Codice di Procedura Penale art. 159 - Notificazioni all'imputato in caso di irreperibilità.

Alessandro D'Andrea

Notificazioni all'imputato in caso di irreperibilità.

1. Nei casi di cui all'articolo 148, comma 4, se non è possibile eseguire la notificazione nei modi previsti dall'articolo 157, l'autorità giudiziaria dispone nuove ricerche dell'imputato, particolarmente nel luogo di nascita, dell'ultima residenza [43 c.c.] anagrafica, dell'ultima dimora, in quello dove egli abitualmente esercita la sua attività lavorativa e presso l'amministrazione carceraria centrale [156; 61 att.]. Qualora le ricerche non diano esito positivo, l'autorità giudiziaria emette decreto di irreperibilità [460 4] con il quale, dopo avere designato un difensore all'imputato che ne sia privo, ordina che le notificazioni siano eseguite mediante consegna di copia al difensore 1.

2. Le notificazioni in tal modo eseguite sono valide a ogni effetto. L'irreperibile è rappresentato dal difensore.

 

[1] Comma modificato dall'art. 3 d.lgs. 14 gennaio 1991, n. 12. Successivamente l'articolo 10, comma 1, lett. m), num. 1) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 ha sostituito le parole: «Nei casi di cui all'articolo 148, comma 4, se» alla parola: «Se» e le seguenti: «la notificazione» alla parole «le notificazioni»; al secondo periodo l'articolo 10, comma 1, lett. m), num. 2) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 ha sostituito le parole: «le notificazioni siano eseguite» alle parole : «la notificazione sia eseguita». Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

Inquadramento

L'art. 159 disciplina il rito degli irreperibili, e cioè la procedura prevista, quale ipotesi di extrema ratio, per consentire la notifica all'imputato quando, non potendosi ricorrere alle formalità previste dall'art. 157, si può utilmente procedere nel giudizio solo utilizzando questa particolare forma di conoscenza “legale” degli atti.

Profili generali

L'art. 159 rappresenta la norma di chiusura del sistema delle notificazioni all'imputato, essendone imposta l'applicazione tutte le volte in cui non risulti possibile ricorrere alle modalità indicate dall'art. 157 (Cass. I, n. 1534/1996), per mancata conoscenza dei luoghi elencati da tale norma.

La notifica effettuata con il rito degli irreperibili determina una forma di conoscenza “legale” dell'atto, del tutto equiparabile a quella ordinariamente derivante dalle altre forme di notificazione, con la conseguenza che, anche in questo caso, è onere dell'imputato far conoscere tempestivamente all'autorità procedente gli eventuali fatti nuovi in relazione ai quali possa sorgere, a carico della stessa autorità, la necessità di ulteriori adempimenti (Cass. I, n. 2762/1992).

Con la sentenza (Corte cost. n. 309/1998), la Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità della disciplina stabilita dall'art. 159, sul presupposto che l'instaurazione e la definizione del processo a totale insaputa dell'imputato pregiudicherebbe il suo diritto di difesa, impedendogli di essere presente al processo.

I presupposti del ricorso al rito degli irreperibili

La circostanza che il rito degli irreperibili non offra la garanzia di una conoscenza realmente effettiva, ma solo “legale”, dell'atto da parte dell'imputato ha reso necessaria la previsione del suo utilizzo solo come ipotesi residuale, una volta esperiti inutilmente tutti gli altri possibili mezzi di notificazione, ovvero quando la condotta dell'imputato palesi un'indubbia volontà contraria alla ricezione degli atti, come, ad esempio, nel caso in cui si sia volontariamente sottratto a tale possibilità evadendo dagli arresti domiciliari applicatigli in altro procedimento (Cass. I, n. 28996/2001).

La formale adozione del decreto di irreperibilità necessita, dunque, della verificazione di specifici presupposti, in quanto momento terminativo di una sequenza procedurale connotata da rigide cadenze normativamente imposte. 

