Codice di Procedura Penale art. 694 - Spese per la pubblicazione di sentenze e obbligo di inserzione1.Spese per la pubblicazione di sentenze e obbligo di inserzione1. 1. Il direttore o vice direttore responsabile di un giornale o periodico deve pubblicare, senza diritto ad anticipazione o a rifusione di spese, non più tardi dei tre giorni successivi a quello in cui ne ha ricevuto ordine dall'autorità competente per l'esecuzione, la sentenza di condanna irrevocabile [533, 648] pronunciata contro di lui o contro altri per pubblicazione avvenuta nel suo giornale. 2. Fuori di questo caso, quando l'inserzione di una sentenza penale in un giornale è ordinata dal giudice [536, 543, 642], il direttore o vice direttore responsabile del giornale o periodico designato deve eseguirla, a richiesta del pubblico ministero o della persona obbligata o autorizzata a provvedervi2. 3. La pubblicazione ordinata dal giudice per estratto o per intero può essere eseguita anche in foglio di supplemento dello stesso formato, corpo e carattere della parte principale del giornale o periodico, da unirsi a ciascuna copia di questo e in un unico contesto esattamente riprodotto. 4. Se il direttore o il vice direttore responsabile contravviene alle disposizioni precedenti, è condannato in solido con l'editore e con il proprietario della tipografia al pagamento a favore della cassa delle ammende di una somma fino a 1.549 euro.
[1] Per la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato, v. art. 76 d.lg. 8 giugno 2001, n. 231. [2] Comma modificato dall'art. 299 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115. InquadramentoL’art. 694 prende in esame, all’esito della irrevocabilità della sentenza, l’aspetto economicistico (spese) e quello applicativo della pronuncia avente ad oggetto la pubblicazione della condanna. Quest’ultima può essere assunta dal giudice ai sensi dell’art. 543, – a titolo riparatorio, ex art. 186 c.p. in relazione al “danno non patrimoniale cagionato dal reato” alla vittima dello stesso –, ovvero –, nei casi previsti dall’art. 36 c.p. – quale pena accessoria ex art. 536. La regolamentazione nel dettaglio della pubblicazione della sentenza di condanna riguarda sia il caso in cui i soggetti attuatori (direttore o vicedirettore responsabile) siano essi stessi (ovvero altri che hanno pubblicato sul “loro” giornale o periodico) responsabili della vicenda sia quello in cui essi ne sono coinvolti come meri esecutori della pronuncia del giudice. La “doppia” natura giuridica riparatoria o penale accessoria della pubblicazione della sentenza di condannaQuando la pubblicazione della sentenza penale di condanna è sancita dal giudice come pena accessoria, – il che avviene sempre quando è applicato l’ergastolo mentre negli altri casi quando è stabilito dalla legge -, va specificato, nel dispositivo, se essa debba avvenire per intero o per estratto : l’esecuzione è d’ufficio ed a spese del condannato – (art. 36 c.p.) Nei casi in cui la pubblicazione della sentenza di condanna viene pronunciata, invece, come strumento riparatorio del danno non patrimoniale occorre che vi sia la richiesta della parte interessata, non potendovi provvedere il giudice d’ufficio : anche in questo caso il colpevole è tenuto ad adempiere “a sue spese”. In questa seconda evenienza trattandosi di sanzione civile la pubblicazione non rientra nelle modifiche riguardanti la stessa quale pena accessoria, essendo stato stabilito, in tale ultimo caso, che la pubblicazione non debba più avvenire sui giornali bensì solo sul sito web del Ministero della Giustizia. Nel caso in cui il reato sia stato commesso con il mezzo della stampa (Spangher, 3765), il direttore, o vice direttore, del giornale o periodico è tenuto a pubblicare, senza anticipazione o rimborso di spese, la condanna irrevocabile pronunziata nei confronti suoi o di altri a séguito di pubblicazioni comparse su quello stesso giornale o periodico, entro tre giorni dalla ricezione dell'ordine ricevuto. In tutti gli altri casi, quando non si tratti di reati commessi con il mezzo della stampa, la pubblicazione deve essere disposta, sia che abbia natura riparatoria sia che abbia natura penale accessoria, a cura del direttore o vice direttore a richiesta del pubblico ministero o della persona che sia obbligata o autorizzata a curare la pubblicazione, come ritenuto in dottrina (Catelani, 518), con anticipazione della spesa rispettivamente a carico dell'erario o del privato richiedente (Spangher, 3766), e con diritto di rivalsa nei confronti del condannato. L’applicazione esecutiva della pubblicazione della sentenza di condannaNel caso in cui la pubblicazione scaturisce dalla sentenza di condanna (irrevocabile) nei confronti dei soggetti responsabili della pubblicazione (direttore o vicedirettore responsabile) è dall’ordine stesso che scaturisce il dovere di svolgerla in concreto. In tutti gli altri casi, invece, occorre che la richiesta provenga dal pubblico ministero ovvero dalla parte obbligata o da quella autorizzata ed in assenza di tale domanda la pubblicazione non può essere disposta. Non è prevista alcuna sanzione processuale in caso di non rispetto delle norme procedimentali ma eventuali violazioni possono esse fatte valere in sede di opposizione all’esecuzione. Nei casi in cui il giudice ordini la pubblicazione, a titolo riparatorio, su un giornale o periodico diverso da quello in cui avvenne la pubblicazione lesiva, il direttore o vice direttore responsabile del periodico ha diritto a non sostenere spese maggiori di quelle che avrebbe sostenuto se la pubblicazione fosse stata correttamente ordinata sul suo giornale o periodico (Cass. V, n. 49435/2003), sicché in sede di opposizione all'esecuzione l'avviso di pagamento deve essere annullato o corrispondentemente ridotto. La pubblicazione della sentenza di condanna, quale pena accessoria, nelle leggi specialiI casi di pubblicazione delle sentenze di condanna, declinati come pene accessorie applicabili dal giudice, sono previsti da numerose leggi speciali : 1. art. 9 l. n. 47 dell’8 febbraio 1948 riguardante i reati commessi mediante la pubblicazione in un periodico; 2. art. 6 l. n. 283 del 30 aprile 1962 avente ad oggetto i reati commessi in dispregio della disciplina igienica della produzione e delle vendita di sostanze alimentari; 3. artt. 28, comma 5 e 38 l. n. 300 del 20 maggio 1970 recante le norme in tema di violazioni sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori; 4. art. 6 l. n. 1062 del 20 novembre 1971 in tema di tutela delle opere d’arte; 5. art. 12 l. n. 74 del 10 marzo 2000 in materia di reati fiscali; 6. art. 26 l. n. 251 del 22 maggio 1999 in ordine alla tutela dei titoli e dei marchi identificativi dei metalli preziosi; 7. art. 76 d.lgs. n. 231 dell’8 giugno 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche CasisticaLa pubblicazione della sentenza di condanna quale riparazione del danno morale ha natura civile e non può pertanto essere disposta di ufficio in assenza di richiesta dell'interessato (Cass. VI, n. 6917/1998). BibliografiaCatelani, Manuale dell'esecuzione penale, Milano, 2002; Spangher, Atti processuali penali, Milano, 2013. |