Codice di Procedura Penale art. 655 - Funzioni del pubblico ministero.Funzioni del pubblico ministero. 1. Salvo che sia diversamente disposto [738 2], il pubblico ministero [51] presso il giudice indicato nell'articolo 665 cura di ufficio l'esecuzione dei provvedimenti [260 trans.; 28 reg.]. 2. Il pubblico ministero propone le sue richieste al giudice competente e interviene [178, 180] in tutti i procedimenti di esecuzione. 3. Quando occorre, il pubblico ministero può chiedere il compimento di singoli atti a un ufficio del pubblico ministero di altra sede [370 3]. 4. Se per l'esecuzione di un provvedimento è necessaria l'autorizzazione [68 Cost.; 343], il pubblico ministero ne fa richiesta all'autorità competente; l'esecuzione è sospesa fino a quando l'autorizzazione non è concessa. Allo stesso modo si procede quando la necessità dell'autorizzazione è sorta nel corso dell'esecuzione (1). 5. I provvedimenti del pubblico ministero dei quali è prescritta nel presente titolo la notificazione al difensore, sono notificati [151], a pena di nullità, entro trenta giorni dalla loro emissione, al difensore nominato dall'interessato [96] o, in mancanza, a quello designato dal pubblico ministero a norma dell'articolo 97, senza che ciò determini la sospensione o il ritardo dell'esecuzione. (1) Il comma 4 era stato abrogato dall'art. 2 d.l. 8 gennaio 1996, n. 9, poi decaduto per mancata conversione in legge. In precedenza, analogo intervento abrogativo era stato apportato dai dd.ll. 15 novembre 1993, n. 455, 14 gennaio 1994, n. 23 e 17 marzo 1994, n. 176, 16 maggio 1994, n. 291, 15 luglio 1994, n. 447, 8 settembre 1994, n. 535, 9 novembre 1994, n. 627, 13 gennaio 1995, n. 7, 13 marzo 1995, n. 69, 12 maggio 1995, n. 165, 7 luglio 1995, n. 276, 7 settembre 1995, n. 374 e 8 novembre 1995, n. 466 tutti parimenti decaduti per mancata conversione in legge. InquadramentoL’organo deputato all’esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali è, - salvo diversa, ed espressa, statuizione -, il pubblico ministero presso il giudice competente ex art. 665 : è’, ovviamente, il pubblico ministero che replica funzionalmente la propria competenza da quella del giudice (dell’esecuzione) e non viceversa. La cura dell’esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali è affidata d’ufficio al pubblico ministero ed alla propria segreteria sono demandati, nel dettaglio, tutti gli adempimenti preparatori (art. 29 reg. es. ) La competenza funzionale del pubblico ministero nella fase dell’esecuzioneLa sfera di competenza funzionale affidata alla cura esecutiva (d’ufficio) del pubblico ministero riguarda tutti i provvedimenti giurisdizionali, e non solo le sentenze irrevocabili. L’individuazione dell’ufficio del pubblico ministero è da intendersi in senso lato in quanto tutte le volte in cui a dovere essere eseguita è una decisione di secondo grado – in quanto riforma sostanziale di quella di primo grado – lo stesso va individuato nella procura generale presso la corte d’appello. Rientra nelle competenze del pubblico ministero anche l’esecuzione delle misure cautelari personali, salvo il caso in cui sia già stata esercitata l’azione penale: in tali ultimi casi la cura dell’esecuzione è in capo al giudice che procede (art. 92 att. c.p.p.). Il pubblico ministero è competente a dare luogo all'esecuzione delle misure cautelari personali e reali ), nonché, in ordine a quest’ultime, anche sotto il profilo dell'individuazione delle modalità di esecuzione tra cui lo sgombero di immobili(Cass. II, n. 44504/2015), competenza peraltro attribuitagli in via esclusiva (Cass. III, n. 16689/2014). Proprio in relazione all’ordine di sgombero, in sede di legittimità, avallando lo svolgimento dell’incidente di esecuzione anche nella fase delle indagini preliminari, si è affermato che esso costituisce una modalità di attuazione del sequestro preventivo la cui cura è affidata al pubblico ministero ma l’operato dello stesso è sindacabile dal giudice esclusivamente sotto il profilo dell’inesistenza del titolo e della sua indispensabilità al fine di dare esecuzione alla misura cautelare reale : le modalità di attuazione devono essere sia le meno gravose possibili che le più adeguate a salvaguardare gli effetti del sequestro nel rispetto del principio di proporzionalità vigente in tutte le fasi del processo ed in relazione a tutti i tipi di misura cautelare – (Cass., III, n. 30405/2016). E’ stato ritenuto abnorme il provvedimento del giudice che, paralizzando l’efficacia del provvedimento di sgombero del pubblico ministero ha autorizzato i detentori di un immobile sottoposto a sequestro preventivo di continuare ad abitarvi ed a fruire dei servizi comuni atteso che le modalità di esecuzione della misura cautelare reale sono di competenza esclusiva del pubblico ministero a norma dell’art. 655 – (Cass., III, n. 43615/2015). Analoga competenza funzionale è attribuita al pubblico ministero relativamente sia alla demolizione delle opere abusive disposta in sentenza che alle modalità esecutive della stessa e (Cass. S.U., n. 15/1996; Cass. III, n. 40233/2014) In seguito alla sentenza della