Primo e fondamentale presupposto è che risulti impossibile procedere con le ordinarie forme dell'art. 157, e tale aspetto è stato interpretato dalla dottrina (Grilli, 242) in maniera estensiva, fino a prevedere che il rito degli irreperibili operi solo quando non sia stato possibile effettuare la notifica con nessuna delle modalità indicate dall'art. 157, ivi compresa quella stabilita al comma 8 - e dunque solo ove non sia stato possibile procedere neanche al deposito dell'atto nella casa comunale -.

La giurisprudenza ha chiarito che non è necessario il previo esperimento del tentativo di notificazione, previsto dall'art. 157, ove le indagini della polizia giudiziaria, le ricerche anagrafiche e le informazioni dell'amministrazione penitenziaria abbiano ab initio palesato l'assoluta impraticabilità della notifica nei luoghi indicati dalla predetta disposizione (Cass. I, n. 20634/2008).

Si ritiene, altresì, esclusa la possibilità del ricorso alla procedura ex art. 159 quando l'imputato abbia proceduto ad una valida dichiarazione o elezione di domicilio, che, per sua natura, mantiene la propria validità anche in caso di successiva irreperibilità di fatto dell'imputato.

Pur non essendo indicato dal disposto normativo, la dottrina (Palumbo, 151) ritiene che, per poter procedere con le forme dell'art. 159, sia necessaria la redazione di una relata negativa di notifica che attesti l'impossibilità di effettuazione della notificazione ai sensi dell'art. 157.

Il secondo presupposto del rito degli irreperibili è rappresentato dalla necessaria effettuazione di nuove ricerche dell'imputato, disposte dall'autorità giudiziaria soprattutto, ma non esclusivamente, nei luoghi indicati dalla norma — nascita, ultima residenza anagrafica, ultima dimora, esercizio abituale dell'attività lavorativa, amministrazione carceraria centrale.

Le ricerche devono essere estese anche ai luoghi di dimora meramente temporanei ed occasionali, e non solo di dimora stabile, essendo chiaro che con la minuziosa indicazione dei luoghi effettuata nell'art. 159 il legislatore abbia voluto che la dichiarazione di irreperibilità sia preceduta da ricerche effettive — e non da mere richieste anagrafiche — in tutti i luoghi in cui sussista la possibilità di rintracciare l'imputato, senza lasciare nulla di intentato a tal fine (Cass. V, n. 33070/2005).

Tali ricerche sono di regola delegate agli organi di polizia giudiziaria, in quanto dotati di maggiori possibilità e mezzi rispetto all'ufficiale giudiziario. Al termine, la polizia giudiziaria redige una relazione all'autorità richiedente in cui indica, ai sensi dell'art. 61 disp. att., i luoghi di ricerca, gli ufficiali e gli agenti che hanno eseguite le ricerche, i nomi dei familiari dell'imputato reperiti e le notizie da tali ultimi fornite.

Secondo consolidata interpretazione giurisprudenziale, le ricerche necessarie ai fini dell'emissione del decreto di irreperibilità devono essere eseguite cumulativamente, e non alternativamente, in tutti i luoghi indicati dall'art. 159, e quindi anche in quello in cui l’imputato esercita abitualmente la sua attività lavorativa (Cass. V, n. 12179/2019).

Ai fini della validità del decreto d’irreperibilità, la completezza delle ricerche va valutata con riferimento agli elementi, conosciuti o conoscibili, risultanti dagli atti al momento in cui vengono eseguite, senza che eventuali notizie successive possano avere incidenza ex post sulla legittimità della procedura (Cass. III, n. 16708/2018).

In caso di impugnazione tardiva di un provvedimento notificato ai sensi dell'art. 159, spetta al giudice dell'impugnazione verificare la regolare emissione del decreto di irreperibilità, accertando la completezza delle ricerche effettuate ovvero la loro impraticabilità, indicando specificamente da quali atti processuali risulti tale ultima condizione (Cass. I, n. 4742/2014).

