Codice di Procedura Penale art. 728 - Immunità temporanea della persona citata1.Immunità temporanea della persona citata1. 1. Nei casi in cui la domanda di assistenza giudiziaria ha ad oggetto la citazione di un testimone, di un perito o di un imputato davanti all'autorità giudiziaria italiana, la persona citata, qualora compaia, non può essere sottoposta a restrizione della libertà personale in esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza né assoggettata ad altre misure restrittive della libertà personale per fatti anteriori alla notifica della citazione, salvo che: a) il testimone, il perito o l'imputato, avendone avuta la possibilità, non ha lasciato il territorio dello Stato trascorsi quindici giorni dal momento in cui la sua presenza non è più richiesta dall'autorità giudiziaria; b) avendolo lasciato, vi ha fatto volontariamente ritorno.
[1] Articolo sostituito dall'articolo 7, comma 1, lettera b) del d.lgs. 3 ottobre 2017, n. 149. InquadramentoL'art. 7, comma 1 lett. b) d.lgs. n. 149/2017, ha riscritto l'articolo in questione, stabilendo che il testimone, il perito o l'imputato comparsi a seguito di citazione per rogatoria davanti all'Autorità giudiziaria italiana, non possono essere sottoposti a restrizione della libertà personale in esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza, né sottoposti a misure coercitive per fatti anteriori alla notifica della citazione. Il principio va interpretato restrittivamente, nel senso che non ne godono la parte civile, il responsabile civile, il civilmente obbligato per la pena pecuniaria e la persona offesa, a meno che gli stessi non assumano la qualità di testimoni. Il contenuto dell'immunitàIl divieto di eseguire, nei confronti della persona citata, qualunque provvedimento restrittivo della libertà personale, relativamente a fatti precedenti la notifica della citazione e per il tempo necessario alla sua comparizione davanti all'Autorità giudiziaria dello Stato rogante, riguarda sia i provvedimenti posti in esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza sia quelli di natura cautelare, sia, infine, quelli tendenti ad ottenere l'accompagnamento coattivo della persona citata perché venga sentita, come imputato, testimone, persona offesa o venga sottoposta ad altri incombenti istruttori (ricognizioni, confronti, ecc.) relativi a procedimenti diversi da quello al quale si riferisce la citazione. Tale divieto si estende anche alla possibilità di adottare misure coercitive nei confronti della persona citata e comparsa nella qualità di imputato ed alla possibilità di adottare le misure previste nei confronti dei testimoni falsi o reticenti. La peculiarità di questa forma di assistenza giudiziaria è dunque la non coercibilità della comparizione disposta anche nel caso in cui i soggetti citati si trovino ristretti in stato di detenzione nel Paese richiesto, come è previsto sia nella Ceag (v. art. 12) che in singoli trattati bilaterali (v. art. 17 Trattato Italia-Usa). Il giudice competente a far rispettare l'immunitàLa competenza a valutare l'operatività dell'immunità, ed in particolare di quella prevista pattiziamente dall'art. 12 della Ceag, ed a curarne l'applicazione, è stata riconosciuta ai giudici che hanno emesso i provvedimenti cautelari e non a quello che si è avvalso della rogatoria (Cass. V, 24 aprile 1985, Ortolani). Perciò quest'ultimo giudice è stato ritenuto incompetente a concedere o negare la sospensione di un provvedimento restrittivo, emesso nell'ambito di altri procedimenti da una diversa Autorità giudiziaria. Peraltro è stato ritenuto che, per rispettare la norma dell'art. 12 della Ceag e per poterne godere gli effetti, non è necessario un preventivo provvedimento di sospensione della misura restrittiva della libertà personale (Cass. V, 24 aprile 1985, Ortolani). I limiti temporali dell'immunitàL'immunità prevista per la persona citata relativa alla sottoposizione a qualunque provvedimento restrittivo della libertà personale, per fatti precedenti alla notifica della citazione, è valida, per il tempo necessario alla comparizione dello stesso davanti all'Autorità giudiziaria rogante. Peraltro l'immunità temporanea non impedisce che, nei confronti della persona citata, venga iniziato o proseguito, nello Stato rogante, un procedimento penale per fatti anche anteriori alla notifica della citazione (Così in base all'art. 17 del Trattato Italia-Usa di assistenza giudiziaria , Cass. VI, 25 ottobre 1990, Galatolo). Non è stato ritenuto idoneo a produrre gli effetti di cui all'art. 12, n. 2, della Ceag l'invito a presentarsi per nominare un difensore di fiducia, contenuto in una comunicazione giudiziaria inviata ad un imputato residente all'estero (Cass. I, 30 aprile 1981, Campana). L'immunità prevista cessa, quando siano trascorsi quindici giorni dal momento in cui la presenza del soggetto non è più richiesta nel territorio dello Stato e lo stesso abbia prolungato volontariamente la sua permanenza, oppure abbia fatto ritorno nel territorio, sempre volontariamente, dopo averlo lasciato. La persona citata non gode dell'immunità quando, malgrado abbia fatto ingresso nel territorio dello Stato, non si sia poi presentata nel termine stabilito davanti all'Autorità giudiziaria. Il termine di decorrenza del periodo coperto da immunità deve essere fissato nel momento stesso della notifica della citazione, mentre il periodo di quindici giorni entro i quali il soggetto deve lasciare il territorio dello Stato non deve essere stato interessato da fatti o accadimenti, come scioperi o malattie, che non abbiano consentito in concreto l'esercizio di tale facoltà. De Amicis, 204; Diotallevi, 1094. La natura giuridicaLa dottrina ritiene che la disciplina sull'immunità introduca norme speciali di salvacondotto che derogano al diritto processuale comune. Anche in giurisprudenza l'immunità temporanea è stata configurata come una delle cause di sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, che non prevede la concessione di un salvacondotto (Cass. V, 24 aprile 1985, Ortolani). È stata infine configurata la possibilità di attivare un incidente di esecuzione per dedurre l'esistenza di un ostacolo estrinseco all'adozione di un provvedimento di cattura in sé legittimo, come nel caso della presenza dell'immunità prevista dall'art. 12, n. 2, della CEAG (Cass. II, 30 aprile 1981, Campana, cit.). Secondo una parte della dottrina la violazione del principio dell'immunità temporanea ha come conseguenza la nullità del provvedimento di coercizione adottato, con riferimento all'art. 178, comma 1, lett. a), come limite all'esercizio della giurisdizione e quindi alla capacità del giudice, o dell'art. 178, comma 1, lett. b), con riferimento alla legittimità dell'esercizio dell'azione penale (Giovene, 583). È possibile attivare un incidente di esecuzione per dedurre l'esistenza di un ostacolo estrinseco all'adozione di un provvedimento di cattura in sé legittimo, come nel caso della presenza dell'immunità prevista dall'art. 12, n. 2, della CEAG, facendo riferimento all'istituto dell'inesistenza (Cass. S.U., 19 maggio 1984 , Carboni). BibliografiaDe Amicis, Rogatorie in Cooperazione giudiziaria penale, a cura di Marandola, Milano 204; Diotallevi, Sub art. 728, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, V, 2020, 1094; Giovene, Rogatoria, in Dig. d. pen., Torino, 2000, 583. |