Codice di Procedura Penale art. 391 sexies - Accesso ai luoghi e documentazione1.

Alessio Scarcella

Accesso ai luoghi e documentazione1.

1. Quando effettuano un accesso per prendere visione dello stato dei luoghi e delle cose ovvero per procedere alla loro descrizione o per eseguire rilievi tecnici, grafici, planimetrici, fotografici o audiovisivi, il difensore, il sostituto e gli ausiliari indicati nell'articolo 391-bis possono redigere un verbale nel quale sono riportati:

a) la data ed il luogo dell'accesso;

b) le proprie generalità e quelle delle persone intervenute;

c) la descrizione dello stato dei luoghi e delle cose;

d) l'indicazione degli eventuali rilievi tecnici, grafici, planimetrici, fotografici o audiovisivi eseguiti, che fanno parte integrante dell'atto e sono allegati al medesimo. Il verbale è sottoscritto dalle persone intervenute.

 

[1] Articolo inserito dall'art. 11, comma 1, l. 7 dicembre 2000, n. 397.

Inquadramento

L'art. 391-sexies riconosce al difensore il diritto di accesso ai luoghi e di vedere ciò che è necessario l'esercizio del potere di investigazione difensiva. La norma prescrive modalità e forma di verbalizzazione di tutte le operazioni possibili durante il sopralluogo. La verbalizzazione rappresenta una mera facoltà e non un obbligo né un dovere: il rispetto delle forme è però elemento essenziale ai fini dell'utilizzabilità degli atti raccolti. Legittimati all'accesso ai luoghi, per prenderne visione e procedere a varie operazioni tecniche, sono il difensore, il suo sostituto e tutti gli investigatori e consulenti tecnici incaricati. Quanto all'oggetto, è escluso per la difesa il compimento di atti che possano alterare il contenuto o le qualità del luogo o dei beni esistenti. Soltanto la documentazione di atti originariamente irripetibili, compiuti in occasione degli accessi e presentata nel corso delle indagini, è inserita nel fascicolo del dibattimento insieme al verbale degli accertamenti tecnici irripetibili.

Il diritto di accesso nei luoghi pubblici e privati

L'art. 391-sexies riconosce al difensore il diritto di entrare «per prendere visione» dello stato dei «luoghi e delle cose».

La norma prescrive modalità e forma di verbalizzazione di tutte le operazioni possibili durante il sopralluogo, mentre la norma successiva (art. 391-septies) disciplina la possibilità di entrare, persino, nei luoghi privati o, comunque, chiusi al pubblico: per l'accesso non è necessario alcun permesso o approvazione, disponibilità o concessione ed è consentita la ripresa di filmati audiovisivi, l'esecuzione di registrazioni fonografiche, rilievi tecnici, planimetrici, grafici e fotografici.

L'accesso ai luoghi è uno strumento di indagine prezioso perché permette di guardare e controllare direttamente l'ambiente e le cose attinenti al reato consentendo di avere contezza dello scenario in cui si è svolta l'azione de qua.

L'intervento può essere immediato o posticipato nel tempo, a seconda delle esigenze conoscitive da soddisfare e può riguardare non solo il locus commissi delicti ma anche qualsiasi luogo, pubblico o privato che offra concrete possibilità di reperire elementi probatori a discarico.

L'attività di documentazione

Profili generali

La norma attribuisce al difensore la facoltà di documentare il suo ingresso e ciò che accade o viene rilevato durante questa sorta di ispezione.

La verbalizzazione, dunque, rappresenta una mera facoltà e non un obbligo né un dovere: il difensore valuta liberamente la necessità ed opportunità di memorizzare ufficialmente le operazioni e le constatazioni effettuate. A scopo cautelativo il codice deontologico forense (art. 52, I, 13) e le regole di comportamento approvate il 14 luglio 2001 dal Consiglio delle Camere penali (art. 14, comma 1) prescrivono, però, di documentare in ogni caso, senza particolari formalità, lo stato dei luoghi e delle cose, procurando che nulla sia mutato, alterato o disperso. Durante il sopralluogo, oppure al termine dello stesso, si può procedere alla elaborazione del verbale in cui sono precisati i riferimenti spazio-temporali (ora, giorno, luogo), sono indicate le generalità dei soggetti intervenuti e viene elencata l'attività svolta e i risultati dell'indagine con la descrizione dello stato dei luoghi e delle cose. Il legislatore ha avuto cura di precisare che devono essere indicati e allegati al verbale, in quanto considerati parte integrante dello stesso, anche i diversi rilievi eseguiti.

Anche per la redazione del verbale di accesso debbano osservarsi in quanto applicabili, le disposizioni di cui agli artt. 134 ss., già richiamate per la documentazione delle dichiarazioni dei soggetti informati. Analogamente a quanto richiesto nell'art. 137, infatti, la norma in esame prevede che il «documento sia sottoscritto dalle persone intervenute».

L'importanza attribuita alle forme di documentazione nell'espletamento delle attività investigative della difesa ha trovato espresso riconoscimento da parte della Corte Suprema sino al punto da considerare il rispetto delle stesse quale elemento essenziale ai fini dell'utilizzabilità degli atti raccolti (Cass. I, n. 45612/2005).

I soggetti legittimati

Per individuare i soggetti legittimati la norma richiama anche gli ausiliari indicati nell'art. 391-bis, cosicché possono accedere ai luoghi, per prenderne visione e procedere a varie operazioni tecniche, sia il difensore e il suo sostituto sia tutti gli investigatori e consulenti tecnici incaricati.

I poteri attribuiti negli artt. 391-sexies e 391-septies devono essere coordinati con quelli riconosciuti al consulente tecnico nell'art. 233, comma 1-bis.

Dal confronto delle norme emerge una maggiore autorevolezza del difensore rispetto al suo ausiliario tanto è vero che in questa seconda ipotesi la a.g. con la autorizzazione provvede anche ad impartire «le prescrizioni necessarie per la conservazione dello stato originario delle cose e dei luoghi e per il rispetto delle persone».

Secondo la giurisprudenza di merito, non sussistendo divieti normativi, deve ritenersi in facoltà dell'imputato o del sottoposto alle indagini presenziare personalmente all'attività di investigazione difensiva consistente nell'accesso ai luoghi allo scopo di consentire la ricerca e l'individuazione degli elementi di prova favorevoli (Trib. Bari, 2 dicembre 2002). Ne consegue che l'illegittimo diniego della facoltà dell'imputato o dell'indagato di partecipare all'espletamento dell'atto di investigazione difensiva consistente in un accesso a luoghi, secondo la giurisprudenza, genera una nullità, per violazione del diritto di difesa, riconducibile all'art. 178, comma 1 lett. e); tale nullità travolge, in via derivata, il successivo decreto che dispone il giudizio, e comporta la regressione del procedimento alla fase in cui è intervenuta la nullità (Trib. Bari, 2 dicembre 2002).

Gli atti utilizzabili

Profili generali

L'art. 391-sexies consente, una volta eseguito l'accesso, di guardare, «eseguire rilievi» e procedere alla descrizione del luogo o delle cose in un documento redatto immediatamente.

In particolare, la locuzione «rilievi tecnici» assume un significato specifico in questa sede, nel senso che è escluso per la difesa il compimento di atti che possano alterare il contenuto o le qualità del luogo o dei beni esistenti, oltre che di qualsiasi intervento a carattere «invasivo» diretto al prelievo, al campionamento o alla scomposizione di oggetti.