La giurisprudenza  ha precisato, con riferimento a talune specifiche situazioni, le modalità attraverso cui svolgere le nuove ricerche dell'imputato, così da garantire la validità del successivo decreto di irreperibilità.

È stata, ad esempio, affermata la legittimità del decreto di irreperibilità preceduto da ricerche svolte senza considerare il numero di utenza mobile del destinatario, essendo essa priva di qualsiasi collegamento certo con una persona od un luogo, a differenza di quanto avviene per l'utenza telefonica fissa, la cui conoscenza permette di allargare la ricerca anche al luogo ove l'utenza è installata (Cass. II, n. 2886/2015).

È nullo, invece, il decreto di irreperibilità emesso senza la preventiva verifica presso l'autorità di polizia dell'eventuale rilascio di un permesso di soggiorno dal quale desumere il recapito dell'imputato straniero (Cass. V, n. 35103/2014), così come è nullo il decreto di irreperibilità emesso sulla base di ricerche eseguite mediante consultazione di banche dati o archivi non aggiornati, o comunque non in grado di rivelare notizie attendibili sulla effettiva residenza o dimora dell'imputato (Cass. III, n. 52326/2014).

In caso di soggetto esercente l'attività imprenditoriale, le ricerche devono essere obbligatoriamente estese anche al luogo in cui l'impresa ha sede, rientrando anche detta attività nella nozione di attività lavorativa indicata dall'art. 159 (Cass. III, n. 12016/1998).

L'obbligo di disporre le ricerche all'estero sorge, invece, soltanto quando lo svolgimento delle ricerche interne abbia consentito di individuare la località ove l'imputato dimora o esercita abitualmente la sua attività (Cass. VI, n. 29147/2015).

È escluso, poi, che le ricerche debbano essere eseguite indistintamente in tutti i comuni in cui l'imputato abbia in precedenza abitato (Cass. V, n. 5127/2000).

Il decreto di irreperibilità

Verificatisi gli indicati presupposti, l'autorità giudiziaria emette il decreto di irreperibilità con cui, designato un difensore all'imputato che ne sia privo, ordina che la notificazione sia eseguita mediante consegna di copia dell'atto al difensore. Tali notificazioni sono valide ad ogni effetto, in quanto il difensore diviene rappresentante dell'irreperibile, senza, tuttavia, acquisire il potere di sostituirsi all'imputato negli atti da compiere personalmente o mediante procuratore speciale.

La notifica viene solitamente effettuata mediante consegna di un'unica copia dell'atto al difensore (Cass. VI, n. 39176/2015). È ammissibile, tuttavia, la notifica del decreto che dispone il giudizio all'imputato irreperibile mediante lettura al difensore presente all'udienza preliminare (Cass. V, n. 15656/2005).

Il riferimento normativo ad “autorità giudiziaria” lascia comprendere come il decreto di irreperibilità possa essere emesso anche dal pubblico ministero nel corso delle indagini preliminari. Nella fase degli atti preliminari al dibattimento l'emissione del decreto di irreperibilità spetta al presidente del tribunale (Cass. III, n. 106/1996).

Per la dottrina (Grilli, 254), il decreto di irreperibilità deve contenere, a pena di nullità o di inesistenza dell'atto, la data e la sottoscrizione del magistrato, oltre a dover essere motivato, pena l'inefficacia dell'atto notificato.

Nel momento in cui si ha notizia del domicilio dell'imputato dichiarato irreperibile, le notificazioni devono essere effettuate nelle forme ordinarie, senza la necessità di una revoca formale del decreto di irreperibilità, che ha una natura meramente dichiarativa (Cass. III, n. 46457/2019).

È stato osservato, poi, che la mera presentazione in udienza dell'imputato, già dichiarato irreperibile nel giudizio di primo grado, non è idonea, in difetto di conoscenza del reale domicilio, a farne cessare lo stato di irreperibilità e a legittimare la notifica del decreto di citazione in appello ex art. 157, comma 8-bis, dovendo, invece, il giudice di appello disporre nuove ricerche ai sensi dell'art. 160 (Cass. V, n. 39047/2007).

