Codice Penale art. 320 - Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (1) (2) (3).

Alessandro Trinci

Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (1) (2) (3).

[I]. Le disposizioni degli articoli 318 e 319 si applicano anche all'incaricato di un pubblico servizio (4).

[II]. In ogni caso, le pene sono ridotte in misura non superiore ad un terzo [321, 323-bis].

(1) Articolo così sostituito dall'art. 10 l. 26 aprile 1990, n. 86.

(2) In tema di responsabilità amministrativa degli enti v. art. 25 d.lg. 8 giugno 2001, n. 231.

(3) Per la confisca di denaro, beni o altre utilità di non giustificata provenienza, nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta, v. ora artt. 240-bis c.p., 85-bis d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e 301, comma 5-bis,d.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43 (per la precedente disciplina, v. l'art. 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., in l. 7 agosto 1992, n. 356).

(4) Comma così sostituito dall'art. 1, comma 75, l. 6 novembre 2012, n. 190. Il testo recitava: « Le disposizioni dell'articolo 319 si applicano anche all'incaricato di un pubblico servizio; quelle di cui all'articolo 318 si applicano anche alla persona incaricata di un pubblico servizio, qualora rivesta la qualità di pubblico impiegato».

Inquadramento

La norma in esame estende all'incaricato di pubblico servizio l'applicabilità delle disposizioni in tema di corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318) e di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319), prevedendo una diminuzione della pena non superiore ad un terzo.

Ambito applicativo

La norma in commento non richiama l'art. 319-bis, di talché ci si è chiesti se la predetta aggravante sia applicabile ai comportamenti corruttivi degli incaricati di pubblico servizio. A fronte di soluzioni dubitative (Grosso, 200) e negative (Balbi, 230), la dottrina maggioritaria la ritiene applicabile perché l'art. 320 richiama l'art. 319 nella sua interezza e quest'ultima norma è richiamata dall'art. 319-bis (Fiandaca-Musco, PS I 2002, 230; Antolisei, PS II 1999, 357; Segreto-De Luca, 384).

Va, invece, escluso che l'estensione soggettiva operi per la corruzione in atti giudiziari, dato che l'art. 319-ter non è richiamato dall'art. 320 (Fiandaca-Musco, PS I 2002, 235; Del Gaudio, 155). Del resto, l'esclusione si spiega col fatto che solo chi esercita una pubblica funzione è in grado di incidere sulle modalità, sui tempi e sul contenuto delle decisioni giudiziarie.

Nozione di persona incaricata di pubblico servizio

Cfr. sub art. 358.

Sanzioni accessorie

Anche all’incaricato di pubblico servizio si applicano le sanzioni accessorie previste dall’art. 317-bis, al cui commento si rinvia.

La causa di non punibilità della collaborazione

Anche l’incaricato di pubblico servizio può usufruire della causa di non punibilità prevista dall’art. 323-ter, al cui commento si rinvia.

Casistica

Il consulente tecnico di ufficio nominato nell'ambito di un procedimento arbitrale non assume la qualità di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, in quanto egli esplica funzione ausiliaria in relazione ad un istituto, l'arbitrato, di natura privatistica, ed a favore di soggetti, gli arbitri, che non sono pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio (Cass. VI, n. 5901/2013).

L'impiegato della Motorizzazione civile addetto all'apposizione della fotografia e alla plastificazione delle patenti rilasciate secondo le modalità previste dal d.m. 7 ottobre 1999 è incaricato di pubblico servizio (Cass. VI, n. 44504/2009).

La Suprema Corte ha ritenuto che non fosse inquadrabile nell'ambito delle attività pubblicistiche la selezione delle voci nuove per la manifestazione «Accademia della canzone di Sanremo» affidata ad una società privata e funzionale alla cernita delle proposte canore tra cui la Rai avrebbe poi prescelto quelle aventi diritto ad accedere al Festival di Sanremo, né che tale attività potesse dirsi rivolta, in via diretta ed immediata, a realizzare un pubblico servizio indirizzato alla generalità dei cittadini (Cass. VI, n. 2549/2003).

