Codice di Procedura Penale art. 366 - Deposito degli atti cui hanno diritto di assistere i difensori.

Aldo Aceto

Deposito degli atti cui hanno diritto di assistere i difensori.

1. Salvo quanto previsto da specifiche disposizioni [268], i verbali degli atti compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria ai quali il difensore ha diritto di assistere [350, 352, 353 2, 354, 360, 364, 365], sono depositati nella segreteria del pubblico ministero entro il terzo giorno successivo al compimento dell'atto, con facoltà per il difensore di esaminarli ed estrarne copia [116] nei cinque giorni successivi [118 att.]. Quando non è stato dato avviso del compimento dell'atto [356, 365], al difensore è immediatamente notificato l'avviso di deposito e il termine decorre dal ricevimento della notificazione. Il difensore ha facoltà di esaminare le cose sequestrate nel luogo in cui esse si trovano e, se si tratta di documenti, di estrarne copia (1).

2. Il pubblico ministero, con decreto motivato, può disporre, per gravi motivi, che il deposito degli atti indicati nel comma 1 e l'esercizio della facoltà indicata nel terzo periodo dello stesso comma siano ritardati, senza pregiudizio di ogni altra attività del difensore, per non oltre trenta giorni. Contro il decreto del pubblico ministero la persona sottoposta ad indagini ed il difensore possono proporre opposizione al giudice, che provvede ai sensi dell'articolo 127 (2).

(1) Comma così modificato dall'art. 10 1 l. 7 dicembre 2000, n. 397.

(2) Comma così sostituito dall'art. 10 2 l. n. 397, cit.

Inquadramento

La norma in commento completa lo “statuto” degli atti di indagine garantiti e di quelli a sorpresa, posti in essere sia dalla polizia giudiziaria che dal pubblico ministero, disponendo il deposito dei relativi verbali.

Il deposito degli atti ai quali il difensore ha diritto di assistere

Gli atti di indagine ai quali il difensore ha diritto di assistere sono quelli indicati dagli artt. 350, 356, 364, 365 (norme al cui commento si rinvia).

Per tutti questi atti i relativi verbali devono essere depositati nella segreteria del pubblico ministero entro il terzo giorno successivo a quello del loro compimento. Il difensore ha facoltà di esaminarli e di estrarne copia nei cinque giorni seguenti, senza diritto di avviso di deposito, ma se non gli era stato dato avviso del compimento dell'atto, deve essergli notificato l'avviso di deposito e il termine di cinque giorni decorre dalla ricezione della notificazione.

Il difensore ha altresì facoltà di esaminare le cose sequestrate nel luogo in cui si trovano e di estrarre copia dei documenti sequestrati.

Il pubblico ministero può posporre di non oltre trenta giorni il deposito degli atti e sterilizzare provvisoriamente la facoltà del difensore di esaminare le cose e i documenti sequestrati quando ricorrono gravi motivi. Il decreto che vieta provvisoriamente l'accesso ai verbali e alle cose sequestrate deve dare conto della sussistenza di tali motivi e può essere impugnato dalla persona sottoposta alle indagini e dal suo difensore con opposizione al GIP il quale provvede ai sensi dell'art. 127.

Per garantire la segretezza degli atti di indagine, quelli depositati ai sensi della norma in commento devono essere raccolti in apposito separato fascicolo, destinato, scaduto il termine, a confluire nel fascicolo del pubblico ministero (art. 118, disp. att.).

Casistica

L'omesso avviso del deposito, previsto dall'art. 366 c.p.p., riguardante i verbali degli atti compiuti dal P.M. e dalla polizia giudiziaria ai quali il difensore ha diritto di assistere, costituisce una mera irregolarità che, senza incidere sulla validità ed utilizzabilità dell'atto, rileva solo ai fini della decorrenza del termine entro il quale è consentito l'esercizio delle attività difensive (esame dell'atto e richiesta di copia). Tale omissione, non espressamente prevista tra le nullità assolute, non può essere neppure inclusa tra le nullità previste dall'art. 178, comma primo, lettera c), c.p.p., riguardando queste ultime l'intervento e la presenza del difensore “al momento” del compimento dell'atto processuale (Cass. IV, n. 41702/2004 che, in applicazione di tale principio, ha ritenuto corretto l'operato del giudice di pace che aveva utilizzato, ai fini della affermazione di responsabilità per il reato di cui all'art. 186 del codice della strada, gli esiti dell'alcooltest effettuato dalla polizia giudiziaria, nonostante l'omesso avviso di deposito del relativo verbale).

In tema di guida in stato di ebbrezza, l'omesso deposito del verbale contenente gli esiti del cosiddetto alcoltest non integra alcuna nullità, costituendo una mera irregolarità che non incide sulla validità o sull'utilizzabilità dell'atto, rilevando solo ai fini della decorrenza del termine entro il quale è consentito l'esercizio delle attività difensive (Cass. IV, n. 11666/2021).

In tema di sequestro probatorio, le cose oggetto del vincolo non devono essere depositate nella segreteria del pubblico ministero con i verbali degli atti cui il difensore aveva diritto di assistere, come si evince dall'ultimo periodo dell'art. 366, comma 1, c.p.p., novellato dall'art. 10, comma 1 della legge 7 dicembre 2000 n. 397, che attribuisce al difensore la facoltà di esaminare le cose sequestrate “nel luogo in cui si trovano”, con esclusione quindi dell'obbligo formale del deposito e di ogni altro avviso non previsto dalla norma (Cass. III, n. 15186/2002 che ha precisato che detta facoltà, non soggetta a termine, è correlata all'esercizio del diritto ad ottenere la restituzione e non alla facoltà di impugnazione del decreto del pubblico ministero in sede di riesame).  

Bibliografia

Mari A., Sub artt. 366, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Vol. V, Milano, 2017.

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