Codice di Procedura Penale art. 234 - Prova documentale.

Enrico Campoli

Prova documentale.

1. È consentita l'acquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o qualsiasi altro mezzo.

2. Quando l'originale di un documento del quale occorre far uso è per qualsiasi causa distrutto, smarrito o sottratto e non è possibile recuperarlo, può esserne acquisita copia [112].

3. È vietata [191] l'acquisizione di documenti che contengono informazioni sulle voci correnti nel pubblico intorno ai fatti di cui si tratta nel processo o sulla moralità in generale delle parti, dei testimoni, dei consulenti tecnici e dei periti [194 1, 3].

Inquadramento

L'art. 234 costituisce la norma introduttiva della prova documentale descrivendone oggetto, modalità di acquisizione, ambito di applicazione e confini: tra quest'ultimi, di peculiare rilievo, il divieto di introdurre nel processo la vox populi a mezzo di documenti che, surrettiziamente, la promuovano.

L'acquisizione documentale

Profili generali

La prova trova nei documenti uno dei mezzi più rappresentativi a mezzo del quale introdurre nel processo fatti, persone o cose.

Con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione la prova documentale ha acquisito uno spettro ben più ampio del dato cartaceo:

la dematerializzazione di quest'ultimo, in uno al sempre più ampio spazio che va occupando il dato digitale, comporta il necessario adeguamento, anche nello specifico campo probatorio, dell'elemento documentale da sottoporre alla valutazione dell'autorità giudiziaria.

La natura del documento

Netta è la distinzione che occorre avere presente tra l'atto ed il documento in quanto mentre il primo costituisce il precipitato di ciò che si forma nel corso dello svolgimento del procedimento il secondo “nasce” all'esterno di esso e vi viene introdotto previa verifica da parte dell'autorità giudiziaria.

La mediazione svolta dall'autorità giudiziaria ai fini dell'acquisizione documentale costituisce il filtro a mezzo del quale fatti, persone o cose rappresentate in essi possono trovare ingresso nell'ambito del processo.

Modalità

La rappresentazione dei fatti, delle persone o delle cose può tanto trovare diretta espressione nel dato documentale quanto essere mediato da altri mezzi quali la fotografia, la cinematografia e la fonografia.

La documentazione fotografica svolta dalla polizia giudiziaria in sede ispettiva costituisce prova documentale ex art. 234, ed in quanto tale acquisibile al fascicolo del dibattimento  (Cass. III, n. 27118/2015).

Le videoregistrazioni aventi ad oggetto comportamenti non comunicativi tenuti all'interno di una casa di cura, - quest'ultima non identificabile come luogo di privata dimora - non rientrano nella disciplina delle intercettazioni e non necessitano di alcuna autorizzazione preventiva del giudice : i risultati delle stesse, pertanto, sono pienamente utilizzabili come prova atipica ex artt. 189 – 234 c.p.p. (Cass. VI, n. 28004/2019).

La residualità

Il margine di residualità che il legislatore ha riservato ad altri mezzi di rappresentazione, — con l'espressione: “o qualsiasi altro mezzo” —, costituisce l'addentellato necessario per far sì che, di pari passo all'evoluzione degli stessi, la prova documentale trovi sempre possibilità di esprimersi nel processo.

I messaggi di posta elettronica (memorizzati nell’account o nel computer del mittente ovvero in quelli del destinatario) – ed anche quelli in mera forma di bozza (Cass. IV, n. 40903/2016) - hanno natura di documenti informatici e per questo sono acquisibili al processo a mezzo dell’art. 234 c.p.p. e non attraverso la disciplina di cui all’art. 266-bis c.p.p. atteso che quest’ultima necessita della loro captazione in un flusso di comunicazioni in pieno svolgimento (Cass., VI, n. 12975/2020).

L'equipollenza documentale

Profili generali

La ricostruzione fattuale trova nei documenti uno dei fondamentali punti di riferimento, e la necessità incombente sul processo di riuscire a ricostruire gli avvenimenti su cui poi fondare le decisioni fa sì che assuma prevalenza il recupero di tutte le fonti documentali, anche di quelle smarrite, distrutte o sottratte alla conoscenza processuale.

