Codice di Procedura Penale art. 357 - Documentazione dell'attività di polizia giudiziaria 1 .

Aldo Aceto

Documentazione dell'attività di polizia giudiziaria1.

1. La polizia giudiziaria annota secondo le modalità ritenute idonee ai fini delle indagini [115 1 att.], anche sommariamente, tutte le attività svolte, comprese quelle dirette alla individuazione delle fonti di prova [348].

2. Fermo quanto disposto in relazione a specifiche attività [123 2, 161 1, 268, 293 1, 295 1, 383, 386], redige verbale dei seguenti atti:

a) denunce [333], querele [337] e istanze [341] presentate oralmente;

b) sommarie informazioni rese e dichiarazioni spontanee ricevute dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini [350, 503];

c) informazioni assunte a norma dell'articolo 3512;

d) perquisizioni [352] e sequestri [354];

e) operazioni e accertamenti previsti dagli articoli 349, 353 e 354;

f) atti, che descrivono fatti e situazioni, eventualmente compiuti sino a che il pubblico ministero non ha impartito le direttive per lo svolgimento delle indagini [348].

3. Il verbale è redatto da ufficiali o agenti di polizia giudiziaria [57] nelle forme e con le modalità previste dall'articolo 373.

3-bis. Quando le indagini riguardano taluno dei delitti di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), oppure quando la persona informata sui fatti ne faccia richiesta, alla documentazione delle informazioni di cui al comma 2, lettera c), si procede altresì mediante riproduzione fonografica a mezzo di strumenti tecnici idonei ad opera della polizia giudiziaria, salva la contingente indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico3.

3-ter. Le dichiarazioni della persona minorenne, inferma di mente o in condizioni di particolare vulnerabilità sono documentate integralmente, a pena di inutilizzabilità, con mezzi di riproduzione audiovisiva o fonografica, salvo che si verifichi una contingente indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico e sussistano particolari ragioni di urgenza che non consentano di rinviare l'atto 4.

3-quater. La trascrizione della riproduzione audiovisiva o fonografica di cui ai commi 3- bis e 3-ter è disposta solo se assolutamente indispensabile e può essere effettuata dalla polizia giudiziaria5.

4. La documentazione dell'attività di polizia giudiziaria è posta a disposizione del pubblico ministero [347; 115 2 att.].

5. A disposizione del pubblico ministero sono altresì poste le denunce, le istanze e le querele presentate per iscritto, i referti [334], il corpo del reato e le cose pertinenti al reato [253 1-2].

 

[1] Per talune disposizioni per favorire  l'esercizio dell’attività  giurisdizionale  nella  vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in particolare per il collegamento da remoto per la partecipazione alle udienze o nel corso delle indagini preliminari vedi l’art. 23, comma 2 , del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv., con modif., in l. 18 dicembre 2020, n. 176. Da ultimo, da ultimo v. art. 16, comma 1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif. in l. 25 febbraio 2022, n. 15,  che dispone che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2,  6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020 n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; in particolare, ai sensi dell'art. 16, comma 1-bis, aggiunto in sede di conversione, l'art. 23, comma 4, del d.l. n. 137/2020 cit., in materia di processo penale, continua ad applicarsi fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. V. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit.

[2] Lettera così sostituita dall'art. 4, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356.

[3] Comma inserito dall'art. 17, comma 1, lett. e), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

[4] Comma inserito dall'art. 17, comma 1, lett. e), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

[5] Comma inserito dall'art. 17, comma 1, lett. e), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

Inquadramento

L’attività di polizia giudiziaria deve essere documentata in ogni sua fase, anche in quella diretta alla individuazione delle fonti di prova. Per quanto le indagini siano segrete, la loro documentazione è essenziale per dar conto, sin da subito, del come, dove e quando l’attività d’indagine sia stata svolta; in prospettiva, per consentire al pubblico ministero di determinarsi ai fini dell’azione penale e alle altre parti nell’esercizio del diritto di difesa, diritto il quale non si misura solo con la prova in sé, ma anche con il modo della sua acquisizione.

Le annotazioni e i verbali di PG

La polizia giudiziaria deve documentare la (e dunque dar conto della) propria attività in due modi: a) mediante annotazione (le cd. annotazioni di PG); b) mediante redazione verbale.

