Codice Penale art. 16 - Leggi penali speciali.

Alessandro Trinci

Leggi penali speciali.

[I]. Le disposizioni di questo codice si applicano anche alle materie regolate da altre leggi penali, in quanto non sia da queste stabilito altrimenti (1).

(1) V. sub art. 15.

Inquadramento

La norma in esame stabilisce che, nei rapporti fra il codice penale e le leggi speciali, le disposizioni del primo si applicano anche alle materie regolate dalle seconde, salvo che queste dispongano diversamente.

Per “materie” ai sensi dell'art. 16 si intendono i rapporti economico-sociali oggetto della disciplina penale (Vinciguerra, Diritto, 64).

Scopo della previsione è quello di evitare la creazione di diritti penali particolari attraverso l'affermazione che le disposizioni generali sull'applicazione della legge penale contenute nel codice devono valere anche per le altre leggi penali (De Francesco, 55).

Deve osservarsi che la norma in esame, a differenza dell'art. 15, non specifica che la materia regolata dal codice e dalla legge speciale debba essere la stessa. Infatti, fra le due materie, quella regolata dal codice e quella regolata dalla legge specie, non può esservi un rapporto di identità, perché altrimenti troverebbe applicazione la disciplina dettata dall'art. 15 (De Francesco, 56).

Per “altre leggi penali” si intendono le leggi extra codicem, dette anche leggi penali complementari o leggi penali speciali (come le denomina la rubrica dell'articolo), che, di regola, integrano la parte speciale del codice prevedendo nuove figure di reato in relazione a particolari interessi da tutelare, mentre al codice resta affidata la tutela degli interessi generali oppure dei più diffusi fra quelli a carattere particolare

Ne consegue che il codice penale resta sempre la legge fondamentale chiamata a fornire all'applicazione delle leggi particolari i necessari principi (Cass. III, n. 739/1980).

La norma in esame consente di svincolarsi dalle disposizioni di parte generale del codice penale solo quando la deroga ad esse si desume esplicitamente o implicitamente dalla legge speciale; in difetto di ciò, la disciplina di ogni figura extracodicistica di reato va sempre coordinata ed integrata con le disposizioni di parte generale.

Casistica

 

Aumento della pena pecuniaria

In virtù dell'art. 16, la facoltà riconosciuta al giudice dagli artt. 24, ultimo comma e 26, ultimo comma, c.p. di triplicare rispettivamente la pena della multa o quella dell'ammenda, quando ritenga che tali sanzioni pecuniarie, per le condizioni economiche dell'imputato, sarebbero inefficaci anche se irrogate nella misura massima edittale, permane pure in relazione alle pene pecuniarie comminate dalle leggi speciali posteriori all'emanazione del codice penale, sempre che queste non dispongano diversamente (Cass. III, n. 739/1980).

Ignoranza dei doveri del militare

L'art. 39 c.p.mil.p. prevede che il militare non può invocare a scusante l'ignoranza dei doveri inerenti alla propria condizione. «Ignoranza dei doveri» sta a significare ignoranza dei doveri in astratto, cioè ignoranza delle fonti normative dei doveri, e non ignoranza degli atti amministrativi che costituiscono il dovere in concreto che sono «fatti» o «atti» che rendono operante il dovere in astratto disciplinato dalla norma giuridica. Essi si ricollegano, pertanto, al principio di cui alla prima parte dell'art. 47.  Ne consegue che l'errore sull'atto amministrativo è errore di fatto che incide sul dolo secondo i principi del diritto penale militare ex art. 16  rendendo rilevante questo errore anche nell'area dell'art. 39 c.p.mil.p. (Cass. I, n. 12901/1991).

Reati fallimentari

L'inosservanza dell'obbligo di deposito delle scritture contabili, ex artt. 16 n. 3 e 220 l. fall., deve ritenersi assorbita dalla fattispecie di bancarotta fraudolenta documentale, commessa mediante sottrazione del compendio contabile, posto che, a fronte dell'omogeneità della struttura e dell'interesse sotteso ad entrambe le figure di reato, la seconda è più specifica, in ragione dell'elemento soggettivo (Cass. V, n. 2809/2014).

Particolare tenuità del fatto commesso da minorenne

La causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall'art. 131-bis non è applicabile nel processo minorile, posto che la normativa in materia (d.P.R. n. 448/1988) ha carattere di legge penale speciale ai sensi dell’art. 16, e, regolando in modo autonomo la stessa materia con l'istituto dell'irrilevanza del fatto, preclude a priori qualunque possibile confronto fra singole disposizioni, ai sensi dell'art. 15 (Cass. VI, n. 14791/2020).

Bibliografia

De Francesco, Lex specialis. Specialità ed interferenze nel concorso di norme penali, Milano, 1980.

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