Codice Penale art. 32 quater - Casi nei quali alla condanna consegue l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione 1 2 .Casi nei quali alla condanna consegue l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione 1 2. [I]. Ogni condanna per i delitti previsti dagli articoli 314, primo comma, 316-bis, 316-ter, 317,318, 319, 319-bis, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322, 322-bis, 346-bis, 353, 355, 356, 416, 416-bis, [423-bis, primo comma,] 437, 452-bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies, 452-quaterdecies, 501, 501-bis,640, secondo comma, numero 1, 640-bis e 644, commessi in danno o a vantaggio di un'attività imprenditoriale o comunque in relazione ad essa, importa l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione3.
[1] Articolo così sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. c), l. 9 gennaio 2019, n. 3, in vigore dal 31 gennaio 2019. Il testo dell'articolo come da ultimo modificato dall' art. 1, l. 22 maggio 2015, n. 68, era il seguente: «Casi nei quali alla condanna consegue l'incapacità di contrattare con la pubblica. - Ogni condanna per i delitti previsti dagli articoli 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-bis, 319-quater, 320, 321, 322, 322-bis, 353, 355, 356, 416, 416-bis, 437, 452-bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies, 501, 501-bis, 640, numero 1 del secondo comma, 640-bis, 644, nonché dall'articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, commessi in danno o in vantaggio di un'attività imprenditoriale o comunque in relazione ad essa importa l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione». Precedentemente l'articolo era stato inserito dall'art. 120 l. 24 novembre 1981, n. 689 («Ogni condanna per i delitti previsti dagli artt. 317, 318, 319, 320, 321, 353, 355, 356, 416, 437, 501, 501-bis, 640, n. 1 del capoverso, commessi a causa o in occasione dell'esercizio di un'attività imprenditoriale, importa l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione»), poi sostituito dall'art. 21 l. 19 marzo 1990, n. 55 («Ogni condanna per i delitti previsti dagli artt. 317, 318, 319, 320, 321, 353, 355, 356, 416, 416-bis, 437, 501, 501-bis, 640, numero 1 del secondo comma, commessi in danno o in vantaggio di un'attività imprenditoriale o comunque in relazione ad essa importa l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione»), e dall'art. 3 d.l. 17 settembre 1993, n. 369, conv., con modif., in l. 15 novembre 1993, n. 461 e successivamente modificato dell'art. 7 l. 7 marzo 1996, n. 108, che ha inserito la parola «644 » , dall'art. 6, comma 1, l. 29 settembre 2000, n. 300, ha inserito le parole «316-ter» e «322-ter» e infine dall'art. 1, comma 75, l. 6 novembre 2012, n. 190, che ha inserito la parola «319-quater » . [2] Per particolari casi di incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione v. art. 12 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74: «Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto». [3] Comma modificato dall'art. 6, comma 1, lett. a) d.l. 8 settembre 2021, n. 120, conv., con modif., in l. 8 novembre 2021, n. 155, che ha aggiunto le seguenti parole: «423-bis, primo comma,» dopo le parole «416, 416-bis» e successivamente dall'art. 6, comma 1-ter) d.l. 10 agosto 2023, n. 105, conv., con modif. in l. 9 ottobre 2023, n. 137, che soppresso le seguenti parole «423-bis, primo comma,» in sede di conversione. InquadramentoL'art. 32-quater individua i casi nei quali alla condanna consegue, ope legis, la pena accessoria dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. La sanzione accessoria discende dal compimento di taluni specifici reati; il legislatore richiede altresì che il fatto di reato sia stato commesso in danno o in vantaggio di un'attività imprenditoriale o in relazione ad essa. Presupposti applicativiL'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione consegue ope legis alla condanna per i delitti previsti dagli artt. 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-bis, 319-quater, 320, 321, 322, 322-bis, 353, 355, 356, 416, 416-bis, 437, 452-bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies, 501, 501-bis, 640 comma 2, n. 1, 640-bis, 644 c.p. e 260 d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152(articolo abrogato dall'art. 7, comma 1, lett. q, d.lgs. 1 marzo 2018, n. 21. Vedi ora art. 452-quaterdecies) commessi in danno o in vantaggio di un'attività imprenditoriale o comunque in relazione ad essa. La pena accessoria in esame può essere irrogata esclusivamente in caso di condanna per uno dei delitti elencati dalla norma e non può dunque essere mantenuta se in appello lo specifico reato presupposto venga dichiarato estinto per l'intervenuta prescrizione, ancorché la sentenza di condanna venga confermata in relazione ad eventuali altri reati contestati all'imputato (Cass. fer., n. 35476/2009). I presupposti applicativi della sanzione accessoria in esame sono dunque due: a) deve essere commesso uno dei delitti indicati nell'art. 32-quater; b) il fatto di reato deve operare a danno o a vantaggio di un'attività imprenditoriale. La sanzione accessoria trova applicazione anche in ipotesi di delitto tentato ai sensi dell'art. 56 (Romano, Commentario, 275). L'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione può essere disposta anche nei confronti di pubblici ufficiali che abbiano realizzato uno dei reati propri ricompresi nell'elenco sopra indicato. In passato, la norma faceva riferimento ai reati commessi « a causa » o « in occasione dell'esercizio dell'attività imprenditoriale », formulazione che pareva fare riferimento unicamente ai reati commessi da imprenditori. Destinatario della pena accessoria de qua può dunque essere l'imprenditore individuale, l'amministratore o il legale rappresentante di una società, ma anche il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio. In forza del principio di personalità, l'efficacia della pena