Codice di Procedura Penale art. 626 - Effetti della sentenza sui provvedimenti di natura personale o reale.Effetti della sentenza sui provvedimenti di natura personale o reale. 1. Quando, in seguito alla sentenza della corte di cassazione, deve cessare una misura cautelare [280-286, 316-323] ovvero una pena accessoria [140 c.p.; 287-290] o una misura di sicurezza [312-313], la cancelleria ne comunica immediatamente il dispositivo al procuratore generale presso la corte medesima perché dia i provvedimenti occorrenti [28 reg.]. InquadramentoSi tratta di norma che ha profondamente modificato l’impostazione del vecchio codice del 1930; due sono gli elementi qualificanti: da una parte, il fatto che la comunicazione debba essere data immediatamente e senza ritardo, segno tangibile di una maggiore attenzione del legislatore repubblicano alla questione della libertà personale; dall’altra, il fatto che la comunicazione debba essere data dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, cui la cancelleria comunica immediatamente il dispositivo della sentenza emessa: previsione connessa alla volontà di rendere effettiva l’immediatezza della comunicazione evitando trasmissioni tra uffici non vicini. CasisticaAll'importanza di principio della norma, non corrisponde una particolare elaborazione giurisprudenziale. La Corte ha precisato comunque che la comunicazione in esame riguarda senz'altro anche le ipotesi di detenzione senza titolo (Cass. IV, n. 1377/1995; Cass. fer., n. 35981/2015) e tutti i casi in cui vi sia una revoca di misura di prevenzione personale (Cass. VI, n. 20354/2001; Cass. n. 3387/1997). Infatti, la disposizione di cui all'art. 626, anche se dettata in tema di misura cautelare ovvero di pena accessoria o di misura di sicurezza, deve ritenersi comprensiva dell'ipotesi di detenzione senza titolo; di conseguenza, ove la Corte di Cassazione rilevi l'inesistenza di un titolo esecutivo che giustifichi la detenzione del ricorrente, deve ordinarne l'immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa (Cass. IV, n. 1377/1995). Viceversa, nel caso in cui la Cassazione annulli la ordinanza, con la quale il tribunale del riesame abbia revocato il provvedimento cautelare della custodia in carcere, non spetta al giudice di legittimità disporre il ripristino della medesima, in attesa della nuova decisione. La Corte infatti deve dare immediata comunicazione al Procuratore Generale, soltanto nell'ipotesi di cessazione della misura. Negli altri casi deve essere il Pubblico Ministero procedente ad adottare, ove ne esistano i presupposti, gli opportuni provvedimenti (Cass. II, n. 1722/1993). BibliografiaCanzio, Il ricorso per Cassazione, in AA.VV., Le impugnazioni, a cura di Aimonetto, Torino, 2005, 462. |