Codice di Procedura Penale art. 330 - Acquisizione delle notizie di reato.Acquisizione delle notizie di reato. 1. Il pubblico ministero e la polizia giudiziaria prendono notizia dei reati di propria iniziativa e ricevono le notizie di reato [55] presentate o trasmesse a norma degli articoli seguenti. InquadramentoNaturali intercettori delle notizie di reato sono polizia giudiziaria e pubblico ministero. La norma non li dipinge come passivi recettori di tali notizie: possono anche andarsele a cercare, purché se ne abbia un sospetto concreto che non alligni esclusivamente nella mente di chi indaga. Introduzione. RinvioL'art. 330 apre il Titolo II in materia di notizie di reato. Cosa qualifichi una notizia di reato si vedrà nell'analisi degli articoli che seguono. Qui è sufficiente premettere che: a) senza una notizia di reato non si ha procedimento iscrivibile nel registro delle notizie di reato (art. 335); b) la notizia di reato è notizia di un fatto, non del suo colpevole (non potendosi altrimenti concepire i procedimenti a carico di ignoti); c) chi è informato di un fatto-reato non sempre è obbligato a denunziarlo alla polizia giudiziaria o all'autorità giudiziaria (artt. 361-365 c.p.); d) anche il pubblico ministero è titolato a prendere notizia dei reati di sua iniziativa. Si rinvia, nel resto, all'analisi dei successivi articoli che disciplinano, sul piano procedurale, l'adempimento degli obblighi di denunzia posti a carico dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio (art. 331), dei privati (art. 333) e degli esercenti le professioni sanitarie (art. 334). CasisticaSulla base di una denuncia anonima non è possibile procedere a perquisizioni, sequestri e intercettazioni telefoniche, trattandosi di atti che implicano e presuppongono l'esistenza di indizi di reità. Tuttavia, gli elementi contenuti nelle denunce anonime possono stimolare l'attività di iniziativa del P.M. e della polizia giudiziaria al fine di assumere dati conoscitivi, diretti a verificare se dall'anonimo possano ricavarsi estremi utili per l'individuazione di una “notitia criminis” (Cass. VI, n. 34450/2016che ha ritenuto legittimi l'attività di perquisizione ed il sequestro di un telefono cellulare e di materiale informatico eseguiti a seguito di un'attività investigativa, avviata sulla base di una denuncia anonima, nel corso della quale era emersa la pubblicazione in rete di numerosi post a contenuto diffamatorio pubblicati mediante l'account creato sul social network facebook a nome dell'imputato, indagato in relazione ai reati di cui agli artt. 278,291 e 214 c.p.; conformi, Cass. V, n. 4329/2009; Cass. IV, n. 30313/2005; Cass. VI, n. 5843/1998); Deve ritenersi legittima l'acquisizione dei risultati di intercettazioni disposte in un diverso procedimento come notitiae criminis, costituenti, nel procedimento “ad quem”, il presupposto di nuovi ed autonomi provvedimenti autorizzativi, senza che sia necessario il deposito di verbali e registrazioni relativi al procedimento a quo, giacché in tal caso non trova applicazione l'art. 270 c.p.p., che disciplina il differente profilo dell'utilizzazione del contenuto delle intercettazioni eseguite in altro procedimento (Cass. V, n. 4758/2016); Gli accertamenti della polizia giudiziaria, nel caso di specie diretti all'acquisizione di una notizia di reato commesso da un dipendente pubblico, non trovano limitazioni nelle disposizioni dello Statuto dei lavoratori che fanno divieto al datore di lavoro di adibire le guardie particolari giurate alla vigilanza sull'attività di lavoro dei dipendenti, se non per la tutela del patrimonio aziendale (Cass. II, n. 44912/2008); In tema di rapporti giurisdizionali con autorità straniere, è legittima l'acquisizione all'estero da parte della polizia italiana di documentazione in collaborazione con le autorità locali, secondo modalità prescindenti dall'espletamento di rogatorie internazionali, in una fase antecedente l'accertamento della notitia criminis, nella quale non trovano ancora spazio le garanzie di cui all'art. 727 e segg. (Cass. III, n. 41534/2002che, in applicazione di tale principio, ha censurato l'ordinanza del Tribunale del riesame che aveva annullato il sequestro probatorio in considerazione dell'impossibilità di accertare il fumus delicti, facendo riferimento la denuncia a documentazione acquisita all'estero “per le vie brevi” e attraverso canali riservati, secondo modalità estranee al codice di rito). BibliografiaColaiacovo, L’anonimo nella ricerca della notizia di reato, in Cass. pen. 2011, fasc. 11, 4321; Nocerino, Le denunce anonime come strumento di indagine. Un difficile equilibrio tra efficienza e garanzie. (Denunce anonime), in Dir. pen. e proc., 2017, fasc. 12, 1607; Silvestri, Sub art. 330, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017. |