Codice di Procedura Penale art. 354 - Accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone. Sequestro.Accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone. Sequestro. 1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria [57] curano che le tracce e le cose pertinenti al reato siano conservate e che lo stato dei luoghi e delle cose non venga mutato [348] prima dell'intervento del pubblico ministero. 2. Se vi è pericolo che le cose, le tracce e i luoghi indicati nel comma 1 si alterino o si disperdano o comunque si modifichino e il pubblico ministero non può intervenire tempestivamente, ovvero non ha ancora assunto la direzione delle indagini, gli ufficiali di polizia giudiziaria [113 att.] compiono i necessari accertamenti e rilievi sullo stato dei luoghi e delle cose [244, 356]. In relazione ai dati, alle informazioni e ai programmi informatici o ai sistemi informatici o telematici, gli ufficiali della polizia giudiziaria adottano, altresì, le misure tecniche o impartiscono le prescrizioni necessarie ad assicurarne la conservazione e ad impedirne l'alterazione e l'accesso e provvedono, ove possibile, alla loro immediata duplicazione su adeguati supporti, mediante una procedura che assicuri la conformità della copia all'originale e la sua immodificabilità. Se del caso, sequestrano il corpo del reato e le cose a questo pertinenti [253, 357 2e; 81 att.; 10 reg.]12. 3. Se ricorrono i presupposti previsti dal comma 2, gli ufficiali di polizia giudiziaria [113 att.] compiono i necessari accertamenti e rilievi sulle persone diversi dalla ispezione personale [13 Cost.; 245]3.
[1] Comma così modificato dall'art. 9 l. 26 marzo 2001, n. 128 e successivamente dall'art. 9 l. 18 marzo 2008, n. 48, che ha inserito il secondo periodo. [2] Per la possibilità concessa sia agli ufficiali di polizia giudiziaria addetti alle unità specializzate antidroga sia alle autorità doganali di omettere o ritardare l'esecuzione di provvedimenti di sequestro, v. l'art. 98 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309. Per il potere del pubblico ministero di ritardare l'esecuzione o disporre che sia ritardata l'esecuzione del sequestro quando sia necessario in relazione alle indagini in tema di sequestro di persona a scopo di estorsione, v. l'art. 7 d.l. 15 gennaio 1991, n. 8, conv., con modif., nella l. 15 marzo 1991, n. 82. Circa la destinazione delle sostanze stupefacenti o psicotrope, dei campioni delle medesime, dei beni o valori sequestrati o confiscati a seguito di operazioni antidroga, nonché circa il dovere dell'autorità che effettua il sequestro di simili sostanze di darne immediata notizia al Servizio centrale antidroga, v. inoltre gli artt. 87, 88, 100 e 101 d.P.R. n. 309, cit. Vedi sub art. 352. [3] L'ultimo periodo di questo comma, aggiunto dall'art. 104-terd.l. 27 luglio 2005, n. 144, conv., con modif., in l. 31 luglio 2005, n. 155, e che recitava «Se gli accertamenti comportano il prelievo di materiale biologico, si osservano le disposizioni del comma 2-bis dell'articolo 349», è stato soppresso dall'art. 27 della legge 30 giugno 2009, n. 85. InquadramentoLa norma disciplina il potere/dovere della polizia giudiziaria di preservare lo stato dei luoghi e di conservare le tracce del reato e delle cose ad esso pertinenti, nonché di procedere al sequestro di iniziativa del corpo del reato e/o delle cose ad esso pertinenti. Gli accertamenti (urgenti) di polizia giudiziariaLa ricerca delle cose e delle tracce pertinenti al reato e la conservazione delle cose e dello stato dei luoghi costituiscono attività ritenute utili alla ricostruzione del fatto-reato e alla individuazione del suo autore (art. 348, comma 2, lett. a; l'artificioso mutamento di tali luoghi costituisce delitto punito dall'art. 374 c.p.). È precipuo compito della polizia giudiziaria conservare lo stato delle cose per consentire al pubblico ministero di assumere le proprie determinazioni ai fini della prosecuzione delle indagini. Tracce del reato sono le conseguenze materiali della condotta percepibili sia nei luoghi in cui è stata tenuta che in quelli nei quali si è verificato l'evento (art. 244). La norma postula la modificazione del mondo esterno provocata dalla condotta e dall'evento che può essere materialmente rilevata e semplicemente descritta dalla polizia giudiziaria o oggetto di ispezione disposta dal pubblico ministero. La descrizione delle conseguenze materiali del reato può essere importante per ricostruirne le cause e modo di esecuzione, magari mediante esperimento giudiziale (art. 218, al cui commento si rimanda). Cose pertinenti al reato sono quelle necessarie all'accertamento dei fatti (art. 253, comma 2, al cui commento si rinvia), ma si deve ritenere che siano comprese in tale nozione anche le cose costituenti corpo di reato (art. 253, comma 2; art. 240 c.p.). La polizia giudiziaria deve impedire la alterazione, dispersione, modificazione delle cose, delle tracce e dei luoghi sopra indicati, ma quando vi è il pericolo che ciò possa accadere e il pubblico ministero non possa (o preferisca non) intervenire personalmente o non abbia ancora assunto la direzione delle indagini, può procedere ai necessari accertamenti e rilievi (descrittivi e video-fotografici) sullo stato dei luoghi. Gli accertamenti, riguardano non la mera constatazione o la raccolta di dati materiali pertinenti al reato ed alla sua prova, che si esauriscono nei semplici rilievi, ma il loro studio e la relativa elaborazione critica, necessariamente soggettivi e per lo più su base tecnico-scientifica (Cass. I, n. 310/1990). Rilievi sono attività materiali che consistono in mere descrizioni di uno stato di fatto o nella raccolta di dati e che non necessitano il compimento di attività invasive (si veda la Casistica). Accertamenti e rilievi possono essere compiuti anche sulle persone purché non si traducano in una ispezione personale (una particolare ipotesi di “accertamenti” è quella disciplinata dall'art. 349 ai fini dell'identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini). Anche i luoghi virtuali (i dati, le informazioni, i programmi, i sistemi informatici o telematici) rientrano nell'ambito applicativo della norma sia in quanto tali, sia perché possono contenere tracce o essere essi stessi cose pertinenti al reato. Non trattandosi di “luoghi naturali” non possono essere materialmente presidiati dalla polizia giudiziaria e del resto la loro conservazione richiede competenze tecniche in mancanza delle quali si corre il rischio di ottenere l'effetto contrario. Di qui il potere attribuito alla polizia giudiziaria, eventualmente assistita da un ausiliario di PG nominato ai sensi dell'art. 348, u.c., di adottare misure tecniche o di impartire le prescrizioni necessarie ad assicurare la conservazione dei dati e ad impedirne l'alterazione e l'accesso; la duplicazione di tali dati su supporto informatico è soluzione espressamente contemplata che consente di acquisire al procedimento il “luogo virtuale” e le informazioni in esso contenute senza sottrarre all'interessato la disponibilità dell'hardware e di quanto in esso contenuto. Tutte le operazioni devono essere documentate mediante la redazione del relativo verbale (art. 357, comma 2, lett. f) nelle forme e con le modalità previste dall'art. 373. Il sequestro probatorio d’iniziativaIl sequestro probatorio d'iniziativa della polizia giudiziaria del corpo del reato e/o delle cose ad esso pertinenti si caratterizza per la finalità sua propria: quella, appunto, di assicurare al procedimento “ogni elemento utile alla ricostruzione del fatto e alla individuazione del colpevole” (art. 348, comma 1; art. 357, comma 5, che dispone che il corpo del reato e delle cose ad esso pertinenti devono essere messe a disposizione del pubblico ministero). Ciò che qualifica il sequestro non è l'oggetto, ma la finalità che esso persegue. Non è solo questione terminologica: il sequestro probatorio del corpo di reato deve essere convalidato dal pubblico ministero e contro il decreto di convalida può essere proposta richiesta di riesame (art. 355); il sequestro preventivo del corpo di reato deve essere convalidato dal GIP su richiesta del P.M. (art. 321). Il decreto di sequestro probatorio – così come il decreto di convalida – anche qualora abbia ad oggetto cose costituenti corpo di reato, deve contenere una motivazione che, per quanto concisa, dia conto specificatamente della finalità perseguita per l'accertamento dei fatti (Cass. S.U., n. 36072/2018). CasisticaIl prelievo di un campione di olio dal motore di un autoveicolo rientra nella previsione dell'art. 354, risolvendosi in un'attività materiale che non postula il rispetto delle formalità prescritte dall'art. 360, sia perché non richiede alcuna discrezionalità o preparazione tecnica per il suo compimento, sia perché attiene ad un oggetto la cui intrinseca consistenza è suscettibile di verifica in ogni momento (Cass. III, n. 36817/2022). L'attività di verifica di un allaccio abusivo di energia elettrica da parte della polizia giudiziaria ha natura di mero rilievo , che si risolve nella constatazione, raccolta e conservazione dei dati materiali pertinenti al reato, e, come tale, non è soggetto al regime delle garanzie difensive previste dall'art. 360, ma a quelle di cui agli artt. 354, 356 e 114 