato osservato che la notificazione degli atti, specie quelli essenziali perché volti ad assicurare la partecipazione al giudizio, deve sempre tendere ad assicurare l'effettiva conoscenza degli stessi, anche con il ricorso ad accorgimenti informali, il cui esito possa ragionevolmente risultare positivo (Cass. VI, n. 32213/2010). Tale aspetto, per come sottolineato in dottrina (Paola, 491), risulta particolarmente importante in un processo ispirato a principi accusatori, in cui le tecniche legislative hanno quale obiettivo quello di consentire una conoscenza reale dell'atto notificato, che permetta una partecipazione effettiva e consapevole della parte al processo. La distinzione con la comunicazione e l'avvisoCon il termine comunicazione (da commune facere) si intende l'attività diretta a rendere comune ad altri soggetti la conoscenza di un atto processuale. Sul piano fenomenologico, tuttavia, non si rinviene nessuna distinzione tra l'attività di notificazione e quella di comunicazione. Alla diversa qualificazione terminologica, infatti, non corrisponde nessuna peculiare differenza dal punto di vista della disciplina giuridica, peraltro considerato che anche la semplicità delle modalità operative proprie della comunicazione è comune a talune forme di notificazione previste da altre disposizioni di legge. Ben distinto dalla notificazione, soprattutto per ciò che attiene alle modalità di effettuazione, è, invece, l'avviso, che viene utilizzato dal legislatore in due diverse accezioni, intendendosi per esso sia l'attività dell'avvisare, che l'oggetto materiale dell'attività di notificazione o comunicazione volta a rendere noto alle parti processuali un certo fatto o atto. In giurisprudenza è stato osservato, che, in tema di avvisi al difensore, nei casi in cui, ricorrendo una situazione di urgenza, la legge, in luogo di prevedere la “notifica” dell'avviso, si limiti a stabilire che lo stesso deve essere “dato” al difensore, deve ritenersi sufficiente procurare al destinatario dell'avviso l'effettiva conoscenza della notizia, anche se questa è comunicata con forme diverse da quelle prescritte per le notificazioni. Peraltro, quando non sia possibile procurare tale conoscenza “effettiva”, è solo la conoscenza “legale” che può far ritenere osservata la norma che prescrive l'avviso, sicché in tal caso occorre usare le forme stabilite per le notificazioni, che costituiscono il mezzo normalmente previsto dal legislatore per portare a conoscenza delle persone atti del procedimento da compiere o già compiuti (Cass. S.U., n. 23/1994). Gli organi preposti alla notificazioneAi sensi dell'art. 148, gli organi della notificazione sono l'ufficiale giudiziario, l'aiutante ufficiale giudiziario, il messo di conciliazione e la polizia giudiziaria. La norma non menziona, invece, il cancelliere, che è unicamente deputato ad effettuare le comunicazioni, nonché, in via eccezionale, le notificazioni urgenti a mezzo del telefono o del telegrafo, ai sensi dell'art. 149. Organo competente in via ordinaria ad eseguire le notificazioni è l'ufficiale giudiziario, la cui attività è regolata dalla l. n. 322/1975. È stato affermato in giurisprudenza che la notificazione eseguita da un aiutante ufficiale giudiziario è legittima, posto che tale soggetto è equiparato all'ufficiale giudiziario ai fini di detto servizio (Cass. VI, n. 2693/1996). La competenza territoriale dell'ufficiale giudiziario, nonché dei suoi equiparati, è regolata dalla norma dell'art. 106 d.P.R. n. 1229/1959, che la individua con riferimento alla circoscrizione territoriale dove ha sede l'ufficio cui l'ufficiale giudiziario è addetto. Il successivo art. 107 esclude, invece, ogni limitazione territoriale rispetto alle notificazioni a mezzo del servizio postale. Per la dottrina (Grilli, 107), la violazione delle limitazioni territoriali non dà luogo a nessuna nullità degli atti compiuti dall'ufficiale giudiziario (o aiutante ufficiale giudiziario), stante il principio di tassatività delle nullità, ma solo ad una irregolarità sanzionata ai sensi dell'art. 124. Tra gli organi