Corte cost. n. 251/2012, in materia di stupefacenti, è assegnato al pubblico ministero, d’ufficio, il potere di attivare la procedura – dinanzi al giudice dell’esecuzione – per la rideterminazione della pena pur se il trattamento sanzionatorio è già in corso di esecuzione e fino a quando questo non sia stato interamente eseguito – (Cass., S.U., n. 42858/2014). L’iniziativa e la partecipazione del pubblico ministero L’ufficio del pubblico ministero ha il potere di iniziativa presso il giudice dell’esecuzione, nel rispetto del perimetro funzionale a quest’ultimo assegnato. Al pubblico ministero oltre che il potere di iniziativa è attribuito anche quello di partecipazione a tutti gli incidenti di esecuzione, sia a quelli proposti dal suo ufficio e sia a quelli avviati su domanda di altre parti. Nei casi in cui l’incidente di esecuzione trova svolgimento a mezzo dell’udienza camerale la partecipazione del pubblico ministero è necessaria mentre laddove il giudice può agire nelle forme semplificate – de plano – la partecipazione è assicurata dal dovere di comunicazione della decisione assunta: nulla vieta che in tali ultimi casi il giudice provveda a sentire il pubblico ministero con parere. La facoltà di rogatoria del pubblico ministero In dottrina si è precisato che il pubblico ministero è titolare, quale organo dell'esecuzione, di un generale potere di delega del compimento di atti esecutivi all'omologo ufficio di altra sede, ma in assenza di criteri selettivi previsti dalla legge, tale potere deve ritenersi limitato alle attività che l'organo dell'esecuzione territorialmente competente non possa obiettivamente svolgere in proprio (Catelani, 127). La necessità dell’autorizzazione ex art. 343 nella fase esecutiva
Profili generali L’autorizzazione ex art. 343 svolge il proprio ruolo ostativo non solo nelle ipotesi relative alla fase delle indagini preliminari, – impedendo fino alla sua concessione lo svolgimento di alcuni atti, fatte salve le specifiche eccezioni previste dal medesimo disposto normativo -, bensì anche nella fase esecutiva ben potendo manifestarsi, per la prima volta, anche in quest’ultima. L’effetto sospensivo Così come statuito dal comma 2 dell’art. 343 l’esecuzione è sospesa fino a quando non è concessa l’autorizzazione da parte dell’autorità competente, autorizzazione che va inoltrata dall’ufficio del pubblico ministero. Così come l’autorizzazione una volta concessa non può essere revocata (art. 343 u. c.) l’eventuale diniego da parte dell’autorità competente (fermo restando la possibilità da parte dell’autorità giudiziaria di sollevare conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale) determina la non eseguibilità del provvedimento. La notifica dei provvedimenti di esecuzione del pubblico ministero e la loro impugnazioneGli atti di esecuzione posti in essere da pubblico ministero, non assumendo natura giurisdizionale, sono impugnabili esclusivamente con il mezzo dell'incidente di esecuzione da proporre innanzi al giudice dell'esecuzione, non già dunque mediante ricorso per cassazione (Cass. I, n. 36007/2011). Tale principio si applica anche al caso in cui il provvedimento sia stato adottato da pubblico ministero privo di competenza, nel qual caso detti provvedimenti non sono affetti da nullità, ma sono censurabili esclusivamente con il mezzo dell'incidente di esecuzione da proporre innanzi al giudice dell'esecuzione (Cass. III, n. 10126/2013).Altrettanto dicasi con riferimento all'impugnazione dei provvedimenti che hanno definito le modalità di esecuzione del sequestro preventivo (Cass. III, n. 2729/2011). La nomina del difensore per la fase di esecuzione Nel caso in cui il condannato non abbia nominato un difensore per la fase dell'esecuzione, la regola generale posta dall'art. 655 è che i provvedimenti d'esecuzione debbano essere notificati al difensore nominato d'ufficio. La nomina del difensore di fiducia effettuata per il giudizio di cognizione non è efficace per la fase esecutiva, salvi i casi espressamente previsti dalla legge, anche se in essa sia genericamente contemplata la eventuale successiva fase di esecuzione (Cass. I, n. 14177/2018). La regola, è bene chiarirlo, trova tuttavia eccezione con riferimento alle pene detentive eseguite ai sensi dell'art. 656, laddove nel caso in cui il condannato non abbia nominato un difensore per la fase dell'esecuzione, deve ritenersi che abbia inteso affidarsi al difensore che lo assisteva nel giudizio di cognizione (Cass. I, n. 1843/2010). L'omessa notifica al difensore di atti dell'esecuzione, quando essa è prevista, entro trenta giorni dall'emissione, determina nullità dell'atto, e trattasi di nullità relativa CasisticaL’incompetenza territoriale del pubblico ministero in sede di esecuzione non comporta, in assenza di una specifica disposizione di legge, alcuna nullità dell’ordine di esecuzione trattandosi di un atto privo di natura giurisdizionale – (Cass, I, n. 12846/2020). BibliografiaTranchina-Di Chiara, L'esecuzione, in Siracusano-Galati-Tranchina-Zappalà, Diritto processuale penale, Milano, 2013; Catelani, Manuale dell'esecuzione penale, Milano, 2002. |