Mentre le annotazioni possono essere redatte secondo le modalità ritenute più opportune, i verbali devono essere redatti secondo le modalità previste dagli artt. 134 e segg. (art. 373, comma 2, richiamato dal comma 3 della norma in commento).

Le annotazioni di PG descrivono anche le attività dirette alla individuazione delle fonti di prova; il comma 2 indica, invece, gli atti per i quali deve essere redatto verbale.

Le annotazioni e i verbali devono essere redatti nei modi indicati dall'art. 115 disp. att.; in particolare, «contengono l'indicazione dell'ufficiale o dell'agente di polizia giudiziaria che ha compiuto le attività di indagine, del giorno, dell'ora e del luogo in cui sono state eseguite e la enunciazione succinta del loro risultato. Quando assume dichiarazioni ovvero quando per il compimento di atti si avvale di altre persone, la polizia giudiziaria annota altresì le relative generalità e le altre indicazioni personali utili per la identificazione». Se le annotazioni riguardano le attività di indagine condotte da ufficiali o agenti di polizia giudiziaria nel corso di operazioni sotto copertura, contengono le generalità di copertura dagli stessi utilizzate nel corso delle attività medesime.

L'art. 17, comma 1, lett. e), d.lgs. n. 150/2022 (cd. Riforma Cartabia) ha aggiunto i commi 3-bis, 3-ter e 3-quater i quali prevedono rispettivamente:

l'obbligo di documentare mediante riproduzione fonografica le dichiarazioni rese dalle persone informate dei fatti quando, alternativamente: i) si procede per uno dei delitti di cui all'art. 407, comma 2, lett. a); ii) la persona interessata ne faccia richiesta (a prescindere dal tipo di reato per il quale di procede) (c. 3-bis); a tal fine, l'art. 351, comma 1-quater, impone alla polizia giudiziaria di dare avviso alla persona informata dei fatti del diritto alla documentazione delle proprie dichiarazioni mediante riproduzione fonografica;

l'obbligo di documentare integralmente mediante riproduzione audiovisiva o fonografica le dichiarazioni della persona minorenne, inferma di mente o in condizioni di particolare vulnerabilità (comma 3-ter).

Nel primo caso (comma 3-bis), l'obbligo può essere derogato solo in caso di contingente indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico e la sua violazione, in mancanza di espressa sanzione, non determina alcuna conseguenza sulla validità e utilizzabilità dell'atto, a meno che vi sia incertezza assoluta sulle persone intervenute o se manca la sottoscrizione del pubblico ufficiale che lo ha redatto (art. 142).

Nel secondo caso (comma 3-ter), l'obbligo sussiste per il sol fatto della condizione di particolare debolezza della persona informata dei fatti sicché la contingente indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico non è sufficiente a consentire la verbalizzazione dell'atto in forma riassuntiva o comunque nei modi previsti dall'art. 134, comma 2: è altresì necessario che sussistano particolari ragioni di urgenza che non consentano di rinviare l'atto, pena la sua inutilizzabilità.

L'accertamento dei presupposti di fatto tanto dell'obbligo quanto della sua deroga è in questi casi essenziale quando sia dedotta l'inutilizzabilità dell'atto non documentato nei modi previsti dal comma 3-bis.

In entrambi i casi non è stata prevista la possibilità, contemplata dall'art. 141-bis, di provvedere, in caso di indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico, con le forme della consulenza o, magari, nominando un ausiliario di PG.

Non è necessario procedere alla trascrizione dell'atto, a meno che non sia assolutamente indispensabile ma in tal caso può provvedere direttamente la stessa polizia giudiziaria (comma 3-quater, che deroga a quanto prevede l'art. 139, comma 4, secondo il quale la trascrizione deve essere effettuata da personale tecnico, se del caso anche estraneo all'amministrazione).

La documentazione dell'attività di polizia giudiziaria (annotazioni, verbali, denunzie, querele, referti, istanze) nonché il corpo del reato e le cose ad esso pertinenti devono essere messe a disposizione del pubblico ministero (confluirà nel fascicolo del P.M.), ma una copia delle annotazioni e dei verbali è conservata presso l'ufficio di polizia giudiziaria.

