Codice di Procedura Penale art. 650 - Esecutività delle sentenze e dei decreti penali.Esecutività delle sentenze e dei decreti penali. 1. Salvo che sia diversamente disposto, le sentenze e i decreti penali hanno forza esecutiva [656 s.] quando sono divenuti irrevocabili [648]. 2. Le sentenze di non luogo a procedere [425] hanno forza esecutiva quando non sono più soggette a impugnazione [428]. InquadramentoLa disciplina dettata dall’art. 650 lega strettamente la forza esecutiva delle decisioni (sentenze e decreti penali di condanna) alla loro irrevocabilità. Il richiamo espresso è a tutto quanto previsto dagli artt. 656 e ss., la cui cura è affidata al pubblico ministero ed il cui percorso applicativo può essere oggetto di specifici incidenti (artt. 665 e ss.) dinanzi al giudice funzionalmente competente. Per le sentenze di non luogo a procedere, atteso il loro peculiare regime legato alla possibilità della revoca, (artt. 434 e ss.), la forza esecutiva è connessa non alla irrevocabilità bensì al decorso del termine per la loro impugnazione. Così come è possibile che vi siano statuizioni parziali irrevocabili (art. 648) consegue ad esse una forza esecutiva limitata, forza esecutiva che può avere, difatti, ad oggetto singole imputazioni oramai coperte da giudicato definitivo ovvero singoli imputati anche nell’ambito del medesimo procedimento. Al momento dell’esecutività del provvedimento decisionale sono legati gli oneri di immediata comunicazione da parte della cancelleria (art. 28 reg. es. c.p.p.) all’ufficio del pubblico ministero presso il giudice dell’esecuzione funzionalmente competente ex art. 665. Sentenza e decreto penale di condanna: lo status di irrevocabilitàNon appena divengono irrevocabili la sentenza di condanna o il decreto penale di condanna, il pubblico ministero, quale organo dell'esecuzione, ha il dovere di porli in esecuzione anche in assenza dell'attestazione del cancelliere, purché l'irrevocabilità sia desumibile da altri elementi (Cass. I, n. 44236/2014), come l'estratto di cancelleria della corte di cassazione (Cass. I, n. 35559/2008). La dottrina ha ampiamente sottolineato che la correlazione tra l'irrevocabilità e l'esecutività è solo tendenziale, esistendo provvedimenti irrevocabili non esecutivi e provvedimenti esecutivi non irrevocabili, come le misure cautelari (Fusco, 2289). Nei processi plurisoggettivi, laddove un imputato non abbia proposto impugnazione o essa sia stata dichiarata inammissibile, l'esecuzione deve essere iniziata senza attendere l'esito delle impugnazioni proposte dai coimputati, perché non è prevista – a differenza del regime sancito per i decreti penali (art. 463) - la sospensione dell'esecuzione in attesa dell'eventuale produzione dell'effetto estensivo previsto dall'art. 587 (Cass. S.U., n. 9/1995). Il decreto penale di condanna, per la sua peculiarità, deve essere eseguito quando non venga proposta tempestiva opposizione oppure quando l'opposizione sia dichiarata inammissibile e siano scaduti i termini per impugnare la declaratoria di inammissibilità, oppure essa impugnazione sia stata proposta tempestivamente ma la corte di cassazione l'abbia dichiarata inammissibile o respinta, ed anche con riferimento al caso in cui siano state erroneamente disposte statuizioni reali (Cass. III, n. 49477/2012). E’ dalla data di irrevocabilità della sentenza di condanna che decorre il termine di prescrizione della pena laddove l’esecuzione della stessa sia subordinata alla revoca dell’indulto (Cass. S.U., n. 2/2015). L'esecuzione del giudicato “progressivo”Nel caso in cui la sentenza abbia dato luogo a diverse statuizioni, solo alcune delle quali siano state annullate all'esito del giudizio di cassazione, sono irrevocabili e devono essere eseguite quelle non annullate, a condizione che esse corrispondano ad un accertamento completo relativamente a singoli episodi,(Cass. I, n. 15949/2013), e naturalmente che sia inflitta una pena eseguibile (Cass. I, n. 32477/2013). Pertanto è irrevocabile una sentenza di condanna per un reato quando sia annullata con riferimento ad altri reati attribuiti allo stesso imputato mentre non è irrevocabile una sentenza di condanna laddove sia stata accertata la penale responsabilità dell'imputato ma sia stata annullata la pena inflitta o il riconoscimento di una circostanza. La sentenza di non luogo a procedere: una “diversa” irrevocabilitàLa sentenza di non luogo a procedere è strutturalmente inidonea ad acquisire il carattere dell'irrevocabilità essendo per essa sempre prevista, in presenza dei presupposti di cui agli artt. 434 e ss., la revoca. E’ per questo che il Legislatore ha legato la forza esecutiva della sentenza ex art. 425 non alla irrevocabilità ma alla sua formale inoppugnabilità risiedente nel decorso dei termini per proporla ovvero nel rigetto della stessa. Anche per tale tipo di decisione il “giudicato” può avere valenza parziale allorquando l’impugnazione è formulata solo in relazione a specifiche imputazioni o a specifiche posizioni processuali. La giurisprudenza ha precisato che la sentenza di non luogo a procedere è esecutiva nel senso in cui preclude un secondo giudizio in assenza dei presupposti per la sua revoca e nel caso in cui abbia dichiarato il reato estinto (Cass. III, 2455/1999). CasisticaIn caso di annullamento parziale della sentenza, qualora sia rimessa al giudice del rinvio la sola questione relativa al riconoscimento di una circostanza aggravante, il giudicato formatosi sull’accertamento del reato e la responsabilità dell’imputato impone che la sentenza di condanna ad una pena che, sebbene non determinata, sia determinabile nel minimo e modificabile soltanto in aumento, venga messa in esecuzione – (Cass., I, n. 33154/2019). BibliografiaFusco, Art. 650, in Corso, Commento al codice di procedura penale, Piacenza, 2008. |