Non può essere riconosciuta la qualifica di incaricato di pubblico servizio al commesso di tribunale, il quale espleta normalmente mansioni meramente esecutive (Cass. I, n. 36676/2013, relativa ad una fattispecie in cui la Corte ha escluso la configurabilità del delitto di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio nei confronti di un commesso che, in cambio di una piccola somma di denaro, aveva dato ad un avvocato una copia di una sentenza).

Profili processuali

 

La sospensione condizionale della pena

L'art. 165, comma 4, come modificato dall'art. 2, comma 1, l. 27 maggio 2015, n. 69 e dalla l. n. 3/2019, prevede che nel caso di condanna per il delitto in esame, l'accesso al beneficio della sospensione condizionale della pena è subordinato al pagamento della somma determinata a titolo di riparazione pecuniaria ai sensi dell'art. 322-quater, cioè della somma equivalente al prezzo o al profitto del reato, fermo rimanendo il diritto all'ulteriore eventuale risarcimento del danno.

Occorre rilevare che il primo comma dell'art. 166, come novellato dalla l. n. 3/2019, prevede che il giudice, quando riconosce il beneficio della sospensione condizionale della pena, possa stabile che l'effetto sospensivo non si estenda alle pene accessorie dell'interdizione dai pubblici uffici e dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.

Il divieto di concessione dei benefici penitenziari

Il primo comma dell'art. 4-bis l. 26 luglio 1975, n. 354, come novellato dalla l. n. 3/2019, prevede che l'assegnazione al lavoro all'esterno, i permessi premio e le misure alternative alla detenzione previste dal capo VI, esclusa la liberazione anticipata, possono essere concessi ai detenuti e internati per il delitto in esame solo nei casi in cui i predetti soggetti collaborino con la giustizia a norma dell'art. 58-ter ord. pen. o dell'art. 323-bis, secondo comma. 

Le operazioni sotto copertura

Al fine di dare attuazione agli impegni assunti dall'Italia con la ratifica (eseguita con l. 3 agosto 2009, n. 116) della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003 (c.d. convenzione di Merida), la l. n. 3/2019 ha inserito il delitto in esame nel catalogo delle fattispecie che consentono lo svolgimento di operazioni di polizia sotto copertura al fine di acquisire elementi prova ai sensi dell'art. 9 l. 16 marzo 2006, n. 146.

La preoccupazione del possibile abuso delle operazioni sotto copertura, per provocare il reato, è alla base della previsione secondo cui la causa di non punibilità di cui all'art. 323-ter (connessa alla denuncia del reato) non si applica in favore dell'agente sotto copertura che abbia agito in violazione del citato art. 9.

Senonché il testo della disposizione, nella misura in cui consente all'agente sotto copertura di dare e ricevere tangenti, anche nell'ambito di un rapporto bilaterale (cioè al di fuori di contesti complessi/organizzati, ma nell'ambito di un semplice schema corrotto-corruttore), lascia residuare il rischio di possibili abusi, sub specie di sconfinamenti, più o meno palesi, nella provocazione. Come correttamente osservato in dottrina (Gatta), si tratta di un rischio che potrà e dovrà essere evitato ricorrendo a un'interpretazione conforme a Costituzione, che valorizzi, per il tramite dell'art. 117 Cost., la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo in materia di entrapment, che ravvisa una violazione dell'art. 6 CEDU (diritto all'equo processo) quando risulti che, senza la provocazione, il reato non sarebbe stato commesso e che, pertanto, le forze dell'ordine non si sono limitate a un ruolo passivo rispetto a un reato in essere, ma hanno creato il reato stesso, incitando l'autore a commetterlo.

Bibliografia

Balbi, I delitti di corruzione. Un’indagine strutturale e sistematica, Napoli, 2003; Del Gaudio, Corruzione, in Dig. d. pen., Agg., I, 2000, 155; Gatta, Riforme della corruzione e della prescrizione del reato: il punto sulla situazione, in attesa dell’imminente approvazione definitiva, in Dir. pen. cont., 17 dicembre 2018; Balbi, I delitti di corruzione. Un'indagine strutturale e sistematica, Napoli, 2003; Grosso, Commento agli artt. 318-322, in Padovani (a cura di), I delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, Milano, 1996, 170; Segreto-De Luca, Delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, Milano, 1999.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario