Codice di Procedura Penale art. 464 quinquies - Esecuzione dell'ordinanza di sospensione del procedimento con messa alla prova 1 .Esecuzione dell'ordinanza di sospensione del procedimento con messa alla prova1. 1. Nell'ordinanza che dispone la sospensione del procedimento con messa alla prova, il giudice stabilisce il termine entro il quale le prescrizioni e gli obblighi relativi alle condotte riparatorie o risarcitorie imposti devono essere adempiuti; tale termine può essere prorogato, su istanza dell'imputato, non più di una volta e solo per gravi motivi. Il giudice può altresì, con il consenso della persona offesa, autorizzare il pagamento rateale delle somme eventualmente dovute a titolo di risarcimento del danno. 2. L'ordinanza è immediatamente trasmessa all'ufficio di esecuzione penale esterna che deve prendere in carico l'imputato. 3. Durante la sospensione del procedimento con messa alla prova, il giudice, sentiti l'imputato e il pubblico ministero, può modificare con ordinanza le prescrizioni originarie, ferma restando la congruità delle nuove prescrizioni rispetto alle finalità della messa alla prova.
[1] Articolo inserito dall'art. 4, l. 28 aprile 2014, n. 67 . InquadramentoL'art. 464-quinquies attribuisce al giudice il potere di stabilire un termine entro il quale le prescrizioni e gli obblighi relativi alle condotte riparatorie o risarcitorie debbono essere adempiuti. L'esecuzione dell'ordinanza di sospensione del procedimento con messa alla provaAl giudice, ai sensi dell'art. 464-quinquies, è inoltre attribuito dal legislatore il potere di indicazione del termine (prorogabile, su istanza dell'imputato, non più di una volta e solo per gravi motivi) entro il quale l’imputato deve adempiere le eventuali prescrizioni ed ai relativi obblighi inerenti le condotte riparatorie o risarcitorie imposte nel programma di trattamento elaborato dall'U.e.p.e., di cui può essere autorizzato, previo consenso della persona offesa e sempre su richiesta dell'imputato, il pagamento rateale. Nell'assenza di una disposizione sul punto, è opportuno che, quando il giudice fissa il termine per l'adempimento delle prescrizioni e degli obblighi relativi alle condotte riparatorie o risarcitorie, esso venga fatto decorrere dalla sottoscrizione del verbale di messa alla prova, atteso che, ai sensi dell'art. 464-quater, comma 6, dalla data del verbale di messa alla prova decorre già il termine di sospensione del procedimento. L'ordinanza di sospensione del procedimento va quindi trasmessa all'U.e.p.e., in uno al verbale di messa alla prova (qualora si ritenga che il verbale di messa alla prova debba essere redatto innanzi al giudice e non direttamente dall'U.e.p.e.), per la presa in carico dell'imputato ed a quel punto il giudice, richiamando il disposto di cui all'art. 141-ter, disp. att., preciserà che l'U.e.p.e. provveda ad informare l'autorità giudiziaria — con relazioni periodiche da redigere e trasmettere al massimo ogni tre mesi — sull'andamento del trattamento e ad inviare, alla scadenza del periodo di prova, la relazione conclusiva sul decorso e sull'esito della prova medesima, relazione che deve essere trasmessa alla cancelleria del giudice almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata per la sua valutazione, con facoltà per le parti di prenderne visione ed estrarne copia. È infatti opportuno — per evitare aggravi per le cancellerie (che, a contrario, sarebbero onerate della trasmissione degli avvisi di fissazione delle udienze) e più in generale per monitorare e scadenzare i singoli processi sospesi — che il giudice, nello stesso provvedimento con il quale sospende il procedimento concedendo la messa alla prova, indichi anche la data di udienza per la valutazione della relazione conclusiva che sarà trasmessa dall'U.e.p.e. (udienza che dovrà essere successiva rispetto alla scadenza del periodo di prova e quindi alla decorrenza del periodo di sospensione fissato dal giudice), riservando eventualmente l'indicazione di altra udienza, alla prima antecedente, qualora si dovesse rendere necessaria la sua celebrazione (e ciò per le più disparate ragioni: o perché il giudice intenda modificare, integrare il programma; o perché l'U.e.p.e. segnala qualcosa in ordine alla esecuzione della prova; o perché vengono a determinarsi situazioni che impongono di revocare la messa alla prova). Alle stesse esigenze (di evitare inutili aggravi per le cancellerie) risponde anche la lettura in udienza dell'ordinanza di sospensione, in tal modo rendendo edotti i presenti. Infine, l'ordinanza di sospensione va trasmessa all'ufficio competente perché proceda ad iscriverla per estratto nel casellario giudiziale, ai sensi dell'art. 3, comma 1 lett i-bis) d.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, come modificato dall'art. 6 l. n. 67/2014. CasisticaE' illegittimo il capo della sentenza che dichiarando l'estinzione del reato ai sensi dell'art. 464-septies, condanni l'imputato al risarcimento dei danni e alla rifusione delle spese processuali sostenute dalla parte civile, atteso che il risarcimento della vittima, unitamente alla eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, costituisce un presupposto imprescindibile dell'istituto; ne consegue che, qualora le prescrizioni imposte dal giudice ai sensi dell'art. 464-quinquies non rispondano alle pretese della parte civile, quest'ultima potrà tutelarsi nell'ambito di un autonomo giudizio civile, senza subire alcun effetto pregiudizievole dalla sentenza di proscioglimento che, non essendo fondata su elementi di prova, non è idonea ad esprimere un compiuto accertamento sul merito dell'accusa e sulla responsabilità (Cass. V, n. 33277/2017). BibliografiaBartoli, La sospensione del procedimento con messa alla prova: una goccia deflattiva nel mare del sovraffollamento ?, in Dir. pen. e proc. 2014, 6, 659 ss.; Ciampi, Sospensione del processo penale con messa alla prova e paradigmi costituzionali: riflessioni de iure condito e spunti de iure condendo, in Riv. it. dir. e proc. pen. 2009, 1984 ss.; Coppetta, La definizione anticipata del processo. La sospensione del processo con messa alla prova, in Trattato di diritto di famiglia, diretto da Zatti, vol. V, Diritto e procedura penale minorile, in Palermo Fabris - Presutti (a cura di), Milano, 2011, 2011, 607 ss.; Larizza, Le “nuove” risposte istituzionali alla criminalità minorile. La sospensione del processo con messa alla prova, in Trattato di diritto di famiglia, diretto da Zatti, vol. V, Dir. e proc. pen. min., in Palermo Fabris - Presutti (a cura di), Milano, 2011, 279; Montagna, I confini dell’indagine personologica nel processo penale, Roma, 2013, 55 ss.; Viganò, Sulla proposta legislativa in tema di sospensione del procedimento con messa alla prova, in Riv. it. dir. e proc. pen. 2013, 1300 ss.; Zaccaro, La messa alla prova per adulti. Prime considerazioni, in Quest. Gius. 2015, n. 3.
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