Codice Penale art. 356 - Frode nelle pubbliche forniture.Frode nelle pubbliche forniture. [I]. Chiunque commette frode nella esecuzione dei contratti di fornitura o nell'adempimento degli altri obblighi contrattuali indicati nell'articolo precedente è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa non inferiore a 1.032 euro. [II]. La pena è aumentata [64] nei casi preveduti dal primo capoverso dell'articolo precedente [252]. competenza: Trib. monocratico arresto: facoltativo fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: consentita altre misure cautelari personali: consentite procedibilità: d'ufficio InquadramentoLa frode in pubbliche forniture è reato con evidente somiglianza con quello precedente che, del resto, l'art. 356 richiama perché in questo caso viene sanzionata la “frode” nell'adempimento “dei contratti di fornitura o nell'adempimento degli altri obblighi contrattuali indicati nell'articolo precedente”. Invero la differenza non è soltanto la “frode”: in questo caso è sufficiente l'inadempimento e non anche la conseguenza negativa sul regolare funzionamento del servizio pubblico o del pubblico stabilimento. Scopo della disposizione dell'art. 356 è quello di rafforzare con la sanzione penale la corretta e leale esecuzione del contratto di pubbliche forniture, ponendolo al riparo da comportamenti fraudolenti del fornitore. L'interesse protetto, quindi, è quello del corretto e regolare funzionamento della amministrazione contro l'inadempimento dovuto a malafede contrattuale e non quello dell'art. 355 che è relativo al funzionamento delle sue attività essenziali. Invero, dalla lettura della casistica, difficilmente si incontrano casi in cui non si sia anche realizzata una qualche forma di malfunzionamento del servizio. La giurisprudenza, anche in ragione della definizione di “frode”, avvicina la condotta materiale a quella della frode in commercio (Cass. n. 4923/1984), ritenendo che il reato ricorra anche nel caso in cui venga fornita “una cosa diversa da quella pattuita per origine, provenienza, qualità o quantità”, ma con la specificazione che la difformità deve “risultare idonea ad incidere sullo svolgimento del rapporto con la pubblica amministrazione” (Cass. n. 42900/2010). I soggettiSi tratta di un reato proprio e, sotto questo profilo, la previsione è identica a quella dell'articolo 355, al cui commento si rinvia. In particolare, quindi, del reato possono rispondere anche i subfornitori, i mediatori ed i rappresentanti dei fornitori. MaterialitàIl delitto di frode nelle pubbliche forniture è ravvisabile non soltanto nella fraudolenta esecuzione di un contratto di somministrazione (art. 1559 c.c.), ma anche di un contratto di appalto (art. 1655 c.c.); quindi, anche per l'art. 356 rileva qualsiasi schema contrattuale con il quale l'amministrazione riceve cose ed opere. Come si è già detto per il precedente reato, il delitto di frode nelle pubbliche forniture non richiede che la condotta ponga in pericolo il normale funzionamento dello stabilimento o del servizio, come risulta testualmente e dal raffronto con il testo dell'art. 355 (Cass. III, n. 22024/2010). Sempre per quanto riguarda la condotta materiale, il reato è configurabile in riferimento a qualsiasi tipo di contratto di fornitura (in esso comprendendosi contratti di compravendita, somministrazione, appalto), valendo quando già detto a proposito del reato di cui all'articolo 355. Ai fini dell'art. 356, quindi, rileva qualsiasi inesecuzione, imperfezione, inadempienza posta in essere dolosamente dal reo nella pubblica fornitura che abbia un concreto effetto sulla conformità della prestazione (Cass. VI, n. 11326/1994). Non essendo previsto un effetto quale quello della interruzione o malfunzionamento del servizio pubblico, Il reato di frode nelle pubbliche forniture è ritenuto reato di pura condotta e non di evento (Cass. VI, n. 771/2006) ragione per la quale si è esclusa la possibilità che tale reato possa essere integrato da una mera condotta omissiva; si è invece ritenuto ammissibile (Cass. VI, n. 28301/2016) il concorso per omissione ex art. 40, comma secondo, configurabile a carico del responsabile del procedimento o in base ad un previo concerto con l'autore della condotta o per “la sua consapevole e volontaria violazione di un obbligo di verifica e controllo che abbia propiziato la prestazione in frode”. Invero secondo i principi generali, il “previo concerto” dovrebbe rientrare nel “comune” concorso ex art. 110. Frode e rapporti con il reato di truffa Il requisito “frode”, invece, pone questioni che hanno portato ad una giurisprudenza non sempre univoca. Innanzitutto, si è ritenuto che tale requisito corrisponda alla violazione degli obblighi di buona fede nella esecuzione del contratto, escludendosi espressamente che la frode possa corrispondere agli “artifizi o raggiri” della truffa; quest'ultima, del resto, è ritenuta un fatto diverso che, se integrato, è in concorso formale con il reato in oggetto. La malafede contrattuale è stata ritenuta, dalla giurisprudenza più recente, una forma di comportamento malizioso la cui finalità è quella di far apparire, contrariamente al vero, il corretto adempimento del contratto (Cass, VI, n. 29374/2020; Cass. VI n. 26231/2006) non rilevando se tale condotta sia finalizzata o meno ad un vantaggio ovvero ad un danno. Quando invece la condotta sia (anche) caratterizzata da artifici o raggiri che, al di là del mero occultamento del non corretto adempimento, siano finalizzati ad un profitto con correlativo danno della amministrazione, ricorre la truffa in concorso formale (Cass. n. 38346/2014); in tali casi, la fattispecie concreta non sarà caratterizzata solo dal cattivo adempimento ma anche della accettazione da parte della amministrazione di una prestazione che, con la corretta conoscenza di tutte le circostanze, non avrebbe accettato, conseguendone anche un danno patrimoniale (Cass. n. 15667/2009). Elemento psicologicoIl reato richiede il dolo generico (Cass. n. 13904/2004), con la particolarità che, laddove si tratti di un contratto di pubbliche forniture in cui la controparte è, come di regola, un imprenditore, è sufficiente per dimostrare il dolo generico la consapevolezza di effettuare una prestazione diversa per quantità e qualità da quella dovuta, salvo che non venga provato in contrario (Cass. n. 34952/2003). Consumazione e tentativoQuanto alla consumazione del reato, non vi sono dubbi per quanto riguarda l'ipotesi di fornitura di beni poiché la fraudolenta esecuzione corrisponde a quello della consegna della cosa (Cass. n. 38346/2014). Nel caso, invece, in cui si tratti di opere, indipendentemente dal momento in cui si collochi il fatto materiale della esecuzione non conforme al contratto, il reato risulta consumato al momento in cui cessa l'esecuzione e vi è la consegna dell'opera (Cass. VI, n. 32154/2015). Solo in questo momento, infatti, è possibile determinare la condizione di mancato adempimento del contratto nei suoi profili essenziali e contestare vizi ed inadempienze in base alla attività di verifica svolta dal contraente pubblico (Cass. VI, n. 9081/2018). Forme di manifestazioneL'inadempimento fraudolento consiste nella non esecuzione della complessiva prestazione, non dovendosi considerare i i singoli momenti attraverso i quali la stessa si realizza, salvo che non si tratti di prestazioni che, pur se parziali, risultino anche da sole essenziali rispetto alla esecuzione complessiva del contratto (Cass. n. 50334/2013). Con riferimento alla consegna di cosa, pur se la condotta si è ritenuta sostanzialmente simile a quella dell'articolo 515, si è precisato che non occorre necessariamente la dazione di aliud pro alio in senso civilistico (Cass. VI, n. 6905/2017) e, comunque, la difformità deve essere significativa ed avere una effettiva incidenza sullo svolgimento del rapporto con l'amministrazione (Cass. n. 42900/2010). Rapporto con il reato di inadempimento in pubbliche forniture Si veda in argomento il commento all'art. 355 che, si rammenta, sanziona il semplice inadempimento purché, però, abbia conseguenze negative quanto alla funzionalità del servizio pubblico o dello “stabilimento pubblico” Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto Nell'ipotesi in cui il reato riguardi contratti di somministrazione di beni o servizi, la pluralità delle condotte risulta ostativa all'applicabilità della causa di non punibilità ex art. 131-bis, anche in caso di particolare tenuità di ogni singola prestazione (Cass. VI, n. 12073/2020). CasisticaPer tale reato la casistica è caratterizzata, il più delle volte, da prestazioni finali di minor valore o addirittura inutili per la amministrazione, indice del frequente concorso del reato di truffa. Il reato è stato ritenuto, quindi, nei seguenti casi: La consegna, a vari enti ospedalieri committenti, di materiali per uso ortopedico di marche diverse da quella pattuita — tipico aliud pro alio — non dichiarati dal fornitore e cui corrispondeva un costo minore ed un maggiore profitto per l'impresa (Cass. n. 26231/2006); simili i casi di fornitura per una mensa scolastica di un alimento per origine e preparazione diverso e meno pregiato di quello previsto (Cass. n. 27992/2014); di consegna di carne parzialmente non commestibile, in quota comunque rilevante (20 per cento circa), in un contratto di somministrazione per alimentazione di bambini (Cass. n. 1425/1993); di fornitura di parti di pollo diverse e di valore inferiore rispetto a quelle pattuite, venendo tuttavia fatturati i corrispettivi secondo la previsione contrattuale (Cass. n. 9411/1999); di fornitura di pasti caldi per la refezione scolastica con la predisposizione di porzioni di peso inferiore — in tale caso, peraltro, il reato è stato ritenuto pur se i pasti non erano stati ancora consegnati (Cass. n. 2885/1998). Quanto a forniture non alimentari, il reato è stato ritenuto: in caso di consegna di divise non conformi, per qualità della stoffa, alle caratteristiche tecniche prestabilite nel capitolato d'appalto (Cass. n. 11449/1987); nel caso di esecuzione di esami diagnostici su pazienti convenzionati mediante il ricorso a reagenti chimici scaduti (Cass. n. 8593/2010); nel caso di consegna di prefabbricati leggeri non corrispondenti all'ordinativo (Cass. n. 5502/1996). Quanto a effettuazione di lavori, il reato è stato ritenuto per l'esecuzione di opere di adeguamento dell'impianto elettrico di un edificio pubblico in difformità rispetto alla normativa antinfortunistica con rilascio di una dichiarazione attestante falsamente la conformità dei lavori alla normativa e alle previsioni contrattuali (Cass. n. 1823/1999). Quanto ai rapporti di subfornitura, il reato è stato ritenuto a carico di chi forniva calcestruzzo di qualità scadente all'impresa appaltatrice di costruzione di opere pubbliche (Cass. n. 44273/2008). Il reato invece è stato escluso in un caso in cui era stata posta in opera una pavimentazione stradale in materiale meno pregiato, ma l'inesatto adempimento era avvenuto in base ad una scelta chiara e manifestata agli amministratori di fornire materiali diversi, senza determinare alcuna apparenza ingannatoria ai danni della P.A. (Cass. n. 36567/2001). Profili processualiGli istituti Il reato in esame è procedibile d'ufficio ed è di competenza del tribunale monocratico. Per esso: a) è possibile disporre le intercettazioni (art. 266, comma 1 lett. b, c.p.p.); b) l'arresto in flagranza è consentito; il fermo non è consentito; c) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali. BibliografiaAzzali, Forniture pubbliche (inadempimento e frode in), in Dig. pen., Torino, 1991Azzali, Inadempimento e frode nelle pubbliche forniture, Padova, 1984; Azzali, Inadempimento e frode nelle pubbliche forniture, collana di studi penalistici, diretta da Nuvolone P., vol. XXX; De Luca, Brevi note in tema di frode nelle pubbliche forniture (Nota a Cass., sez. VI, 28 novembre 1997, Ferrari), in Contratti Stato e enti pubbl., 1998, 324; Dolce, Frode e inadempimento nelle pubbliche forniture, in Enc. dir., Milano, 1969; Fedato, Brevi note in tema di reato di frode nelle pubbliche forniture e reato di truffa (Nota a Cass., sez. VI, 21 aprile 1999, Ferretti), in Contratti Stato e enti pubbl., 2000, 312; Mancini, Il delitto di frode nelle pubbliche forniture, in P.Q.M., 2002, fasc. 3, 138; Mantovani, Esecuzione dei contratti di pubbliche forniture e buona fede (Nota a Cass., sez. VI, 16 novembre 2004, D'Agostino), in Giur. it., 2005, 1693; Ponteprino, Frode in pubbliche forniture: il dubbio inquadramento giuridico dell'inadempimento contrattuale. In Diritto Penale e Processo, 2021, 325; Prandi, Sulla definizione del concetto di frode nelle pubbliche forniture: un contrasto da sanare, in Giur. It., 2021, 412;Tricomi, Sussiste frode nelle pubbliche forniture se c'è malafede nell'esecuzione del contratto - Non è necessario l'uso di artifici e raggiri: basta una difformità qualitativa intrinseca (Nota a Cass., sez. VI, 28 novembre 1997, Ferrari), in Guida dir., 1998, fasc. 11, 68. |