Codice di Procedura Penale art. 237 - Acquisizione di documenti provenienti dall'imputato.

Enrico Campoli

Acquisizione di documenti provenienti dall'imputato.

1. È consentita l'acquisizione, anche di ufficio [190], di qualsiasi documento proveniente dall'imputato [240], anche se sequestrato presso altri o da altri prodotto.

Inquadramento

L'art. 237 tende ad estendere, in materia documentale, il diritto di difesa dell'imputato/indagato in modo massimale onde potere consentire allo stesso di far giungere all'attenzione del giudice, — che potrà anche attivare i propri poteri d'ufficio ai fini dell'acquisizione —, tutto quanto utile alla decisione che sia direttamente a lui riconducibile.

La produzione documentale dell'imputato

Profili generali

In ogni stato e grado del procedimento l'imputato/indagato può avere interesse a produrre documentazione utile alla propria difesa, documentazione che può tanto essere in suo possesso quanto nella disponibilità di terzi (soggetti privati o pubblici).

Il diritto di difesa

In ossequio al canone costituzionale di cui all'art. 24 Cost. il legislatore affida il potere riconosciuto dall'art. 237 direttamente al soggetto interessato in quanto non si è in presenza della mera produzione documentale che ha un'accezione più larga, — ed è solitamente svolta dal difensore —, bensì della provenienza di essa dall'imputato.

La provenienza

Il documento proveniente dall'imputato è quello di cui quest'ultimo è autore ovvero quello che, pur non essendo da lui sottoscritto, riguarda la sua persona.

Per provenienza dall'imputato bisogna, pertanto, intendere non la mera produzione dalle sue mani bensì la diretta riconducibilità di quel documento o alla sua sottoscrizione ovvero, pur in assenza di tale requisito formale, allo stesso.

Non tutto ciò che è prodotto direttamente dall'imputato è proveniente dallo stesso atteso che solo quanto a lui appartenente, in modo diretto, — sottoscrivendolo —, o indiretto —, riconducendolo alla sua persona —, è davvero tale.

Le dichiarazioni contenute in un memoriale proveniente dall’imputato, acquisito agli atti del processo, sono utilizzabili “erga alios” senza limiti, fatto salvo l’obbligo del giudice di verificarne l’attendibilità atteso che le stesse, rese per iscritto, sono irriducibili alle risposte orali fornite in sede di interrogatorio (Cass. VI, n. 37601/2018).

Le dichiarazioni etero-accusatorie contenute in un memoriale proveniente dal coimputato sono acquisibili come documenti ex art. 234 c.p.p. nel processo a carico di altro soggetto ma il loro contenuto non è utilizzabile a fini probatori (Cass. I, n. 12305/2020).

Tipologia dei documenti

Alcuna preclusione documentale è sancita dalla legge riguardo alla tipologia dei documenti producibili direttamente dall'imputato: essa è la più ampia possibile, purché rispettosa del canone della provenienza sopra specificato.

È per questo che, in sede di legittimità, si è avuto modo di differenziare il regime applicabile alle dichiarazioni rese dall'imputato/indagato all'autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria ex art. 63 da quelle (anche di natura confessoria) svolte a mezzo di documenti prodotti direttamente dallo stesso riconoscendone la piena utilizzabilità  (Cass. IV, n. 27173/2015).

Dichiarazioni del detenuto

Soprattutto l'imputato ristretto in carcere può avere l'esigenza di produrre all'autorità giudiziaria documentazione (dichiarazioni) da lui proveniente ovvero sollecitarne l'acquisizione nei luoghi in cui la stessa è rinvenibile.

È per questo che l'art. 123 si occupa dell'immediata trasmissione all'autorità giudiziaria della documentazione direttamente proveniente dall'imputato dando così efficacia alla stessa come se fosse direttamente consegnata alla stessa.

Le dichiarazioni confessorie o le ammissioni contenute in un documento proveniente dall’imputato sono acquisibili al processo e pienamente utilizzabili nei suoi confronti (Cass., II, n. 3819/2020).

I poteri d'ufficio del giudice in merito alla produzione documentale dell'imputato

Profili generali

Anche quando la documentazione è proveniente dall'imputato non sempre lo stesso ne ha la disponibilità rendendosi così necessario attivare i poteri d'acquisizione dell'autorità giudiziaria.

Tali poteri possono essere attivati anche d'ufficio tutte le volte in cui si ritiene che quella documentazione proveniente dall'imputato, — intendendosi la provenienza nell'accezione personale sopra specificata —, sia probatoriamente utile alla decisione da assumere.

L'acquisizione

La documentazione proveniente dall'imputato può essere nel possesso di altri soggetti ovvero da quest'ultimi prodotta in altro procedimento: in tali casi l'autorità giudiziaria può, con i poteri regolamentati in sede di sequestro probatorio, modulabili a mezzo della richiesta di esibizione e di consegna copia, svilupparne l'acquisizione nel procedimento d'interesse.

Indagini difensive

L'acquisizione di documentazione proveniente dall'imputato ma non in possesso dello stesso bensì nella disponibilità della pubblica amministrazione può anche essere assicurata a mezzo dei poteri riconosciuti dal legislatore in materia di indagini difensive.

L'art. 391-quater si occupa dell'acquisizione di documentazione in possesso della pubblica amministrazione che ben può essere anche di provenienza dell'imputato nel qual caso è legittima l'attivazione diretta ovvero, in subordine, quella in supplenza dell'autorità giudiziaria.

Casistica

Il racconto romanzato, proveniente dall'imputato, nel quale viene compiutamente descritta la futura azione delittuosa poi messa in atto, così disvelandone il movente, è acquisibile ed utilizzabile ex art. 237 c.p.p. quale elemento di prova valutabile unitamente agli altri (Cass. V, n. 48049/2020).

Bibliografia

Cantone, La prova documentale, Milano, 2004; Zacchè, La prova documentale, Milano, 2012.

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