Profili di diritto intertemporale

I commi 3-bis, 3-ter e 3-quater della norma in commento sono stati aggiunti dall’art. 17, comma 1, lett. e), d.lgs. n. 150/2022, entrato in vigore il 30/12/2022 (art. 99-bis, d.lgs. n. 150/2022, aggiunto dall’art. 6, c. 1, d.l. n. 162/2022, conv. con modif., dalla legge n. 199/2022).

Trattandosi di norma processuale, se ne deve ritenere l’applicabilità a tutti i procedimenti pendenti alla data del 30/12/2022 e, dunque, a tutti gli atti da compiere successivamente a tale data.

Casistica

Non è atto irripetibile , e come tale non può essere acquisita al fascicolo per il dibattimento senza il consenso delle parti, la relazione di servizio che contenga soltanto la descrizione delle attività di indagine, esauritesi con la loro esecuzione e suscettibili di essere descritte in dibattimento, nel contraddittorio delle parti, senza la perdita di alcuna informazione probatoria, per non essere modificabili con il decorso del tempo luoghi, persone o cose rappresentati (Cass. S.U., n. 41282/2006).

Le videoregistrazioni in luoghi pubblici ovvero aperti o esposti al pubblico, non effettuate nell'ambito del procedimento penale, vanno incluse nella categoria dei “documenti” di cui all'art. 234 c.p.p. Le medesime videoregistrazioni eseguite dalla polizia giudiziaria, anche d'iniziativa, vanno invece incluse nella categoria delle prove atipiche, soggette alla disciplina dettata dall'art. 189 c.p.p. e, trattandosi della documentazione di attività investigativa non ripetibile, possono essere allegate al relativo verbale e inserite nel fascicolo per il dibattimento (Cass. S.U., n. 26795/2006).

Il divieto di testimonianza indiretta degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, che il comma 4 dell'art. 195 c.p.p. stabilisce con riguardo al contenuto delle dichiarazioni acquisite da testimoni con le modalità di cui agli artt. 351 e 357, comma 2, lett. a) e b) stesso codice, si riferisce tanto alle dichiarazioni che siano state ritualmente assunte e documentate in applicazione di dette norme, quanto ai casi nei quali la polizia giudiziaria non abbia provveduto alla redazione del relativo verbale, con ciò eludendo proprio le modalità di acquisizione prescritte dalle norme medesime (Cass. S.U., n. 36747/2003). La stessa sentenza ha anche affermato che, in tema di testimonianza indiretta degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, che il comma 4 dell'art. 195 c.p.p. preclude con riguardo al contenuto delle dichiarazioni acquisite da testimoni con le modalità di cui agli artt. 351 e 357, comma 2, lett. a) e b) stesso codice, gli “altri casi” cui si riferisce l'ultima parte della disposizione, per i quali la prova è ammessa secondo le regole generali sulla testimonianza indiretta, si identificano con le ipotesi in cui le dichiarazioni siano state rese da terzi e percepite al di fuori di uno specifico contesto procedimentale di acquisizione, in una situazione operativa eccezionale o di straordinaria urgenza e, quindi, al di fuori di un dialogo tra teste e ufficiale o agente di polizia giudiziaria, ciascuno nella propria qualità.

La nullità del verbale di sommarie informazioni non sottoscritto dall'ufficiale di polizia giudiziaria che lo ha redatto, prevista dall'art. 142 c.p.p., ha carattere relativo, sicché, ove l'imputato acceda al rito abbreviato, l'atto può essere utilizzato ai fini della decisione (Cass. V, n. 44215/2022).

Sono utilizzabili ai fini della decisione, non ricorrendo alcuna ipotesi di invalidità patologica, le dichiarazioni rese da persona informata sui fatti, che la polizia giudiziaria abbia riportato, senza autonomamente verbalizzarle, in annotazioni o relazioni di servizio, alla cui acquisizione al fascicolo del dibattimento l'imputato abbia prestato il consenso (Cass. V, n. 40386/2022).