legittimati ad eseguire le notificazioni sono ricompresi anche i messi di conciliazione, essendo stato affermato dalle Sezioni Unite che è valida la notificazione eseguita dal messo di conciliazione in assenza di autorizzazione da parte del presidente della corte d'appello, in quanto l'art. 148, comma 1, a norma del quale «le notificazioni degli atti ... sono eseguite dall'ufficiale giudiziario o da chi ne esercita le funzioni», si riferisce, con quest'ultima locuzione, all'aiutante ufficiale giudiziario ed al messo di conciliazione, secondo l'equiparazione funzionale contenuta nell'art. 34 d.P.R. n. 1229/1959. Pertanto, la legittimazione ad eseguire la notifica del messo di conciliazione del luogo dove l'atto deve essere notificato discende direttamente dalla normativa e l'autorizzazione prevista dal predetto d.P.R. n. 1229/1959 ha uno scopo meramente organizzativo dell'ufficio ed un'efficacia di carattere interno, con la conseguenza che la sua mancanza od irregolarità non comporta nullità alcuna, non essendo essa contemplata tra le cause di nullità tassativamente indicate nell'art. 171 (Cass. S.U., n. 10495/1996). Con riferimento, poi, alla polizia giudiziaria, deve essere osservato come l'originaria formulazione del comma 2 dell'art. 148 consentisse l'impiego della polizia giudiziaria nell'attività di notificazione, con riferimento ai casi di necessità individuati dal giudice. Nel prosieguo tale previsione era stata oggetto di alcune modifiche normative, che ne avevano ristretto l'ambito di applicabilità infine pervenendo con il d.l. n. 144/2005, convertito, con modificazioni, nella l. n. 155/2005 — alla attuale formulazione del comma 2 dell'art. 148 che, sostituendo il riferimento alla polizia giudiziaria con quello alla polizia penitenziaria, ha stabilito che nei procedimenti con detenuti ed in quelli davanti al tribunale del riesame il giudice può disporre, in caso di urgenza, che le notificazioni siano eseguite dalla polizia penitenziaria del luogo in cui i destinatari sono detenuti. Nonostante il carattere eccezionale della funzione esercitata, gli agenti e gli ufficiali di polizia penitenziaria diventano, una volta intervenuto il provvedimento del giudice, organi della notificazione a pieno titolo, cui si applicano le norme dettate a relativa disciplina. Deve essere notato, tuttavia, che il giudice può continuare ad avvalersi della polizia giudiziaria per le notificazioni riguardanti i delitti previsti dall'art. 407, comma 2, lett. a), nn. 1, 2 e 3, in quanto l'art. 17, comma 6, d.l. n. 144/2005 ha espressamente escluso che le modifiche apportate alla disciplina dell'art. 148 si applichino anche a tali procedimenti. In giurisprudenza è stato osservato che non determina nessuna nullità l'omessa motivazione circa la necessità di fare ricorso alla notifica a mezzo della polizia giudiziaria anziché per il tramite dell'ufficiale giudiziario, mancando una qualsiasi norma che preveda tale effetto (Cass. I, n. 1129/1992). Più in generale, è stato affermato che non dà luogo a nullità la notificazione a mezzo della polizia giudiziaria fuori dai casi previsti dall'art. 148, comma 2 (Cass. II, n. 11016/2005). Si è ritenuto, quindi, che le notifiche effettuate dalla polizia giudiziaria al di fuori della propria sfera di competenza devono ritenersi comunque validamente eseguite, costituendo la violazione dei limiti posti dal primo comma dell’art. 151 una mera irregolarità, in mancanza di una specifica previsione di una nullità per la stessa (Cass. III, n. 26110/2009). Le forme della notificazioneAi sensi del comma 3 dell'art. 148,principio generale è che l'atto sia notificato per intero, prevedendo espressamente la legge le ipotesi in cui è possibile notificare l'atto per estratto. In giurisprudenza è stato chiarito che mentre l'art. 148, comma 3, dispone che gli atti siano notificati “per intero”, la sanzione di nullità è, poi, comminata dal successivo art. 171 lett. a) solo per il caso in cui l'atto sia notificato “in modo incompleto” (e fuori dei casi in cui è consentita la notifica per estratto). Ne consegue — stante