Codice di Procedura Penale art. 250 - Perquisizioni locali.

Enrico Campoli

Perquisizioni locali.

1. Nell'atto di iniziare le operazioni [103], copia del decreto di perquisizione locale è consegnata all'imputato [60, 61], se presente, e a chi abbia l'attuale disponibilità del luogo, con l'avviso della facoltà di farsi rappresentare o assistere da persona di fiducia, purché questa sia prontamente reperibile e idonea a norma dell'articolo 120 [356, 365].

2. Se mancano le persone indicate nel comma 1, la copia è consegnata e l'avviso è rivolto a un congiunto, un coabitante o un collaboratore ovvero, in mancanza, al portiere o a chi ne fa le veci [80 2 att.].

3. L'autorità giudiziaria, nel procedere alla perquisizione locale, può disporre con decreto motivato che siano perquisite le persone presenti o sopraggiunte, quando ritiene che le stesse possano occultare il corpo del reato o cose pertinenti al reato [247]. Può inoltre ordinare, enunciando nel verbale [134] i motivi del provvedimento, che taluno non si allontani prima che le operazioni siano concluse. Il trasgressore è trattenuto o ricondotto coattivamente sul posto [131, 378].

Inquadramento

L'art. 250 disciplina, nel dettaglio, le perquisizioni locali, — che hanno un'accezione più ampia di quelle domiciliari —, garantendo al soggetto cui tali luoghi sono riconducibili alcuni diritti e garanzie che hanno, comunque, come limite la necessità di svolgimento dell'atto investigativo.

Le perquisizioni locali

 

Profili generali

Così come già osservato in sede di ispezioni anche la norma sulle perquisizioni locali ha quale riferimento l'imputato come soggetto cui sia da ricondurre il luogo da perquisire: le medesime garanzie e gli stessi diritti riconosciuti al primo vanno estesi all'indagato ed a qualsiasi altro soggetto che vi sia sottoposto.

Soggetti interessati

Alla perquisizione locale non necessariamente può ritenersi interessato solo il soggetto (imputato/indagato) che abbia già una sua vestizione processuale ben potendo la stessa riguardare soggetti cui l'atto investigativo può essere esteso.

Quel che rileva è la circostanza fattuale, in concreto, di avere la disponibilità “dei luoghi” ovvero, anche, dei luoghi in cui si trovano le cose atteso che l'autorità giudiziaria non ha, in quella fase embrionale delle indagini, la necessità di ricondurre la responsabilità indiziaria in capo ad un soggetto ben individuato quanto piuttosto di acquisire alle indagini elementi di prova utili per il prosieguo.

In sede di legittimità si è avuto modo, difatti, di stabilire che il fumus necessario per la ricerca della prova attiene non alla colpevolezza di questo o quel soggetto bensì alla avvenuta commissione dei reati, nella loro accezione materiale - (Cass. III, n. 6465/2007).

Disponibilità

Proprio in forza delle ragioni esposte da ultimo il legislatore nel descrivere il raggio d'azione della perquisizione locale ha utilizzato il concetto di “disponibilità” dei luoghi.

Tale concetto è volutamente “aperto” in quanto teso a rendere più agevole lo svolgimento dell'atto investigativo, spesso caratterizzato dalla necessità di essere compiuto con estrema celerità.

Le ragioni di somma urgenza e lo svolgimento in concreto affidato alla polizia giudiziaria inducono ad un'individuazione, sommaria, della disponibilità del luogo in capo a determinati soggetti — laddove individuabili —.

La circostanza che tale individuazione, per quanto sommaria, non sia possibile non determina in alcun modo l'interruzione o il ritardo dell'atto investigativo.

Ne costituisce conferma l'art. 80 disp. att. che nell'individuare i soggetti che possono fare le veci di quello interessato prevede sia l'integrazione complementare con la figura del portiere (ovvero di chi lo sostituisce nelle funzioni) quanto la possibilità, in ultima analisi, di depositare l'atto presso la cancelleria o la segreteria dell'autorità giudiziaria con relativa affissione alla porta del luogo ove si è svolta la perquisizione.

Forma

La perquisizione dei luoghi è disposta a mezzo del decreto motivato dell'autorità giudiziaria.

Consegna copia

In sede d'esecuzione il primo atto formale è costituito dalla consegna del decreto motivato, in copia, al soggetto interessato ovvero a chi ne fa le veci ex art. 250, comma 2:della stessa si dà atto nel verbale delle operazioni, verbale nel quale confluiscono, complessivamente, tutti gli eventi che riguardino l'espletamento della perquisizione.

Non è necessaria la consegna di copia dell’atto al co-detentore dei locali perquisiti e delle cose ivi rinvenute essendo tale modalità, al fine di ritenere legittima la perquisizione e l’eventuale sequestro, normativamente prevista solo nei confronti dell’indagato ovvero di chi abbia la disponibilità dei beni al momento dello svolgimento dell’atto a sorpresa (Cass, II, n. 34875/2019).

Svolgimento della perquisizione locale

Come già sopra evidenziato la non individuazione del soggetto cui i luoghi sono riconducibili, così come ogni eventuale assenza o non immediata reperibilità dello stesso, non determinano alcuna interruzione o ritardo della perquisizione locale.

L'ordine di essere presenti

Contenuto

L'autorità giudiziaria, o la polizia giudiziaria su sua delega, può ritenere necessaria, ai fini di un più celere e proficuo espletamento dell'atto, che sia assicurata la presenza di un soggetto individuato.

La principale causale della necessità della presenza di un determinato soggetto va individuata nel fatto che lo stesso, avendone la disponibilità, può essere ragionevolmente in grado di favorire l'accesso facilitato ai luoghi (possesso chiavi; codici di sicurezza; etc.).

Coattività della presenza

Così come è riconosciuto il potere di selezionare un soggetto predeterminato, affinché presenzi alla perquisizione dei luoghi, altrettanto è previsto riguardo al potere di disporre la presenza coattiva dello stesso (o di altro, individuato in loco) per tutto il tempo delle operazioni (o per parte di esse).

Il potere di imporre la presenza coattiva si spinge, coerentemente, sino alla possibilità di disporre la riconduzione coattiva sul luogo della perquisizione del soggetto che si sia, arbitrariamente, allontanato.

Soccorrono, a tal fine, i poteri coattivi di cui agli artt. 378 e 131 e ss.

Casistica

La disciplina dell’attività di perquisizione e sequestro diretta alla ricerca delle armi, ai sensi dell’art. 41, r.d. n. 773/1931, ha carattere speciale rispetto alla disciplina generale dei mezzi di ricerca della prova (art. 250): ne consegue che, poiché detta attività di perquisizione e sequestro non presuppone l’esistenza di una notizia di reato non occorre la preventiva autorizzazione dell’Autorità giudiziaria (Cass. VI, n. 16844/2018). 

Bibliografia

Felicioni, Le ispezioni e le perquisizioni, Milano, 2012.

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