disp. att. (Cass. IV, n. 38011/2022). L'attività di esaltazione delle impronte digitali mediante tecniche, anche complesse, che utilizzano diverse metodologie e prodotti chimici per la loro individuazione e la successiva evidenziazione e fissazione non è assoggettata alla disciplina prevista per gli accertamenti non ripetibili, rientrando tra le operazioni di prelievo e messa in sicurezza del reperto prodromiche all'analisi tecnico-comparativa (Cass. V, n. 15623/2021). L'estrazione di dati archiviati in un supporto informatico , quale è la memoria di un telefono cellulare, non costituisce accertamento tecnico irripetibile, e ciò neppure dopo l'entrata in vigore della l. 18 marzo 2008, n. 48, che ha introdotto unicamente l'obbligo di adottare modalità acquisitive idonee a garantire la conformità dei dati informatici acquisiti a quelli originali, con la conseguenza che né la mancata adozione di tali modalità, né, a monte, la mancata interlocuzione delle parti al riguardo comportano l'inutilizzabilità dei risultati probatori acquisiti, ferma la necessità di valutare, in concreto, la sussistenza di eventuali alterazioni dei dati originali e la corrispondenza ad essi di quelli estratti (Cass. I, n. 38909/2021). È ammissibile il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del tribunale del riesame di conferma del sequestro probatorio di un computer o di un supporto informatico, nel caso in cui ne risulti la restituzione previa estrazione di copia dei dati ivi contenuti, sempre che sia dedotto l'interesse, concreto e attuale, alla esclusiva disponibilità dei dati (Cass. S.U., n. 40963/2017). Diversamente dall'ispezione personale disciplinata dagli artt. 244 e 245, che, potendo comportare una limitazione della libertà personale, è assoggettata a riserva di giurisdizione, gli accertamenti ed i rilievi urgenti sulle persone, se vi è pericolo che le tracce del reato si alterino o si disperdano o comunque o si modifichino, sono consentiti ad iniziativa della polizia giudiziaria ex art. 354, comma 3, c.p.p., sempre che non restringano significativamente la libertà individuale e non incidano sulla dignità e sul pudore della persona (Cass. III, n. 18452/2020 che ha ritenuto che i rilievi fotografici effettuati dalla polizia giudiziaria sulla mano e sull'avambraccio di soggetti recatisi spontaneamente, in periodo estivo, presso la caserma dei carabinieri, non fossero qualificabili come atti di ispezione personale, avendo ad oggetto parti del corpo normalmente esposte alla vista). I rilievi fonometrici sono tipici accertamenti “a sorpresa”, da inquadrare fra le attività svolte dalla polizia giudiziaria ai sensi degli artt. 348 e 354, comma 2, c.p.p. e non tra gli accertamenti tecnici irripetibili riguardanti cose e luoghi il cui stato è soggetto a modificazione, per i quali l'art. 360 richiede, in quanto non ripetibili, il previo avviso all'indagato (Cass. III, n. 45262/2018). La disciplina contenuta nell'art. 354, comma secondo, che ha come unico ambito applicativo l'attività della polizia giudiziaria sul luogo e sulle tracce del reato, prevede l'obbligo di adottare modalità acquisitive idonee a garantire la conformità dei dati informatici acquisiti a quelli originali; ne deriva che la mancata adozione di tali modalità non comporta l'inutilizzabilità dei risultati probatori acquisiti, ma la necessità di valutare, in concreto, la sussistenza di eventuali alterazioni dei dati originali e la corrispondenza ad essi di quelli estratti (Cass. V, n. 22695/2017). È legittima, per rientrare nell'ambito dei poteri riconosciuti dall'art. 354 alla polizia giudiziaria, un'ispezione all'interno di una cassetta delle lettere posta in un ufficio postale – senza previa informazione al pubblico ministero e senza redazione di verbale – volta a prendere conoscenza del destinatario di una lettera, subito dopo l'inserimento nella cassetta dell'ufficio postale della stessa – poi inoltrata al destinatario del tutto integra e secondo le vie ordinarie – da parte di persona conosciuta al personale operante. Tutte le attività relative eseguite da detto personale (le quali non si risolvono in una violazione, sottrazione o soppressione di corrispondenza ex art. 616 o nel sequestro della stessa ai sensi dell'art. 254 c.p.), possono anche essere oggetto di prova testimoniale, le cui risultanze non sono inutilizzabili ai sensi dell'art. 191 (Cass. VI, n. 8870/1998, in un caso in cui l'ispezione era stata eseguita nel corso di indagini su numerosi esposti anonimi concernenti l'attività amministrativa di un comune). BibliografiaD’Alessio, Sub art. 354, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Milano, V, 2017. |