Codice Penale art. 127 - Richiesta di procedimento per delitti contro il Presidente della Repubblica (1).

Pierluigi Di Stefano

Richiesta di procedimento per delitti contro il Presidente della Repubblica (1).

[I]. Salvo quanto è disposto nel titolo primo del libro secondo di questo codice [313], qualora un delitto punibile a querela della persona offesa sia commesso in danno del Presidente della Repubblica, alla querela è sostituita la richiesta del ministro di grazia e giustizia (2) [342 c.p.p.].

(1) Articolo così sostituito dall'art. 3 l. 11 novembre 1947, n. 1317. Il testo originario recitava: «Salvo quanto è disposto nel titolo primo del libro secondo di questo codice, qualora un delitto punibile a querela della persona offesa sia commesso in danno del Re, o del Reggente, o della Regina, o del Principe ereditario, o di un'altra persona della Famiglia Reale, alla querela è sostituita la richiesta del Ministro della giustizia».

(2) V. sub art. 8.

Inquadramento

L' articolo 127 prevede che, laddove la persona offesa di un reato punibile a querela di parte sia il Presidente della Repubblica, la “querela è sostituita” dalla richiesta del Ministro della giustizia. È fatta salva la particolare disciplina dei reati di cui al titolo I del libro II del codice, ovvero i reati contro la personalità dello Stato: i reati di tale titolo che vedono quale persona offesa il Presidente della Repubblica sono procedibili di ufficio anche quando la corrispondente disposizione “comune” prevede la punibilità a querela.

La norma ha una ratio evidentemente esterna al diritto penale e vale a tutelare il prestigio del Presidente della Repubblica perché, laddove questi dovesse scegliere se esercitare il diritto di querela, potrebbe essere esposto a critiche, non accettabili per la istituzione che rappresenta, per le ragioni della scelta di chiedere o meno la punizione e per l'esito del processo in caso di assoluzione.

La norma prevede espressamente che alla querela sia “sostituita” dalla richiesta di procedimento; quindi la disciplina è integralmente quella di tale diversa condizione di procedibilità; la conseguenza rilevante è che è esclusa la possibilità di remissione della querela; una tale deroga rispetto alla situazione comune ha le medesime giustificazioni di tutela della istituzione e, perciò, non appare irragionevole.

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