Codice di Procedura Penale art. 343 - Autorizzazione a procedere.Autorizzazione a procedere. 1. Qualora sia prevista l'autorizzazione a procedere [313 c.p.], il pubblico ministero ne fa richiesta a norma dell'articolo 344 [111 att.] (1). 2. Fino a quando non sia stata concessa l'autorizzazione, è fatto divieto di disporre il fermo [384] o misure cautelari personali [280-290, 312, 313] nei confronti della persona rispetto alla quale è prevista l'autorizzazione medesima nonché di sottoporla a perquisizione personale [249, 352] o domiciliare [250, 251, 352], a ispezione personale [245], a ricognizione [213, 214], a individuazione [361], a confronto [211, 212], a intercettazione di conversazioni o di comunicazioni [266 s.]. Si può procedere all'interrogatorio [65, 364, 374] solo se l'interessato lo richiede. 3. Gli atti previsti dal comma 2 sono consentiti, anche prima della richiesta di autorizzazione, quando la persona è colta nella flagranza [382] di uno dei delitti indicati nell'articolo 380, commi 1 e 2. Tuttavia, quando l'autorizzazione a procedere o l'autorizzazione al compimento di determinati atti sono prescritte da disposizioni della Costituzione o di leggi costituzionali, si applicano tali disposizioni, nonché, in quanto compatibili con esse, quelle di cui agli articoli 344, 345 e 346 (2) (3). 4. Gli atti compiuti in violazione di quanto stabilito nei commi 2 e 3 non possono essere utilizzati [191]. 5. L'autorizzazione a procedere, una volta concessa, non può essere revocata. (1) Per l'autorizzazione a procedere in ordine a reati ministeriali, v. l. cost. 16 gennaio 1989, n. 1 e l. 5 giugno 1989, n. 219. V. anche l'art. 96 Cost., come sostituito dall'art. 1 l. cost. n. 1, cit. Per l'autorizzazione a procedere nei confronti dei giudici della Corte costituzionale, v. art. 3 2 l. cost. 9 febbraio 1948, n. 1. (2) Periodo così sostituito dall'art. 2 l. 20 giugno 2003, n. 140. (3) Per i procedimenti riguardanti i Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera dei deputati, del Consiglio dei ministri, della Corte costituzionale v. l. n. 140, cit.; per i procedimenti riguardanti i membri del Parlamento v. art. 68 Cost., nonché la l. n. 140, cit. InquadramentoLa norma in commento disciplina gli effetti sul procedimento penale della necessità dell’autorizzazione a procedere e le conseguenze della sua mancanza sul piano probatorio. L'autorizzazione a procedereQuando necessaria, l'autorizzazione a procedere deve essere chiesta a norma dell'art. 344 (al cui commento si rinvia). La necessità dell'autorizzazione non impedisce, ma limita il potere del pubblico ministero di compiere atti di indagine nei confronti della persona in favore della quale essa è prevista, non potendo quest'ultima essere sottoposta a fermo, misura cautelare personale, perquisizione personale e domiciliare, ispezione personale, ricognizione, individuazione, confronto, intercettazione di conversazioni o di comunicazioni. La verità può essere ricercata ma senza compiere atti di indagine che limitano la libertà personale (tali sono gli atti che richiedono la partecipazione necessaria della persona sottoposta a indagini e che legittimano il pubblico ministero all'utilizzo di poteri coercitivi; art. 378) e/o il diritto alla riservatezza della persona interessata. Tali atti non possono essere compiuti nemmeno nei casi di urgenza (art. 346). Anche l'interrogatorio è atto di indagine che limita la libertà personale ma è consentito solo se l'interessato lo richiede, avendo il legislatore giudicato prevalente il diritto di difesa che l'interessato non potrebbe altrimenti esercitare. La necessità dell'autorizzazione a procedere non impedisce l'arresto in flagranza di reato della persona a favore della quale è prevista , quando tale arresto è imposto dall'art. 380, c. 1 e 2 (sono esclusi i delitti perseguibili a querela). In tal caso è consentito il compimento degli atti di indagine altrimenti vietati, ma il pubblico ministero deve chiedere immediatamente l'autorizzazione a procedere e comunque prima dell'udienza di convalida (art. 344, c. 2). Se l'autorizzazione a procedere o al compimento di specifici atti sono prescritte dalla Costituzione o da leggi costituzionali si applicano tali disposizioni nonché, se con esse compatibili, quelle di cui agli artt. 344, 345, 346. La violazione delle norme che limitano il potere di indagine del pubblico ministero determina l'inutilizzabilità relativa (perché solo nei confronti della persona interessata) degli elementi di prova in tal modo raccolti. Quando occorre eseguire nei confronti di un membro del Parlamento perquisizioni personali o domiciliari, ispezioni personali, intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni, sequestri di corrispondenza, o acquisire tabulati di comunicazioni, ovvero, quando occorre procedere al fermo, all'esecuzione di una misura cautelare personale coercitiva o interdittiva ovvero all'esecuzione dell'accompagnamento coattivo, nonché di misure di sicurezza o di prevenzione aventi