Codice di Procedura Penale art. 251 - Perquisizioni nel domicilio. Limiti temporali.

Enrico Campoli

Perquisizioni nel domicilio. Limiti temporali.

1. La perquisizione in un'abitazione [14 Cost.] o nei luoghi chiusi adiacenti a essa non può essere iniziata prima delle ore sette e dopo le ore venti [352 3].

2. Tuttavia nei casi urgenti l'autorità giudiziaria può disporre per iscritto che la perquisizione sia eseguita fuori dei suddetti limiti temporali.

Inquadramento

L'art. 251 è una norma di principio che esclude lo svolgimento della perquisizione domiciliare in determinati orari, — strettamente connessi al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 Cedu) —, andando essi ad infrangere il diritto al riposo ed alla quiete privata. È per tale motivo che l'eventuale deroga deve essere espressamente motivata con riguardo alla necessità di svolgere la perquisizione domiciliare nell'orario vietato (dalle ore 20 della sera alle ore 7 del mattino).

L'inviolabilità del domicilio

 

Profili generali

L'art. 14 Cost. sancisce l'inviolabilità del domicilio, intendendosi per esso il luogo d'elezione della persona umana, centro della propria personalità e del proprio sviluppo relazionale intimo.

Ad esso corrisponde, e ne rende ancor più espliciti i contenuti, l'art. 8 Cedu secondo cui il rispetto della propria vita privata e familiare trova proprio nel domicilio uno dei luoghi di sacrale inviolabilità.

Solo in presenza di compravate ragioni l’autorità pubblica ha, difatti, il cd. diritto d’ingerenza, il quale, proprio per la sua connaturata invasività, necessita di essere specificamente perimetrato.

Definizione

Il codice di procedura penale accede ad un concetto giuridico di domicilio più ampio di quello assunto in sede civile atteso che lo stesso viene esteso “ai luoghi chiusi adiacenti” all'abitazione.

Funge da perimetro più esteso quanto sancito dall'art. 614 c.p. il quale delinea la tutela dell'interesse alla tranquillità ed alla sicurezza nel proprio domicilio non al mero concetto d'abitazione bensì a quello, oggettivamente più ampio, di privata dimora.

È tra questi due limiti che occorre individuare il giusto punto di equilibrio.

L'inviolabilità non attiene unicamente al luogo fisico costituzionalmente tutelato, — l'abitazione del soggetto perquisito e le sue adiacenze —, ma anche alla sfera personale del soggetto interessato che nell'ambito privato trova pieno sviluppo.

Svolgimento

Nel comma 1 dell'art. 251 viene espresso un categorico divieto, quello che le perquisizioni dell'abitazione e dei luoghi chiusi ad essa adiacenti non possa mai svolgersi nell'orario che va dalle ore 20 della sera alle ore 7 del mattino.

La ragione di tale divieto risiede nella naturale invasività dell'atto che, soprattutto, laddove va a violare l'intimità di una persona, — e delle cose che in quel luogo si trovano —, diventa peculiarmente “violento” negli orari dediti al riposo ed alla quiete.

Altrettanta importanza riveste la circostanza che in quegli orari è naturale rinvenire la presenza di più persone, e tra esse di minori, del tutto estranei all'oggetto d'accertamento e che, nelle occasioni deputate, dovrebbero essere preservati con specifiche prevenzioni di allontanamento ovvero con la presenza di operatori specializzati.

Il diritto di ingerenza dell'autorità pubblica

 

Profili generali

Al divieto generale di svolgere le perquisizioni domiciliari nell'intervallo temporale tra le ore 20 della sera e le ore 7 del mattino il legislatore ha concesso la possibilità di una deroga affidandola alla necessità di una specifica motivazione.

Urgenza

Il primo presupposto cui ancorare la necessità di ricorrere all'atto di perquisizione domiciliare in orario diverso da quello ordinariamente consentito è costituito dall'urgenza, elemento quest'ultimo da declinare necessariamente riguardo al conseguimento di un risultato investigativo.

L'art. 352, comma 3, fa espresso riferimento a tale possibilità sancendo che la perquisizione domiciliare può essere eseguita anche fuori dei limiti temporali dettati dall’art. 251 quando il ritardo potrebbe pregiudicarne l’esito.

Discende, direttamente, da tale impostazione che gli obiettivi da conseguire debbano trovare nell’orario prescelto ( diverso da quello stabilito dalla legge) precipuo rimando.

In alcun modo il diritto di ingerenza dell'autorità pubblica nella vita personale e familiare del soggetto interessato, — che costituisce già un'eccezione rispetto alla garanzia costituzionale dettata dall'art. 14 cit. —, può trovare giustificazione in motivazioni attinenti necessità organizzative dei corpi di polizia bensì deve essere strettamente connesso ad un'esigenza di acquisizione della prova in quello specifico intervallo di tempo e non in quello altrimenti consentito.

Forma

Fermo restando la forma del decreto motivato, prevista in generale per gli atti di perquisizione, nei casi di deroga all'intervallo temporale previsto ordinariamente, l'autorità giudiziaria deve espressamente mettere per iscritto le motivazioni che rendono quegli specifici risultati sopra menzionati conseguibili unicamente in quell'orario.

L'assenza di sanzioni

 

Profili generali

L'art. 124 stabilisce che anche in assenza di nullità o di altra sanzione processuale i soggetti processuali sono tenuti al rispetto delle norme del codice di procedura penale tant'è che eventuali inosservanze possono avere comunque conseguenze di natura disciplinare.

Utilizzabilità

Per l'espressa violazione delle norme in tema di perquisizione domiciliare, ed in particolare, riguardo al mancato rispetto dei limiti temporali sanciti dall'art. 251, non è prevista alcuna sanzione di inutilizzabilità degli esiti, se non nella misura in cui le operazioni costituiscono oggetto di valutazione probatoria.

Rilevanza penale

Tutto ciò però che esula dal rilievo disciplinare e sconfina nell'abuso di funzioni da parte del soggetto agente acquisisce rilevanza penale e trova concreta punibilità nel disposto di cui all'art. 609 c.p.

Casistica

La violazione dei limiti temporali sanciti dall'art. 251 cod. proc. pen. non comporta alcuna nullità né inutilizzabilità a fini di prova di quanto rinvenuto versandosi nell'ipotesi di mera irregolarità – (Cass., IV, n. 21304/2022).

Bibliografia

Felicioni, Le ispezioni e le perquisizioni, Milano, 2012.

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