Codice di Procedura Penale art. 430 - Attività integrativa di indagine del pubblico ministero e del difensore 1 .Attività integrativa di indagine del pubblico ministero e del difensore1. 1. Successivamente all'emissione del decreto che dispone il giudizio, il pubblico ministero e il difensore possono, ai fini delle proprie richieste al giudice del dibattimento, compiere attività integrativa di indagine, fatta eccezione degli atti per i quali è prevista la partecipazione dell'imputato o del difensore di questo2. 2. La documentazione relativa all'attività indicata nel comma 1 è immediatamente depositata nella segreteria del pubblico ministero con facoltà delle parti di prenderne visione e di estrarne copia.
[1] Articolo così sostituito dall'art. 14 l. 7 dicembre 2000, n. 397. [2] V. l'art. 12 l. 16 marzo 2006, n. 146, entrata in vigore il 12 aprile 2006 (il giorno successivo alla sua pubblicazione in G.U.). InquadramentoL'art. 430 va a “coprire” lo spazio d'indagine che si interpone tra il rinvio a giudizio, disposto all'esito dell'udienza preliminare, e l'inizio della fase dibattimentale. Durante tale intervallo le indagini integrative svolte dal pubblico ministero e dai difensori possono trovare pieno espletamento laddove finalizzate ad elaborare le richieste da formulare, in punto di prova, al giudice dibattimentale, — tanto da dovere essere immediatamente depositate e messe a disposizione delle parti avverse —, purché non aventi ad oggetto atti per i quali è prevista la partecipazione dell'imputato e del suo difensore. Le attività di indagine delle parti in seguito al rinvio a giudizio: spazio d'intervento e limitiProfili generali Le indagini, a differenza di quanto la disciplina dei termini dettata dall'art. 407 lascerebbe pensare, non hanno termine né con il deposito della richiesta di rinvio a giudizio né con l'emissione del decreto ex art. 429. Difatti, così come l'art. 419, comma 3, stabilisce che le parti che ricevono l'avviso di fissazione dell'udienza preliminare devono depositate, presso la cancelleria del giudice dell'udienza preliminare, “la documentazione relativa alle indagini eventualmente espletate dopo la richiesta di rinvio a giudizio”, — al fine di dar modo, ex art. 131 att., alle parti avverse di “prender(n)e visione.....e di estrar(n)e copia” —, l'art. 430 legittima le stesse a continuare i loro approfondimenti istruttori ma nell'ambito di precisi confini normativi. Requisiti Le indagini svolte dal pubblico ministero e dai difensori successivamente all'emissione del decreto che dispone il giudizio devono essere finalizzate alle successive richieste che le parti si apprestano a fare al giudice del dibattimento, — di cui la lista testi costituisce il primo addentellato —, e non possono mai avere ad oggetto atti per i quali è prevista la partecipazione necessaria dell'imputato. Limite temporale Non è stabilito dal legislatore alcun limite temporale finale per le indagini integrative se non quello che esse, dal momento dell'emissione del decreto che dispone il giudizio, per entrare a far parte del fascicolo per il dibattimento, necessitano di essere sottoposte al giudice sotto forma di richiesta d'ammissione secondo le tempistiche dettate per esso. L’attività integrativa d’indagine del P.M. non è soggetta ad alcun limite cronologico finale – richiedendosi, tuttavia, che la difesa sia posta nelle condizioni di confrontarsi e di interloquire sulle acquisizioni di indagini – coerentemente con il principio della parità delle parti nel processo, essendo il difensore legittimato allo svolgimento di attività di investigazione difensiva in ogni stato e grado del procedimento, ai sensi dell’art. 327-bis, comma 2, c.p.p. (Cass. V, n. 40467/2018). Parità delle parti A ribadire che sono legittimati alle attività integrative d'indagine sia il pubblico ministero che i difensori oltre al disposto dell'art. 430 v'è anche quanto sancito dall'art. 327 bis, comma 2, nel quale si afferma, testualmente, che l'attività investigativa del difensore, tesa a ricercare elementi di prova a favore dell'indagato, può svolgersi “in ogni stato e grado del procedimento, nell'esecuzione penale e per promuovere il giudizio di revisione”. L'accesso reciproco alla documentazione d'indagine prodotta dalle parti
Profili generali L'attività integrativa d'indagine svolta dal pubblico ministero, (ma anche quella svolta di difensori), a prescindere dal fatto che il giudice dell'udienza preliminare, successivamente all'emissione del decreto che dispone il giudizio, abbia o meno formato il fascicolo per il dibattimento e abbia dato luogo alla trasmissione ex art. 432, confluisce sempre nel fascicolo del pubblico ministero in quanto solo successivamente a mezzo della mediazione del giudice, sia in ordine alla richiesta d'ammissione che riguardo all'assunzione della prova, potrà migrare nel fascicolo del dibattimento. Avviso di deposito Presupposto fondamentale della disciplina prevista per le attività integrative d'indagine è che le stesse, le quali ovviamente devono essere pertinenti alle vicende processuali e finalizzate a formulare richieste probatorie al giudice del dibattimento, devono essere depositate nel fascicolo del pubblico ministero e formare oggetto di specifico avviso di deposito con cui sia specificata la facoltà di prenderne visione e di estrarne copia. L'obbligo di immediato deposito della documentazione attinente l'attività integrativa d'indagine deve essere parametrato alla tipologia degli atti compiuti per cui un eventuale deposito temporalmente non immediato non determina automatiche conseguenze processuali dovendo essere in concreto valutato se esso ha leso o meno il diritto di difesa. Avviso di conclusione delle indagini preliminari L'eventuale omissione del deposito degli atti d'indagine preliminare contestualmente alla notifica dell'avviso di conclusione delle stesse ex art. 415-bis comporta l'inutilizzabilità degli atti stessi ma non la nullità della richiesta di rinvio a giudizio né del decreto che dispone il giudizio mentre tale sanzione processuale (inutilizzabilità) non si applica in caso di attività integrativa d'indagine ex art. 430, sia pure antecedente all'emissione del decreto ex art. 429, purché essa sia stata fatta oggetto di deposito e di relativo avviso alle parti di poterne prendere visione ed estrarre copia (Cass., IV, n. 7597/2013). Di contrario avviso Cass. II, n. 20125/2018 secondo cui “l’omesso deposito di atti d’indagine preliminare contestualmente alla notifica dell’avviso di cui all’art. 415-bis determina una nullità di ordine generale a regime intermedio – e non una inutilizzabilità – che non può essere dedotta a seguito della scelta del giudizio abbreviato, in quanto la richiesta del rito speciale opera un effetto sanante della nullità ai sensi dell’art. 183 cod. proc. pen.”. CasisticaIl pubblico ministero può compiere, dopo la chiusura delle indagini preliminari, attività integrativa di indagine, ai sensi dell'art. 430, purchè non si tratti di atti – tra cui rientra il sequestro probatorio – per i quali è prevista la partecipazione dell'imputato o del difensore di quest'ultimo – (Cass., IV, n. 4913/2020). BibliografiaAprile-Suso, L'udienza preliminare, Milano, 2005; Cassibba, L'attività integrativa d'indagine, in Cass. pen. 2014, 3542. |