natura personale e di ogni altro provvedimento privativo della libertà personale, l'autorità competente richiede direttamente l'autorizzazione della Camera alla quale il soggetto appartiene. In tal caso l'autorizzazione è richiesta dall'autorità che ha emesso il provvedimento da eseguire; in attesa dell'autorizzazione l'esecuzione del provvedimento rimane sospesa. L'autorizzazione non è richiesta se il membro del Parlamento è colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza ovvero si tratta di eseguire una sentenza irrevocabile di condanna. In caso di scioglimento della Camera alla quale il parlamentare appartiene, la richiesta di autorizzazione perde efficacia a decorrere dall'inizio della successiva legislatura e può essere rinnovata e presentata alla Camera competente all'inizio della legislatura stessa (art. 4, legge n. 140/2003, che attua l'art. 68, Cost.). CasisticaÈ legittimo il sequestro probatorio effettuato nel corso delle indagini preliminari, pur in mancanza di una condizione di procedibilità, essendo la stessa rilevabile solo nella fase processuale (Cass. IV, n. 43480/2014). In tema di richiesta di autorizzazione a procedere, il termine di trenta giorni dall'iscrizione del nome della persona per la quale è necessaria l'autorizzazione nel registro delle notizie di reato non ha natura perentoria e, pertanto, la sua inosservanza non è causa di invalidità del sequestro probatorio disposto in fase di indagini preliminari (Cass. I, n. 5810/2022). In tema di autorizzazione a procedere nei confronti di membro del Parlamento, la necessità della stessa non è esclusa dal consenso dell'interessato all'atto da compiere, essendo la garanzia prevista dall'art. 68 Cost. posta a tutela della Camera di appartenenza e non già del singolo parlamentare, il quale, quindi, non può validamente rinunciarvi (Cass. III, n. 11170/2009). Rientrano nella nozione di perquisizione domiciliare, per la quale l'art. 68 Cost. prevede la autorizzazione a procedere, tutte quelle attività che comportano la violazione di domicilio di un parlamentare e che, con valutazione “ex ante”, possono indifferentemente portare al reperimento del corpo del reato, di cose ad esso pertinenti, o di tracce del reato, indipendentemente dall'esito in concreto delle attività stesse (Cass. III, n. 11170/2009, che ha ritenuto inutilizzabili, per mancanza dell'autorizzazione, i verbali di un accertamento compiuto dalla P.G. all'interno dell'abitazione di parlamentare al fine di rilevare tracce di un abuso edilizio e di ricercare, anche in vista di un eventuale sequestro, cose ad esso pertinenti). Dal contesto degli artt. 343 e 344, e soprattutto dal combinato disposto dagli artt. 50 e 129 stesso codice, si rileva che solo nella fase processuale (e non anche nel corso delle indagini preliminari) può essere dichiarata la mancanza di una condizione di procedibilità. Il giudice delle indagini preliminari, pertanto, non può rilevare la mancanza di una condizione di procedibilità dell'azione, se non nel caso in cui tale mancanza renda inammissibile un suo intervento incidentale. L'art. 346 specifica, poi, che possono essere compiuti atti di indagine preliminare, nonché, in casi particolari, assunte le prove di cui all'art. 392. Pertanto, il sequestro operato ad iniziativa della polizia giudiziaria rientra, ai sensi dell'art. 354 tra gli atti che possono essere compiuti prima della proposizione della richiesta di autorizzazione a procedere (Cass. I, n. 2663/1991). In tema di intercettazioni di comunicazioni, in caso di mancanza della preventiva autorizzazione all'utilizzazione delle conversazioni di un parlamentare da parte della Camera di appartenenza, è abnorme il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari provveda, pendendo il processo in fase dibattimentale, alla relativa richiesta, avendo egli esaurito il suo potere decisionale con la chiusura della fase delle indagini preliminari (Cass. n. 8795/2020). In tema di intercettazioni telefoniche, la casualità della captazione delle conversazioni cui abbia preso parte un parlamentare, in assenza di autorizzazione della Camera di appartenenza, deve essere accertata con riferimento a molteplici parametri costituiti: a) dalla tipologia dei rapporti intercorrenti tra il parlamentare e il terzo sottoposto a controllo; b) dall'attività criminosa oggetto di indagine; c) dal numero di conversazioni intercorse tra il terzo ed il parlamentare; d) dall'arco di tempo della captazione; e) dal momento in cui sono sorti indizi a carico del parlamentare (Cass. VI, n. 34552/2017, che ha ritenuto immune da vizi il provvedimento con cui il tribunale del riesame ha dichiarato l'inutilizzabilità delle intercettazioni sul presupposto che il parlamentare era stato iscritto nel registro degli indagati sin dall'inizio delle indagini preliminari che avevano ad oggetto proprio i rapporti tra questi e gli interlocutori intercettati). BibliografiaSilvestri, Sub art. 343, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017. |