la non piena corrispondenza delle due norme — che deve considerarsi atto completo, e quindi utilmente notificabile, quello che, per quanto non “intero”, contenga tuttavia gli elementi essenziali di conoscenza per il pieno esercizio del diritto di difesa (Cass. I, n. 3273/1993). La notifica avviene, di regola, mediante consegna di copia al destinatario oppure, ove ciò non sia possibile, alle altre persone indicate dal Titolo V del Libro II del codice. A tutela della riservatezza del destinatario è previsto che, ove non sia possibile consegnare l'atto a mani proprie al destinatario, l'ufficiale giudiziario o la polizia giudiziaria consegnano la copia — fatta eccezione per il caso di notificazione al difensore o al domiciliatario — in una busta sigillata, trascrivendovi il numero cronologico della notificazione e dandone atto nella relazione in calce all'originale e alla copia dell'atto. Sempre a tutela della riservatezza, il comma 5- bis dispone che le comunicazioni, gli avvisi ed ogni altro biglietto o invito consegnati non in busta chiusa a persona diversa dal destinatario rechino le indicazioni strettamente necessarie. L'art. 54 disp. att. prevede, con disposizione di carattere generale, che quando l'atto da notificare viene trasmesso all'ufficiale giudiziario, questi deve formare un numero di copie uguale a quello dei destinatari della notificazione, mentre qualora la notifica sia effettuata per mezzo della polizia giudiziaria, l'atto è trasmesso all'ufficio di polizia competente per territorio con numero di copie uguali a quello dei destinatari della notificazione. La giurisprudenza, tuttavia, ritiene che la violazione dell'art. 54 disp. att. non è sanzionata a pena di nullità, in forza del principio di tassatività delle nullità (Cass. IV, n. 22006/2018) Il comma 4 equipara alla notificazione la consegna di copia dell'atto da parte della cancelleria a mani proprie dell'interessato. Il carattere generale della disposizione, che fa coincidere al massimo grado conoscenza legale e conoscenza effettiva dell'atto, fa ritenere che possa essere utilizzata senza distinzioni con riferimento a tutti gli atti e a tutti i destinatari. Il comma 5 stabilisce, poi, che la lettura dei provvedimenti alle persone presenti e gli avvisi che sono dati dal giudice verbalmente agli interessati in loro presenza sostituiscono le notificazioni, purché ne sia fatta menzione a verbale. La norma, naturalmente, si riferisce ai casi, disciplinati in varie disposizioni del codice, in cui si prevede che il giudice possa dare lettura del provvedimento ovvero possa fare comunicazione verbale di un adempimento da effettuarsi. In proposito, la giurisprudenza ha ritenuto affetta da nullità assoluta ed insanabile la notifica del decreto di citazione a giudizio dell'imputato avvenuta in udienza mediante lettura dell'atto al sostituto processuale del difensore, non potendo trovare applicazione il principio di equipollenza della lettura alle notificazioni previsto dall'art. 148, comma 5, che riguarda unicamente “i provvedimenti” e “gli avvisi dati dal giudice verbalmente” e non anche gli atti processuali che devono essere necessariamente consegnati al destinatario (Cass. II, n. 3184/2014). Le notificazioni e gli avvisi con mezzi tecnici idoneiIl comma 2- bis dell'art. 148 prevede che l'autorità giudiziaria può disporre che le notificazioni e gli avvisi ai difensori siano eseguiti con mezzi tecnici idonei. Incombe, poi, sull'ufficio che invia l'atto l'onere di attestare in calce ad esso di aver trasmesso il testo originale. L'espressione autorità giudiziaria, utilizzata dal legislatore, sembra fare riferimento sia al giudice che al pubblico ministero. Il P.M., al pari del giudice, può, conseguentemente, fare ricorso al fax per l'effettuazione di una notifica al difensore. La giurisprudenza di legittimità ha, in proposito, affermato che, in base al chiaro disposto di cui all'art. 148, comma 2-bis (secondo cui l'autorità giudiziaria può sempre disporre, senza necessità di apposito decreto motivato, che le notificazioni e gli avvisi ai difensori siano