Codice Penale art. 147 - Rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena.

Pierluigi Di Stefano

Rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena.

[I]. L'esecuzione di una pena può essere differita [684 c.p.p.] 1:

1) se è presentata domanda di grazia [174; 681 c.p.p.], e l'esecuzione della pena non deve esser differita a norma dell'articolo precedente;

2) se una pena restrittiva della libertà personale deve essere eseguita contro chi si trova in condizioni di grave infermità fisica;

3) se una pena restrittiva della libertà personale deve essere eseguita nei confronti di donna incinta o di madre di prole di età inferiore a un anno; 2

3-bis) se una pena restrittiva della libertà personale deve essere eseguita nei confronti di madre di prole di età superiore a un anno e inferiore a tre anni.3

 

 

[II]. Nel caso indicato nel numero 1, l'esecuzione della pena non può essere differita per un periodo superiore complessivamente a sei mesi, a decorrere dal giorno in cui la sentenza è divenuta irrevocabile [648 1-2 c.p.p.], anche se la domanda di grazia è successivamente rinnovata.

[III]. Nei casi indicati nei numeri 3) e 3-bis) del primo comma il provvedimento è revocato, qualora la madre sia dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale sul figlio ai sensi dell'articolo 330 del codice civile, il figlio muoia, venga abbandonato o affidato ad altri che alla madre, ovvero quando quest'ultima, durante il periodo di differimento, pone in essere comportamenti che causano un grave pregiudizio alla crescita del minore4.

[IV]. Il provvedimento di cui al primo comma non può essere adottato o, se adottato, è revocato se sussiste il concreto pericolo della commissione di delitti 5.

[V]. Nei casi indicati nei numeri 3) e 3-bis) del primo comma, l'esecuzione della pena non può essere differita se dal rinvio derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. In tale caso, nell'ipotesi di cui al numero 3-bis), l'esecuzione può avere luogo presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri, ove le esigenze di eccezionale rilevanza lo consentano; nell'ipotesi di cui al numero 3), l'esecuzione deve comunque avere luogo presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri6.

 

[2] Numero sostituito dall'art. 15, comma 1, lett. b), n. 1, n. 1.1, d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione in legge. Il testo del numero era il seguente «se una pena restrittiva della libertà personale deve essere eseguita nei confronti di madre di prole di età inferiore a tre anni.». Precedente il numero era stato sostituito dall'art. 1 2 l. 8 marzo 2001, n. 40. Il testo previgente era il seguente: «3) se una pena restrittiva della libertà personale deve essere eseguita contro donna, che ha partorito da più di sei mesi ma da meno di un anno, e non vi è modo di affidare il figlio ad altri che alla madre».

[3] Numero aggiunto dall'art. 15, comma 1, lett. b), n. 1, n. 1.2, d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione in legge.

[4] Le parole «Nei casi indicati nei numeri 3) e 3-bis)» sono state sostituite alle parole  «Nel caso indicato nel numero 3)» e le parole «o affidato ad altri che alla madre, ovvero quando quest'ultima, durante il periodo di differimento, pone in essere comportamenti che causano un grave pregiudizio alla crescita del minore» sono state sostituite alle parole «ovvero affidato ad altri che alla madre» dall' art. 15, comma 1, lett. b), n. 2, d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione in legge. Precedentemente, l'art. 93, d.lgs. 28 dicembre 2013, n. 154, aveva sostituito alla parola: «potestà» le parole: «responsabilità genitoriale». Ai sensi dell’art. 108, d.lgs. n. 154 del 2013, la modifica entra in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Il comma era stato sostituito dall'art. 13 l. n. 40, cit. Il testo previgente era il seguente: «Nel caso indicato nel numero 3, il provvedimento è revocato qualora il figlio muoia o sia affidato ad altri che alla madre».

[5] Comma aggiunto dall'art. 14 l. n. 40, cit.

[6] Comma aggiunto dall'art. 15, comma 1, lett. b), n. 3, d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione in legge.

Inquadramento

Si veda il §1 del commento all’art. 146.

L'art. 147, introdotto unitamente al precedente art. 146 della l. n. 40/2001 e poi ulteriormente modificato, disciplina il rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena detentiva nei seguenti casi:

1) Se il condannato presenta la domanda di grazia e non sia già previsto il differimento della pena ai sensi dell'art. 146.

2) Se la pena restrittiva della libertà deve essere applicata nei confronti di un soggetto che si trova in gravi condizioni di infermità fisica, disposizione complementare a quella sulle gravi condizioni dell'art. 146.

3) Se la pena deve essere eseguita nei confronti di una madre di prole di età inferiore ad anni tre, ma superiore ad un anno (limite, quest'ultimo, del rinvio obbligatorio ai sensi dell'art. 147).

Ai sensi dell'ultimo comma, non può disporsi rinvio se sussista un concreto pericolo di commissione di delitti, così genericamente indicati.

Quanto alle condizioni di grave infermità fisica, il giudice deve tener conto, a parte i profili relativi al trattamento carcerario, anche dell’esigenza di non ledere il fondamentale diritto alla salute e il divieto di trattamenti contrari al senso di umanità, previsti dagli artt. 32 e 27 Cost. In particolare vanno valutate le condizioni di salute, la possibilità di cura ed il possibile effetto del mantenimento del regime carcerario sul quadro clinico (Cass. I, n. 37062/2018) e le concrete esigenze di tutela della collettività (Cass. I. n. 2337/2021; Cass. I, n.  55049/2017); ad es. è stato ritenuto costituire un trattamento contrario al senso di umanità la detenzione intra moenia del condannato, ultrasettantenne, afflitto da patologia cardiaca gravissima e ad alto rischio, non emendabile e trattata farmacologicamente (Cass. I, n. 3262/2015).

La sospensione non può, poi, essere sospesa se il detenuto, rifiuti i necessari trattamenti medici (Cass. I., n. 46730/2011) e tenga  una condotta tesa strumentalmente ad amplificare la propria patologia (Cass. I, n. 43586/2017).

Si veda il commento all'art. 146 per le varie problematiche comuni alle due disposizioni.

Bibliografia

Burzi, Infermità fisica, infermità psichica ed esecuzione della pena, in Giur. It. 2009, 943.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario