Codice Penale art. 337 bis - Occultamento, custodia o alterazione di mezzi di trasporto (1).

Pierluigi Di Stefano

Occultamento, custodia o alterazione di mezzi di trasporto (1).

[I]. Chiunque occulti o custodisca mezzi di trasporto di qualsiasi tipo che, rispetto alle caratteristiche omologate, presentano alterazioni o modifiche o predisposizioni tecniche tali da costituire pericolo per l'incolumità fisica degli operatori di polizia, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 2.582 euro a 10.329 euro.

[II]. La stessa pena di cui al primo comma si applica a chiunque altera mezzi di trasporto operando modifiche o predisposizioni tecniche tali da costituire pericolo per l'incolumità fisica degli operatori di polizia.

[III]. Se il colpevole è titolare di concessione o autorizzazione o licenza o di altro titolo abilitante l'attività, alla condanna consegue la revoca del titolo che legittima la medesima attività.

(1) Articolo inserito dall'art. 4 l. 19 marzo 2001, n. 92.

competenza: Trib. monocratico

arresto: facoltativo

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: consentita

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

La norma in esame, introdotta dalla l. n. 92/2001, per la quale non vi è casistica nota, va interpretata in riferimento al fenomeno criminale in ragione del quale interveniva. Introduceva sanzioni adeguate per il fenomeno del contrabbando “violento” dei tabacchi lavorati esteri effettuato utilizzando, per la difesa attiva e passiva rispetto alle forze dell'ordine, autentiche autoblindo artigianali, idonee anche ad investire i mezzi delle forze di polizia.

Pertanto con pena adeguata viene sanzionata:

- la disponibilità (“occulti o custodisca”) di un qualsiasi mezzo di trasporto modificato rispetto alle caratteristiche omologate che con interventi modificativi di qualsiasi genere sia reso idoneo a “costituire pericolo per l'incolumità fisica degli operatori di polizia”;

- l'attività di realizzazione di tale alterazione.

Se quest'ultima è effettuata sfruttando la copertura di attività basate su un titolo abilitativo, questo è revocato.

La formulazione certamente non è ben precisa; il mancato chiarimento di quali siano le caratteristiche tali da rendere il mezzo in grado di costituire pericolo per l'incolumità fisica degli operatori di polizia crea difficoltà interpretative rischiandosi la applicazione anche per condotte non corrispondenti a quelle che si intendeva sanzionare. Una lettura complessiva, unitamente alla normativa che ha inserito l'articolo (“Modifiche alla normativa concernente la repressione del contrabbando di tabacchi lavorati”) potrà consentire una interpretazione adeguata, considerando che, comunque, quello del contrabbando è il fenomeno per il quale la norma nasce ma non è affatto il limite delle condotte punibili. Ovvia la applicabilità nei casi di mezzi resi idonei per attività quali trasporto di armi, droga, immigrazione clandestina.

Profili processuali

 

Gli istituti

Il reato in esame è procedibile d'ufficio ed è di competenza del tribunale monocratico.

Per esso:

a) è possibile disporre le intercettazioni (art. 266, comma 1 lett. b, c.p.p.);

b) l'arresto in flagranza è consentito; è prevista la citazione diretta a giudizio; il fermo non è consentito;

è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali.

Bibliografia

Cerqua e Pricolo, Modifiche alla legge sulla repressione del contrabbando di tabacchi lavorati esteri (commento alla l. 19 marzo 2001 n. 92), in Dir. pen. e proc., 2001, 1068; Forlenza e Roberti, Commento alla l. 19 marzo 2001 n. 92, modifiche alla normativa concernente la repressione del contrabbando di tabacchi lavorati, in Guida al dir., 2001, fasc. 15, 14; Gallo, Qualche riflessione sulla l. n. 92/2001 per la repressione del contrabbando di sigarette estere, in Fisco, 2001, 7563; Pascali e Cammaroto, La normativa di contrasto al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, in Fisco, 2001, 11591.

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