Codice Penale art. 119 - Valutazione delle circostanze di esclusione della pena.Valutazione delle circostanze di esclusione della pena. [I]. Le circostanze soggettive le quali escludono la pena per taluno di coloro che sono concorsi nel reato hanno effetto soltanto riguardo alla persona a cui si riferiscono. [II]. Le circostanze oggettive che escludono la pena hanno effetto per tutti coloro che sono concorsi nel reato. InquadramentoL'art. 119 disciplina la comunicabilità o meno delle circostanze “di esclusione della pena”, con una regola lineare: se si tratta di circostanze oggettive (ovvero le cause di giustificazione o scriminanti) le stesse valgono per tutti i concorrenti. In tale ipotesi, difatti, si osserva come sia del tutto esclusa l'antigiuridicità obiettiva del fatto criminoso non potendo quindi residuare alcuna responsabilità per il medesimo fatto (Fiandaca-Musco, PG). Per quelle soggettive, quali il vizio di mente, la non punibilità del familiare ai sensi dell'art. 649, invece, tale estensione non vi sarà in alcun modo. Il tema si pone da ultimo con la recente introduzione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis). La linearità della disposizione risulta dalla medesima casistica nella quale si rileva che il tema non è la interpretazione della disposizione ma la interpretazione del carattere soggettivo od oggettivo di determinate cause non punibilità. E quindi è stato ritenuto che non si estenda l'effetto della ritrattazione ex articolo 376 in caso di falsa testimonianza in favore dell'istigatore, salvo il caso in cui costui abbia indotto il falso testimone alla ritrattazione (Cass. VI, n. 34002/2015; Cass.S.U., n. 37503/2002). Difformi, invece, le interpretazioni in tema di immunità ai sensi dell'art. 68 Cost. in favore dei membri del parlamento che esprimano opinioni nell'esercizio delle loro funzioni. Le decisioni più recenti la ritengono una causa di esclusione della punibilità di carattere soggettivo, quindi non è estensibile al direttore responsabile in caso di diffamazione a mezzo stampa (Cass. V, n. 13198/2010, Cass. V, n. 15323/2008, Cass. V, n. 43090/2007) mentre una giurisprudenza precedente, ritenendo che si tratti di una sorta di scriminante, ovvero l'esercizio del diritto ai sensi dell'art. 51 c.p., ha affermato che ha un carattere oggettivo e si estende anche ai possibili corresponsabili. BibliografiaV. sub art. 118. |