accessoria è comunque limitata alla sola persona fisica del condannato, con la conseguenza che non subisce alcuna conseguenza la persona giuridica o l'impresa nel cui interesse il soggetto ha posto in essere la condotta penalmente rilevante. È di tutta evidenza che in questo modo il legislatore ha finito per sanzionare unicamente il soggetto persona fisica cui sia attribuibile la condotta delittuosa e non anche la persona giuridica nel cui interesse e a cui vantaggio detta condotta sia stata posta in essere (Ichino, 313; Mucciarelli, 523). Si è ritenuto che non sia necessario che l'impresa fosse già operante nel momento in cui venne commesso il reato, ma è sufficiente che la condotta penalmente rilevante sia stata commessa in rapporto con il primo atto di esercizio dell'impresa (Vinciguerra, 398). La legislazione specialePrima dell'inserimento nel codice penale della sanzione accessoria in esame ad opera della l. 24 novembre 1981, n. 689, il nostro legislatore aveva previsto sanzioni di contenuto analogo nella legislazione speciale: si pensi, ad esempio, alla decadenza dall'iscrizione negli albi di appaltatori di opere e forniture pubbliche di cui all'art. 10 l. 31 maggio 1965, n. 575 (recante disposizioni contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere, oggi novellato ad opera dell'art. 3 l. 19 marzo 1990, n. 55, recante nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale) [v. ora il d.l. n. 159/2001, c.d. “Codice antimafia) nalla cancellazione dall'albo dei costruttori (art. 57, commi 1 e 2, n. 1, d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, oggi abrogata), alla cancellazione dagli elenchi dei fornitori delle pubbliche amministrazioni (art. 50 d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, oggi abrogata). In seguito all'inserimento del'art. 32-qua ter , il legislatore ha poi previsto la sanzione accessoria di cui trattasi in tema di delitti tributari (art. 12, comma 1, lett. b, d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74) e in relazione all'abuso di informazioni privilegiate e aggiotaggio (art. 182 d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58). Si evidenzia come nell'ambito delle previsioni di legislazione speciale sopra indicate il collegamento tra reato e attività di impresa è meramente eventuale, non essendo previsto che la sanzione accessoria sia disposta in ipotesi di fatto commesso « in danno o in vantaggio di un'attività imprenditoriale o comunque in relazione ad essa » (Larizza, 151). FunzioneLa privazione della capacità di contrattare con la pubblica amministrazione ha molteplici finalità. Ad una evidente finalità special-preventiva, diretta a punire il soggetto che sia stato condannato per corruzione o frode nelle pubbliche forniture, per esempio, si affianca anche la necessità di tutela della pubblica amministrazione da un soggetto che appare inaffidabile e, in relazione ai reati di associazione per delinquere e di associazione di tipo mafioso, da pericolose infiltrazioni della criminalità organizzata. Per la disamina degli aspetti distintivi della sanzione accessoria dell'incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione si rinvia a quanto già evidenziato subart. 32-ter. Le modifiche introdotte dalla l. n. 3/2019La norma in esame è stata oggetto di una recentissima riscrittura ad opera della l. n. 3/2019, contenente “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Al fine di adeguare la nostra legislazione agli impegni assunti dall'Italia con la ratifica (eseguita con la l. 28 giugno 2012, n. 110) della Convenzione penale sulla corruzione del Consiglio d'Europa del 1999, il legislatore ha ampliato il catalogo dei reati che comportano l'applicazione della pena accessoria in esame, inserendovi anche i delitti di cui agli artt. 314, primo comma, 319-ter, 346-bis e 452-quaterdecies. Inoltre, è stato modificato anche l'art. 166, comma 1, inserendo un ulteriore periodo che consente al giudice, in caso di condanna per i delitti di cui agli artt. 314, primo comma, 317, 318, 319, 319-bis, 319-ter, 319-quater, primo comma, 320, 321, 322, 322-bis e 346-bis, di disporre che la sospensione condizionale della pena non estenda i suoi effetti alla sanzione accessoria dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. I ripensamenti del legislatore in tema di incendio boschivoCon il d.l. n. 120/2021, conv., con modif., dalla l. n. 155/2021, recante Disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile, si era voluto contrastare più energicamente il fenomeno, sempre più esteso e allarmante, degli incendi boschivi. Oltre a specifiche sanzioni accessorie (l'estinzione del rapporto di lavoro o di impiego nei confronti del dipendente di amministrazioni od enti pubblici ovvero di enti a prevalente partecipazione pubblica e l'interdizione dall'assunzione di incarichi o dallo svolgimento di servizi nell'ambito della lotta attiva contro gli incedi boschivi), il delitto di cui all’art. 423-bis era stato incluso nell’elenco dell’art. 32-quater. Dunque, anche la condanna per tale delitto comportava la pena accessoria dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione, se l'incendio era stato commesso in danno o a vantaggio di un'attività imprenditoriale o comunque in relazione ad essa. Sul punto, però, vi è stato un recente ripensamento da parte del legislatore. In sede di conversione in legge del d.l. n. 105/2023, la l. n. 137/2023 ha aggiunto un comma 1-ter all’art. 6, prevendendo l’eliminazione dell’incendio boschivo dall’elenco dei reati presupposto per l’applicazione della pena accessoria di cui all’art. 32-quater. BibliografiaIchino, Le modifiche al sistema penale in materia di lavoro, ad un anno di distanza dalla entrata in vigore della l. n. 689 del 1981: rassegna di dottrina, di giurisprudenza e di casistica, in Riv. giur. lav., 1983, 289; Larizza, Le pene accessorie, Padova, 1986; Vinciguerra, La riforma del sistema punitivo nella l. 24 novembre 1981, n. 689, Padova, 1983; |