eseguiti “con mezzi tecnici idonei”), non può non ritenersi valida la notificazione dell'avviso di conclusione delle indagini effettuata al difensore dell'imputato a mezzo telefax, e deve, quindi, qualificarsi come abnorme il provvedimento del giudice del dibattimento con il quale, ritenuta invece la nullità di detta notificazione e del successivo decreto di citazione a giudizio, sia stata disposta la restituzione degli atti al pubblico ministero (Cass. V, n. 16512/2006). In termini generali, le Sezioni Unite hanno chiarito che la notificazione di un atto all'imputato o ad altra parte privata, in ogni caso in cui possa o debba effettuarsi mediante consegna al difensore, può essere eseguita con telefax o altri mezzi idonei a norma dell'art. 148, comma 2-bis (Cass. S.U., n. 28451/2011), in quanto anche in tal caso destinatario della notifica è comunque il difensore e non l'imputato (Cass. IV, n. 41051/2008). La notificazione a mezzo telefax rientra tra le forme ordinarie che non richiedono, a differenza delle forme particolari di notificazione di cui all'art. 150, un previo decreto motivato del giudice (Cass. fer., n. 34028/2010). La notificazione eseguita mediante telefax, poi, non richiede, per il suo perfezionamento, la conferma da parte del destinatario dell'avvenuta ricezione, essendo sufficiente l'attestazione dell'avvenuto invio dell'atto, seguita dal rapporto di positiva trasmissione (Cass. II, n. 17573/2013). La mancata attestazione, da parte dell'ufficio, di aver trasmesso il testo originale, come prescritto dall'ultima parte dell'art. 148, comma 2-bis, comporta una mera irregolarità, insuscettibile, come tale, di dar luogo a giuridica inesistenza o a nullità dell'atto (Cass. I, n. 217/2003). Allo stesso modo, la mancanza dell'attestazione in calce all'atto inviato a mezzo telefax, da parte del cancelliere trasmittente, dell'avvenuto invio del testo originale previsto dall'art. 148, comma 2-bis, non determina alcuna nullità, ma costituisce mera irregolarità (Cass. fer., n. 53570/2014). È stato, poi, affermato che la procedura di notificazione degli atti nei confronti dei difensori da eseguirsi con mezzi tecnici idonei di cui all'art. 148, comma 2-bis, non è condizionata a ragioni di urgenza (Cass. I, n. 11472/2011). In tema di posta elettronica certificata, poi, è stato osservato che il termine di inefficacia di una misura cautelare di coercizione personale conseguente all'omessa tempestiva decisione del tribunale del riesame decorre, anche in caso di proposizione della richiesta a mezzo posta elettronica certificata, dal momento in cui essa è pervenuta alla cancelleria della sezione competente per il riesame e non già dal momento in cui essa è giunta alla cancelleria centrale del tribunale (Cass. II, n. 37037/2011). In tema di procedimento di prevenzione, invece, è stato affermato che è legittimo l'utilizzo della “PEC” per le notificazioni e le comunicazioni a persona diversa dall'imputato, ai sensi degli artt. 148, comma 2-bis, 149,150 e art. 151, comma 2, eseguite sia da parte della cancelleria che dell'ufficio della Procura della Repubblica o della Procura Generale presso la Corte di Appello (Cass. VI, n. 21740/2018). E' stato, altresì, chiarito che l'art. 148, comma 2-bis, consente la notifica con “mezzi tecnici idonei”, tra cui va ricompresa la trasmissione telematica se certificabile, e ciò a prescindere dall'emanazione da parte del Ministero della giustizia dei decreti attuativi, destinati a regolamentare l'utilizzo della P.E.C., secondo quanto previsto dall'art. 16 del d.l. 18 ottobre 2012, n. 179 (Cass. VI, n. 51348/2016). Deve essere segnalata, infine, la normativa emergenziale dettata dall'art. 83 del d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv., con modif., in l. 24 aprile 2020, n. 27 con cui il legislatore ha previsto, ai commi 13, 14 e 15, specifiche deroghe alla disciplina ordinaria delle comunicazioni e delle notificazioni relative agli avvisi e ai provvedimenti adottati nei procedimenti penali. Relativamente alla disciplina emergenziale da COVID-19, la S.U. ha precisato che la comunicazione ai difensori di fiducia del rinvio dell'udienza fissata nel periodo compreso tra il 9 marzo 2020 e l'11 maggio 2020, effettuata mediante l'invio degli elenchi delle cause e delle nuove date di udienza al Consiglio dell'Ordine, secondo le modalità predeterminate con provvedimento organizzativo del capo dell'ufficio, non integra ipotesi di nullità generale ai sensi dell'art. 178, comma 1, lett. b) e c) cod. proc. pen., salvo che il mezzo prescelto si dimostri inidoneo (Cass. IV, n. 5136/2022). Gli obblighi del difensoreIn corrispondenza alle forme di notificazione indicate, ed al fine di favorirne una loro effettiva realizzazione, la giurisprudenza di legittimità ha individuato alcuni specifici obblighi posti a carico del difensore. Così, è stato affermato che il difensore ha l'obbligo di assicurare con la necessaria diligenza la ricevibilità delle notifiche presso il domicilio eletto o dichiarato, in costanza di mandato difensivo. Ne consegue che la notifica si intende egualmente effettuata qualora il compito dell'ufficiale notificatore sia reso particolarmente difficoltoso per negligenza del professionista (Cass. IV, n. 21734/2004). Il difensore che abbia accettato il mandato fiduciario, quindi, deve osservare la necessaria diligenza prevista per consentire la notificazione degli avvisi per i quali la legge preveda l'urgenza, apprestando a tal fine presso il recapito dello studio i mezzi tecnici idonei alla ricezione di tali avvisi e preoccupandosi di garantire l'accesso agli stessi mezzi (Cass. III, n. 2233/2014). Più in dettaglio, è stato ritenuto che il difensore che abbia accettato il mandato fiduciario ha l'obbligo di tenere a disposizione presso il recapito dello studio una persona ovvero di apprestare i mezzi tecnici idonei alla ricezione degli avvisi e delle notifiche dei quali la legge prevede l'urgenza (Cass. III, n. 21401/2005). E' stato affermato, quindi, che in tema di riesame di misure cautelari personali e/o reali, il dovere di notificare al difensore di fiducia l'avviso di fissazione dell'udienza camerale deve ritenersi assolto, stante la ristrettezza e perentorietà dei termini stabiliti dalla legge, quando siano tempestivamente compiuti gli atti idonei alla notificazione e tuttavia questa non si sia perfezionata a causa della condotta negligente o incurante del difensore di fiducia, sul quale incombe l'onere di rendere attuabile la ricezione degli avvisi urgenti inerenti al procedimento incidentale da lui proposto, con riferimento ad una fattispecie in cui il difensore aveva indicato nell'intestazione dell'istanza di riesame, da esso proposto avverso ordinanza di sequestro preventivo, un numero di fax incompleto e successivamente, dopo che la cancelleria aveva individuato l'esatto numero, la notificazione non si era perfezionata per la condotta incurante del difensore medesimo, che aveva lasciato il fax senza connessione (Cass. II, n. 21831/2014). Sempre in tema di riesame, inoltre, la S.C. ha applicato il principio per cui, in caso di violazione del termine di tre giorni liberi di cui all'art. 309, comma 8, non può essere eccepita la nullità, ai sensi dell'art. 182, comma 1, da chi vi ha dato causa o ha concorso a darvi causa, con riferimento ad un caso in cui vi era stata negligenza da parte del difensore, consistita nel non aver consentito la notifica dell'avviso di udienza a mezzo telefono, in quanto costantemente occupato (Cass. V, n. 30573/2009). Modifiche introdotte dal d.lgs. n. 150/2022 (c.d. “riforma Cartabia”)L'art. 10, comma 1, lett. a), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, ha integralmente sostituito il testo dell'art. 148, introducendo, in attuazione dei principi indicati dalla legge delega, una fondamentale norma di carattere generale nel riformato sistema codicistico, in virtù della quale, in coerenza, con il generalizzato deposito telematico degli atti processuali, è stato stabilito che, in ogni stato e grado del procedimento, costituisce forma ordinaria di notificazione e comunicazione degli atti dell'autorità giudiziaria quella effettuata mediante l'utilizzo della modalità telematica. Tale notificazione deve, tuttavia, essere eseguita in maniera tale da assicurare l'identità del mittente e del destinatario, l'immodificabilità del documento trasmesso, nonché la certezza, anche temporale, dell'avvenuta trasmissione e ricezione. Per come chiarito nella Relazione illustrativa di accompagnamento al d.lgs. n. 150/2022, «si è ritenuto non opportuno individuare specificamente quali siano le modalità telematiche utilizzabili perché le possibili evoluzioni tecnologiche suggeriscono di evitare di introdurre, all'interno del codice, specificazioni che vanno invece più opportunamente riservate a normazione tecnica attuativa. Peraltro, i connessi interventi effettuati sul decreto legge n. 179 del 2012 consentono di individuare nella procedura disciplinata in quella sede la modalità telematica oggi praticabile». Tale forma generale di notificazione non è stata, tuttavia, contemplata in termini esclusivi, essendosi previste talune specifiche modalità sussidiarie. In primo luogo, sono state mantenute, sia pur in posizione sussidiaria, le forme equipollenti di notificazione rappresentate dalla lettura dei provvedimenti alle persone presenti o legalmente rappresentate e dagli avvisi dati oralmente ai presenti, purché debitamente menzionati nel verbale (comma 2); ovvero dalla consegna di copia cartacea dell'atto all'interessato da parte della cancelleria o della segreteria (comma 3). Ove , poi, non sia possibile procedersi con le modalità telematiche – per espressa previsione di legge, in ragione dell'assenza o dell'inidoneità di un documento digitale del destinatario, ovvero per la sussistenza di impedimenti tecnici – e neppure possa farsi ricorso alle forme indicate dai due commi precedenti, la novella dispone, al quarto comma, che la notificazione disposta dall'autorità giudiziaria sia eseguita «dagli organi e con le forme stabilite nei commi seguenti e negli ulteriori articoli del presente titolo», e quindi attraverso l'intervento dei tradizionali organi della notificazione , quali: l'ufficiale giudiziario o chi ne esercita le funzioni (comma 5); la polizia giudiziaria, anche su delega del pubblico ministero, nei casi di atti di indagine o provvedimenti che la stessa polizia giudiziaria è delegata a compiere o è tenuta ad eseguire (comma 6); la polizia penitenziaria, nei procedimenti con detenuti e, qualora ricorra una situazione di urgenza, in quelli davanti al tribunale del riesame (comma 7). Il comma 8 ripropone, infine, con testo sostanzialmente coincidente con quello del previgente terzo comma, la disposizione generale per cui l'atto è, di regola, notificato per intero, mediante consegna di copia a mani del destinatario ovvero, ove ciò non sia possibile, alle persone indicate nel presente titolo. Entrata in vigore della riformaIl nuovo testo dell’art. 148 ha decorrenza dal 30 dicembre 2022, secondo quanto disposto dall’art. 6 del d.l. 31 ottobre 2022, n. 162. In difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella si applicherà secondo il principio tempus regit actum. BibliografiaBartolini - Bartolini - Savarro, Le notificazioni nel processo civile e nel processo penale, Piacenza, 2010; Carbone - Frangini - Spirito, Le notificazioni, Milano, 2004; Cerqua, Le notificazioni nel processo penale, Milano, 2004; Gaito, In tema di avviso effettuato tramite telefono cellulare, in Giur. it. 1998, 1901; Geraci, In tema di avvisi lasciati sulla segreteria telefonica del cellulare, in Giur. it. 2002, 369; Gialuz, Per un processo penale più efficiente e giusto. Guida alla lettura della riforma Cartabia, Profili processuali,in Sistema penale, 2022, 1; Grilli, Le notificazioni penali, Milano, 1990; Jazzetti-Pacini, La disciplina degli atti nel nuovo processo penale, Milano, 1993; Morselli, Il “render noto” nel processo penale, Milano, 2012; Paola, voce Notificazioni, in Dig. d. pen., Aggiornamento, Torino, 2000, 491; Silvestri, Ragionevole durata del processo e forme di comunicazione in funzione partecipativa dell'imputato e delle altre parti, in Cass. pen. 2004, 1092. |