Codice di Procedura Penale art. 646 - Procedimento e decisione.

Vincenzo Tutinelli

Procedimento e decisione.

1. Sulla domanda di riparazione la corte di appello decide in camera di consiglio osservando le forme previste dall'articolo 127.

2. La domanda, con il provvedimento che fissa l'udienza, è comunicata [153] al pubblico ministero ed è notificata, a cura della cancelleria, al ministro del tesoro presso l'avvocatura dello Stato che ha sede nel distretto della corte e a tutti gli interessati, compresi gli aventi diritto che non hanno proposto la domanda [645 2].

3. L'ordinanza che decide sulla domanda di riparazione è comunicata [153] al pubblico ministero e notificata a tutti gli interessati, i quali possono ricorrere per cassazione [606].

4. Gli interessati che, dopo aver ricevuto la notificazione prevista dal comma 2, non formulano le proprie richieste nei termini e nelle forme previsti dall'articolo 127, comma 2, decadono dal diritto di presentare la domanda di riparazione successivamente alla chiusura del procedimento stesso.

5. Il giudice, qualora ne ricorrano le condizioni, assegna all'interessato una provvisionale a titolo di alimenti [438 c.c.].

Inquadramento

Si tratta di procedimento camerale che trova nella norma in esame una compiuta regolazione quanto a iniziativa, comunicazioni, sanzioni processuali, poteri della Corte di Appello.

Casistica — Profili procedimentali e legittimazione alla impugnazione del provvedimento finale

  La previsione per cui il  procedimento per la riparazione dell'errore giudiziario è regolato dall'art. 127 c.p.p. non trova ostacolo nella sentenza 10 aprile 2012 della Corte europea per i diritti dell'uomo, nel caso Lorenzetti c. Italia, in quanto tale pronuncia, nell'affermare la necessità che al soggetto interessato possa quanto meno essere offerta la possibilità di richiedere una trattazione in pubblica udienza, non si riferisce al giudizio innanzi alla Corte di cassazione Corte (Cass. IV, n. 18427/2018). 

Tra i soggetti cui deve essere notificata la domanda vi è il Ministero dell'Economia. L'omessa notificazione della domanda, a cura della cancelleria, al competente ministero ai fini dell'art. 646, comma 2, determina una nullità generale a regime intermedio a norma dell'art. 180, rilevabile anche di ufficio, che deve essere eccepita prima della conclusione del procedimento in camera di consiglio, se la parte pubblica vi partecipi, ovvero, per la prima volta, mediante ricorso per cassazione (Cass. III, n. 19181/2018) .

Il giudizio, pur avendo connotazioni di natura civilistica, attiene comunque ad un rapporto obbligatorio di diritto pubblico, cui consegue un rafforzamento dei poteri officiosi del giudice, il quale, ove la documentazione prodotta dalla parte interessata si riveli per qualche aspetto insufficiente, può fondare la sua decisione anche su atti diversi da quelli prodotti, di cui le parti abbiano comunque conoscenza (Cass. IV, n. 2050/2003).

Pacifica l'esperibilità di perizia. Al proposito, l'art. 228 comma 3, che consente al perito, ai fini dello svolgimento dell'incarico, di richiedere notizie all'imputato, alla persona offesa nonché ad altri soggetti, è applicabile anche nel procedimento per la riparazione dell'errore giudiziario disciplinato dall'art. 646: di conseguenza il perito che debba accertare il valore dell'azienda ceduta dall'imputato a causa della carcerazione ingiustamente sofferta può assumere informazioni presso imprenditori del settore (Cass. IV, n. 2050/2003).

Quanto ai profili di quantificazione, si rinvia all'art. 643. 

Nel riconoscere il diritto alla riparazione per l'ingiusta detenzione, il giudice, atteso il rinvio operato dall'art. 315, comma 3, alle disposizioni dettate per la riparazione dell'errore giudiziario, può liquidare una provvisionale a titolo alimentare, ma esclusivamente qualora il richiedente dimostri di versare in uno stato di bisogno cui non sia in grado di porre rimedio (Cass. IV, n. 841/2017).

Nel provvedimento finale, non dà luogo a nullità la mancanza nell'intestazione della sentenza della formula « in nome del popolo italiano » (Cass. VI, n. 25828/2008).

Il P.M. è legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso l'ordinanza della corte d'appello che decide sulla domanda di riparazione, anche solo per contestare la quantificazione della somma stabilita a titolo di indennizzo, in quanto nessuna espressa limitazione è prevista al suo potere di impugnazione (Cass. IV, n. 2050/2003).

Tra i soggetti legittimati al ricorso per Cassazione avverso il provvedimento finale, vi è anche il Ministero del Tesoro in quanto ente erogante (Cass. IV, n. 970/1998) le forme del ricorso stesso che non ricomprendono il rilascio di procura speciale ad opera della parte privata (Cass. IV, n. 53/1997).

Bibliografia

V sub art. 637.

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