Ambito di applicazione

Oltre che nel giudizio di cognizione, il rito degli irreperibili trova applicazione anche nel procedimento di esecuzione, stante la crescente giurisdizionalizzazione di tale procedura e la mancanza di un'espressa previsione contraria.

Vige, peraltro, il generale principio per cui anche nel procedimento di esecuzione, applicandosi tutte le garanzie compatibili previste nel procedimento di cognizione, le notifiche devono essere eseguite con l'osservanza delle disposizioni dettate con riguardo all'imputato (Cass. I, n. 7412/2006), tra cui, dunque, anche quelle previste per l'imputato irreperibile. 

La declaratoria di irreperibilità dell'imputato non è, invece, consentita nella procedura di riesame, in quanto incompatibile con i suoi termini strettissimi e con le sue specifiche finalità (Cass. III, n. 3234/1990).

Il rito degli irreperibili, poi, è palesemente incompatibile con il procedimento per decreto, stante il disposto dell'art. 460, comma 4, per cui l'irreperibilità dell'imputato comporta la revoca del decreto penale di condanna e la restituzione degli atti al p.m.

Il procedimento ex art. 159, poi, non si applica: al giudizio direttissimo; all'applicazione della pena su richiesta delle parti, in cui necessita la manifestazione espressa della volontà da parte dell'imputato; ed al giudizio immediato, in cui vi è l'indispensabile presupposto del previo interrogatorio della persona sottoposta alle indagini.

Il rito degli irreperibili non si applica, infine, all'ipotesi della responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche, in quanto l'art. 43 d.lgs. n. 231/2001 espressamente prevede, al comma 4, che, ove non sia possibile eseguire le notificazioni all'ente in nessuno degli altri modi indicati dalla norma, debbano essere svolte nuove ricerche alle quali fa seguito, in caso di mancato esito positivo, non già l'emissione del decreto di irreperibilità, bensì la sospensione del procedimento da parte del giudice, su richiesta del pubblico ministero.

Modifiche introdotte dal d.lgs. n. 150/2022 (c.d. “riforma Cartabia”)

L’art. 10, comma 1, lett. m), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, ha interpolato, per evidenti esigenze di coordinamento con la nuova disciplina generale dettatta a disciplina del sistema delle notificazioni, il testo dell’art. 159, precisando che le modalità di notificazioni all’imputato in caso di irreperibilità previste da tale norma riguardano solo i casi di impossibilità di notifica telematica, «di cui all’art. 148, comma 4», ed in cui non sia possibile eseguire «la prima notificazione» nei modi previsti dall’art. 157.

Entrata in vigore della riforma

La modifica normativa ha decorrenza dal 30 dicembre 2022, ai sensi di quanto stabilito dall’art. 6 del d.l. 31 ottobre 2022, n. 162. 

In difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella si applicherà secondo il principio tempus regit actum.

Bibliografia

Bartolini - Bartolini - Savarro, Le notificazioni nel processo civile e nel processo penale, Piacenza, 2010; Cavallari, Le notificazioni nel processo penale, Milano, 1959; Cerqua, Le notificazioni nel processo penale, Milano, 2004; Fidelbo, Le attribuzioni del giudice penale e la partecipazione dell'ente al processo, in Aa. Vv., Reati e responsabilità degli enti, Milano, 2010, 435; Gialuz, Per un processo penale più efficiente e giusto. Guida alla lettura della riforma Cartabia, Profili processuali, in Sistema penale, 2022, 1; Grilli, Le notificazioni penali, Milano, 1990; Jazzetti-Pacini, La disciplina degli atti nel nuovo processo penale, Milano, 1993; Palumbo, Le notificazioni nel rito penale, Napoli, 1992.

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