Codice di Procedura Penale art. 219 - Modalità dell'esperimento giudiziale.

Aldo Aceto

Modalità dell'esperimento giudiziale.

1. L'ordinanza che dispone l'esperimento giudiziale contiene una succinta enunciazione dell'oggetto dello stesso e l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui si procederà alle operazioni. Con la stessa ordinanza o con un provvedimento successivo il giudice può designare un esperto per l'esecuzione di determinate operazioni.

2. Il giudice dà gli opportuni provvedimenti per lo svolgimento delle operazioni, disponendo per le rilevazioni fotografiche o cinematografiche o con altri strumenti o procedimenti [134].

3. Anche quando l'esperimento è eseguito fuori dell'aula di udienza, il giudice può adottare i provvedimenti previsti dall'articolo 471 al fine di assicurare il regolare compimento dell'atto.

4. Nel determinare le modalità dell'esperimento, il giudice, se del caso, dà le opportune disposizioni affinché esso si svolga in modo da non offendere sentimenti di coscienza e da non esporre a pericolo l'incolumità delle persone o la sicurezza pubblica.

Inquadramento

L’an del mezzo di prova è disciplinato dall’art. 218, il quomodo dalla norma in commento.

L'ordinanza del giudice

L'esperimento giudiziale, quale mezzo di prova tipico, può essere disposto nel corso del processo ma anche in sede di incidente probatorio (art. 392, c. 1, lett. f) nel corso delle indagini preliminari (o nella stessa udienza preliminare). La relativa decisione spetta al giudice che deve provvedere con ordinanza motivata (art. 125, c. 3) sui presupposti di ammissibilità della prova, prima ancora che sul contenuto della stessa (ché la sua positiva ammissione presuppone la non superfluità o irrilevanza rispetto al thema decidendum e che non sia vietata dalla legge; nel caso di incidente probatorio va spiegata anche l'urgenza della sua assunzione e della non differibilità al dibattimento). Assai improbabile (ma non impossibile, né di per sé vietato) che la prova venga assunta dal pubblico ministero in sede di accertamento tecnico non ripetibile (art. 360), soprattutto se si tratta di procedimento a carico di ignoti e l'incombente aiuti a indirizzare le indagini verso l'autore del reato o a restringere la platea dei sospettati.

Non osta all'assunzione della prova la possibilità che possa offendere sentimenti di coscienza o esporre a pericolo l'incolumità delle persone o la sicurezza pubblica: la tendenziale ricerca della verità non può soccombere rispetto a recessive esigenze di sicurezza o di pudore la cui tutela è rimessa al prudente apprezzamento del giudice cui compete la disciplina dell'udienza, anche nell'ipotesi che l'udienza si debba tenere al di fuori dell'aula (art. 471).

L'adozione dell'ordinanza presuppone l'interlocuzione delle parti in ordine all'an e al quomodo della prova: il contraddittorio non segue solo l'ordinanza, la precede pure, dovendo il giudice dar conto delle ragioni contrarie all'assunzione della prova con motivazione sindacabile in sede di impugnazione della sentenza (art. 586).

La verbalizzazione delle operazioni

L'ordinanza contiene l'enunciazione dell'oggetto della prova (in cosa cioè consista l'esperimento) e fornisce le coordinate spaziali e temporali della sua assunzione. La descrizione “postuma” dell'oggetto della prova ne disvela la reale portata derivando le conseguenze (ed eventuali patologie) della stessa non dal nome attribuitole dal giudice ma dalla sua essenza (poco male se un sopralluogo venga ritenuto dalle parti alla stregua di un esperimento giudiziale: il contraddittorio nell'assunzione della prova non ne risentirà; ben diverso sarebbe l'opposto, ma è ipotesi piuttosto rara).

L'indicazione del giorno e dell'ora è essenziale per consentire la partecipazione delle parti all'evento; il difetto di notifica rende la prova inutilizzabile nei confronti dell'ingiustamente pretermesso siccome non “legittimamente” acquisita ai sensi dell'art. 526, comma 1. Ove la patologia vizi l'incidente probatorio, il relativo risultato confluirà nel fascicolo del PM senza alcuna possibilità di transitare in quello del dibattimento in assenza del consenso della persona esclusa (in caso di più imputati, l'inserimento dell'atto nel fascicolo del dibattimento non legittima la sua utilizzazione nei confronti di chi non aveva potuto partecipare all'incidente; art. 403, c.p.p.).

L'esperimento deve lasciar traccia delle modalità del suo svolgimento e delle sue conseguenze, sia perché non rimanga impresso nella sola mente (e negli appunti) di chi vi ha preso parte, sia per consentire controlli successivi del governo logico dei risultati in tal modo acquisiti (artt. 192, comma 1, 546, comma 1, lett. e). Il fatto oggetto di esperimento giudiziale raramente è ripetibile e l'attimo dopo la sua esecuzione non esiste più in rerum natura; ma a prescindere dalla ripetibilità dell'esperimento, la sua rappresentazione cinematografica o fotografica restituisce sul piano documentale-visivo, garantendone la stabilità, la conferma (o meno) dell'informazione probatoria, mettendola a disposizione anche dei gradi successivi e a futura memoria. Sarà il giudice, dominus dell'incombente, a fungere da regista dell'evento, dando le opportune indicazioni ed avvalendosi, se necessario, della collaborazione di un esperto non solo per le operazioni in senso stretto ma anche per la loro ripresa cinematografica o fotografica. La norma non qualifica l'esperto come “perito”, né rimanda alle norme che disciplinano la perizia e tuttavia nulla esclude che le parti, pubblica e privata, possano nominare propri consulenti tecnici. La mancata nomina di un esperto non determina la nullità dell'esperimento ma di certo può incidere sulla valutazione di attendibilità (scientifica) del risultato.

Bibliografia

G. Bellavista, Esperimento giudiziale, Enc. Dir., Vol XV, Milano, 1966, pagg. 747 e segg.; F. Cordero, Procedura penale, Milano, 2012, pagg. 777 e segg.; Siracusano, Galati, Tranchina, Zappalà, Diritto processuale penale, Milano 2013, pag. 289; P. Tonini, Manuale di procedura penale, Milano, 2020, pagg. 332 e segg.; G. Lozzi, Lezioni di procedura penale, Torino, 2002, pag. 246 e seg.; G. Ubertis, Sistema di procedura penale, Milano, 2020, Vol. II, pagg. 268 e segg.; C. Ingrao, sub art. 218, in Codice di procedura penale, a cura di G. Canzio e R. Brichetti, Giuffrè, 2017, Tomo I, pagg. 1533 e seg.; C. Bonzano, Esperimenti giudiziali, in Procedura Penale, Teoria e pratica del processo, a cura di G. Spangher, A. Marandola, G. Garuti, L. Kalb, Torino, 2015, Vol. 1, pagg. 914 e segg; F. Morlacchini, sub art. 218, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Giuffrè, 2017, pagg. 339 e segg.; M. Menna, sub. art. 219, in Codice di procedura penale commentato, a cura di A. Giarda e G. Spangher, Torino, 2017, Tomo I, pagg. 2186 e segg.; G. Conso, V. Grevi, Compendio di procedura penale, Padova, 2008, pag. 345 e seg.

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