Codice di Procedura Penale art. 744 - Limiti dell'esecuzione della condanna all'estero.

Giovanni Diotallevi

Limiti dell'esecuzione della condanna all'estero.

1. In nessun caso il Ministro della giustizia  può domandare l'esecuzione all'estero di una sentenza penale di condanna [533] a pena restrittiva della libertà personale [18 c.p.; 656] se si ha motivo di ritenere che il condannato verrà sottoposto ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza, di religione, di sesso, di nazionalità, di lingua, di opinioni politiche o di condizioni personali o sociali ovvero a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti 1.

 

[1] Le parole «Ministro della giustizia» sono state sostituite alle parole «Ministro di grazia e giustizia»  dall'art. 9, comma 1, lett. d),  d.lgs. 3 ottobre 2017, n. 149.  Già precedentemente ai sensi del  d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300, come da ultimo modificato dal d.l. 18 maggio 2006, n. 181, conv., con modif., in l. 17 luglio 2006, n. 233, la denominazione «Ministro di grazia e giustizia»  era da intendersi « Ministro della giustizia» .

Inquadramento

L'esecuzione della condanna all'estero è sottoposta anche alla condizione negativa relativa all'inesistenza dei limiti di cui all'art. 744, e cioè del divieto di domandare, e di consentire, l'esecuzione all'estero di una sentenza penale italiana di condanna a pena restrittiva della libertà personale quando possa essere ritenuto fondatamente che il condannato potrà essere sottoposto ad atti persecutori o discriminatori o, comunque, a trattamenti crudeli, disumani o degradanti

Le valutazioni concorrenti del ministro della giustizia e dell'Autorità giudiziaria sugli atti persecutori o discriminatori

La valutazione della condizione negativa spetta al ministro della giustizia ma anche all'Autorità giudiziaria in base al dato letterale e sistematico della norma che consentirebbe di individuare un duplice exequatur di ammissibilità giuridica e di opportunità politica (Laszloczcky, 67).

Sulla domanda di esecuzione all'estero di una sentenza a pena restrittiva della libertà personale, alla Corte d'appello compete solo l'accertamento delle condizioni che rendono legittimo il trasferimento all'estero della persona condannata, mentre l'accordo di cooperazione in materia penale con lo Stato estero rientra nella competenza esclusiva del Ministero della giustizia.  La richiesta del condannato di trasferimento dell'esecuzione della pena ai sensi della Convenzione di Strasburgo, diversamente dal consenso alla consegna per l'esecuzione della pena in uno Stato estero, può essere revocata sino alla deliberazione della Corte d'appello (Cass.III, n. 16022/2014).

L'Autorità giudiziaria deve statuire sulla sussistenza delle condizioni previste dall'art. 3 della Convenzione di Strasburgo, sulla inesistenza di impedimenti all'esecuzione della condanna e sull'adeguatezza della pena in base ai criteri dell'art. 133 c.p. e degli artt. 9 e 10 della Convenzione (Cass., VI n. 44089/2014).

Bibliografia

Diotallevi, sub art. 744, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, V, 1160; Laszloczcky, L’esecuzione extraterritoriale del giudicato secondo il nuovo codice di procedura penale, in Indice pen. 1991, 67.

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