La relazione di servizio della polizia giudiziaria contenente la rappresentazione dello stato dei luoghi o la documentazione di un'attività osservata dal pubblico ufficiale soggetta a mutamento è un atto irripetibile e, quindi, acquisibile al fascicolo per il dibattimento, diversamente dalla relazione contenente la mera rappresentazione di fatti svoltisi davanti all'ufficiale di polizia giudiziaria o consistente nella documentazione di acquisizione di una notizia di reato o nella descrizione dello svolgimento delle indagini (Cass. III, n. 26189/2019 che ha annullato con rinvio la sentenza che aveva qualificato come atto irripetibile, utilizzandola per la prova del tempus commissi delicti, una relazione di servizio attestante la mera constatazione e acquisizione della notizia di reato).

Sono utilizzabili per l'adozione di misure cautelari le dichiarazioni rese da persone informate sui fatti, riportate dalla polizia giudiziaria in annotazioni o relazioni di servizio redatte e sottoscritte dall'ufficiale di polizia giudiziaria operante, ancorché non oggetto di verbalizzazione (Cass. V, n. 37292/2022).

Le dichiarazioni accusatorie non verbalizzate, ma raccolte dalla polizia giudiziaria in una nota informativa, devono considerarsi acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge e ricomprese nell'ipotesi di inutilizzabilità di cui all'art. 191 c.p.p., con conseguente impossibilità che esse fondino l'emissione di una misura cautelare (Cass. II, n. 6355/2012).

Sono inutilizzabili le dichiarazioni non verbalizzate né sottoscritte, rese dall'indagato alla polizia giudiziaria e da questa riportate in un'annotazione redatta ai sensi dell'art. 357, comma 1, c.p.p. (Cass. VI, n. 56995/2017 che, in fattispecie relativa ad utilizzazione delle dichiarazioni in sede cautelare in cui, ha precisato che anche nel caso in cui il dichiarante, non ancora raggiunto da indizi di reità, sia una persona informata sui fatti, l'omessa verbalizzazione delle sue dichiarazioni ne determina l'inutilizzabilità, ai sensi dell'art. 191 c.p.p., per violazione del divieto implicito stabilito dalla legge di acquisirle in assenza di formale verbalizzazione). Nello stesso senso, Cass. I, n. 37316/2021secondo cui sono inutilizzabili le dichiarazioni, non verbalizzate né sottoscritte, rese dall'indagato alla polizia giudiziaria e da questa riportate in un'annotazione redatta ai sensi dell'art. 357, comma 1, c.p.p. (In motivazione, la Corte ha specificato che, stante il generale divieto di utilizzabilità delle dichiarazioni dell'indagato in difetto delle garanzie di cui all'art. 64 c.p.p., in via d'eccezione, è consentita l'utilizzabilità procedimentale e dibattimentale – ancorché, in questo secondo caso, nei limiti di cui all'art. 503, comma 3, c.p.p. – soltanto delle dichiarazioni dal medesimo spontaneamente effettuate, purché abbiano costituito oggetto di rituale verbalizzazione a norma dell'art. 357, comma 2, c.p.p.).

È utilizzabile nel giudizio abbreviato l'annotazione di polizia giudiziaria nella quale è riportato il contenuto delle dichiarazioni rese agli operanti in via confidenziale dalla persona offesa che non ha voluto verbalizzarle, costituendo la stessa atto di indagine, alla quale la scelta dell'imputato di accedere al rito alternativo ha attribuito valenza probatoria, non essendo, inoltre, applicabile nel medesimo rito il divieto di testimonianza indiretta dell'ufficiale e dell'agente di polizia giudiziaria, dettato esclusivamente in relazione alla deposizione dibattimentale degli stessi (Cass. II, n. 27642/2021).

Sono utilizzabili, ai fini della valutazione dei gravi indizi di colpevolezza per l'applicazione di misure cautelari, le spontanee dichiarazioni rese da un coindagato alla polizia giudiziaria senza l'assistenza del difensore, non verbalizzate ma raccolte in un'annotazione di servizio o in un'informativa di reato, sempre che sia possibile accertare la libertà del dichiarante nella decisione di rendere le stesse (Cass. III, n. 15798/2020).  

Bibliografia

F. D’Alessio, sub art. 357, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Vol. V, Milano, 2017.

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