Secondo la giurisprudenza di merito, infatti, l'accesso del difensore ai luoghi sottoposti a sequestro, previa autorizzazione del giudice ex art. 391-septies, deve essere finalizzato alla presa visione dello stato degli stessi, delle cose ivi presenti, alla loro descrizione, ai rilievi tecnici, grafici, planimetrici, fotografici o audiovisivi, senza il compimento di attività ed accertamenti tecnici, che comportano un'alterazione dello stato dei luoghi o della cosa, ed in particolare senza la possibilità di prelevare campioni od asportare frammenti al fine di procedere ad esami tecnici di qualsiasi genere, il tutto alla presenza costante della polizia giudiziaria che conduce le indagini, che ha lo scopo di preservare lo stato dei luoghi e d'impiegare le cautele necessarie per evitare ogni possibile alterazione (Trib. Napoli, Ufficio G.i.p., 27 aprile 2009).

Il verbale redatto viene conservato personalmente dal difensore per essere utilizzato nel momento più opportuno.

I rapporti con la disciplina in tema di utilizzazione ex art. 391-decies c.p.p

In merito al rapporto tra la disposizione in esame e quella riguardante l'utilizzazione di cui all'art. 391-decies, va precisato che quest'ultima individua delle attività distinte rispetto a quelle contenute nell'art. 391-sexies aggiungendo all'elenco delle azioni difensive i c.d. atti non ripetibili compiuti in occasione dell'accesso ai luoghi e gli accertamenti tecnici non ripetibili

È previsto che la difesa, qualora sia necessario compiere un accertamento tecnico irripetibile, avvisi — senza ritardo — il p.m. di turno per consentirgli di assistervi. L'eventuale prova dell'avviso può essere precostituita contattando l'ufficio del p.m. telefonicamente (stile fonogramma) oppure a mezzo fax. Gli accertamenti tecnici non ripetibili seguono le cadenze dell'art. 360.

Orbene, la tipologia degli atti di cui all'art. 391-decies è differente rispetto a quella contenuta negli artt. 391-sexies e 391-septies e ciò serve ad accentuarne il divario in una prospettiva probatoria: soltanto la documentazione di atti originariamente irripetibili, compiuti in occasione degli accessi e presentata nel corso delle indagini, è inserita nel fascicolo del dibattimento insieme al verbale degli accertamenti tecnici irripetibili.

Ad esempio, con riferimento alle c.d. videoriprese, la giurisprudenza ha ciò che potrebbe avere influenza sull'attività investigativa. Per quanto attiene le riprese effettuate in luoghi pubblici o aperti al pubblico sembra scontato il loro inserimento nella categoria dei documenti ex art. 234 ovvero nell'ambito delle prove atipiche ex art. 189, sia che l'attività venga compiuta dagli organi inquirenti sia che venga svolta dalla difesa. In merito alle videoregistrazioni compiute in luoghi privati, invece, le Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 26795/2006) hanno ricordato come la tutela della sfera della privacy prevalga sulle esigenze di accertamento con la conseguenza che «le videoriprese eseguite in luoghi privati in violazione dell'art. 14 Cost. sono inutilizzabili ai fini processuali».

Casistica

Il diritto di accesso ai luoghi: riepilogo

Con riferimento alla disciplina dettata dall'art. 391-sexies, il codice di rito riconosce al difensore il diritto di accedere ai luoghi di interesse per le investigazioni difensive. In particolare:

a) la norma prescrive modalità e forma di verbalizzazione di tutte le operazioni possibili durante il sopralluogo;

b) la verbalizzazione rappresenta una mera facoltà e non un obbligo né un dovere, ma il rispetto delle forme è però elemento essenziale ai fini dell'utilizzabilità degli atti raccolti;

c) possono accedere ai luoghi, per prenderne visione e procedere a varie operazioni tecniche, solo il difensore, il suo sostituto e tutti gli investigatori e consulenti tecnici incaricati;

d) è escluso il compimento di atti che possano alterare il contenuto o le qualità del luogo o dei beni esistenti.

Bibliografia

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