Il recupero documentale

Quello del recupero delle fonti documentali, — così come quello, più in generale, del recupero delle fonti processuali già acquisite e poi successivamente disperse, sottratte o distrutte di cui si occupano gli artt. 112 e 113 —, è una preoccupazione che il legislatore affronta consentendo la loro surroga a mezzo dell'acquisizione della copia delle stesse.

La copia estratta da un documento informatico è processualmente utilizzabile, salvo che se ne deduca e dimostri la manipolazione (Cass., VI, n. 12975/2020).

L'oggetto dei divieti documentali

Profili generali

L'aspirazione, sempre più chimerica, che il processo penale possa rimanere estraneo alle influenze esterne ha indotto il legislatore ad una petizione di principio: tutti i documenti che tendono a portare in sede processuale la vox populi riguardo ai fatti oggetto della verifica processuale non possono essere acquisiti.

Divieto

Il confine sancito dal legislatore in merito alle “voci correnti nel pubblico” non attiene solo ai fatti oggetto della verifica processuale ma anche alla “moralità in generale” dei diversi soggetti processuali.

La valutazione della moralità dei soggetti processuali non è un tema estraneo alla prova documentale, tant'è che ne può formare specifico oggetto per come regolamentato dall'art. 236, ma è impedito che essa sia affidata a fonti non verificabili.

Casistica

I messaggi “whatsappe gli “sms” conservati nella memoria di un telefono cellulare sottoposto a sequestro hanno natura di documenti ai sensi dell'art. 234 sicché la loro acquisizione non costituisce attività di intercettazione disciplinata dagli artt. 266 e ss. atteso che quest'ultima esige la captazione di un flusso di comunicazioni in atto ed è, pertanto, attività diversa dall'acquisizione “ex post” del dato conservato nella memoria dell'apparecchio telefonico che documenta flussi già avvenuti (Cass. V, n. 1822/2018,Cass. VI, n. 1822/2020).

Il testo di un messaggio sms fotografato dalla Pg sul display del telefono cellulare che lo ha ricevuto ha natura documentale ed è pienamente utilizzabile in sede processuale anche nel caso in cui non si sia provveduto al sequestro dell'apparecchio in quanto “non essendo in quel momento in corso alcuna attività di captazione delle conversazioni” la cristallizzazione avviene a mezzo di persona che, nello svolgimento delle sue funzioni, garantisce la genuinità e la autenticità del dato (irripetibile) acquisito  (Cass. I, n. 21731/2019;   sulla  legittima utilizzazione ex art. 234 c.p.p. dei  messaggi sms fotografati : cd. “screenshot”, Cass, III, n. 8322/2020).

Le videoregistrazioni aventi ad oggetto comportamenti, comunicativi e non, disposte dalla polizia giudiziaria nel corso delle indagini preliminari, in luoghi non riconducibili al concetto di domicilio, senza l'autorizzazione preventiva dell'autorità giudiziaria, sono qualificabili come prova documentale atipica e per questo pienamente utilizzabili (Cass. II, n. 22972/2018).

La registrazione fonografica di colloqui tra presenti è utilizzabile quale prova documentale ex art. 234 c.p.p. purché ne sia certa la sua effettuazione da parte di uno dei soggetti partecipanti ovvero da uno dei legittimati ad assistervi tant'è che laddove ne difetti la prova la stessa va qualificata come intercettazione inutilizzabile (Cass.VI, n. 5782/2020).

I documenti acquisiti, autonomamente, dalle Parti presso le Autorità amministrative straniere sono pienamente utilizzabili in quanto rientranti nell'applicabilità della disciplina di cui agli artt. 234 e ss. cod. proc. pen. in materia di prova documentale : in tali casi, dunque, non trova spazio alcuna sanzione di inutilizzabilità per il mancato rispetto delle norme sulle rogatorie “essendosi al di fuori di qualsiasi indagine penale” –Cass., II, n. 21791/2022.

La copia fotostatica di un fax , oggetto di intercettazione in un procedimento diverso, può essere acquisito probatoriamente come documento anche se priva di certificazione di conformità e disconosciuta dall'imputato, laddove idonea ad assicurare l'accertamento fattuale – (Cass., III, n. 8557/2022)

Bibliografia

Cantone, La prova documentale, Milano, 2004; Zacchè, La prova documentale, Milano, 2012.

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