Codice Penale art. 376 - Ritrattazione.Ritrattazione. [I]. Nei casi previsti dagli articoli 371-bis, 371-ter, 372 e 373, nonché dall'articolo 375, primo comma, lettera b), e dall'articolo 378, il colpevole non è punibile se, nel procedimento penale in cui ha prestato il suo ufficio o reso le sue dichiarazioni, ritratta il falso e manifesta il vero non oltre la chiusura del dibattimento [524 c.p.p.] 1 2 [II]. Qualora la falsità sia intervenuta in una causa civile [256 c.p.c.], il colpevole non è punibile se ritratta il falso e manifesta il vero prima che sulla domanda giudiziale sia pronunciata sentenza definitiva [279 2 c.p.c.], anche se non irrevocabile [324 c.p.c.]. [1] [1] Comma sostituito dall'art. 11, comma 5, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356 e successivamente modificato dall'art. 22, comma 2, l. 7 dicembre 2000, n. 397, e dall'art. 1, comma 6, della l. 15 luglio 2009, n. 94, che ha inserito, dopo le parole «e 373», le parole «nonché dall'articolo 378». Il testo originario del comma recitava: «Nei casi preveduti dagli artt. 372 e 373, il colpevole non è punibile se, nel procedimento penale in cui ha prestato il suo ufficio, ritratta il falso e manifesta il vero prima che l'istruzione sia chiusa con sentenza di non doversi procedere, ovvero prima che il dibattimento sia chiuso, o sia rinviato a cagione della falsità». Da ultimo, comma modificato dall'articolo 3, comma 1, l. 11 luglio 2016, n. 133, che ha inserito le parole: «dall'articolo 375, primo comma, lettera b), e» dopo la parola: «nonché» . [2] [2] La Corte cost., con sentenza 30 marzo 1999, n. 101, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma «nella parte in cui non prevede la ritrattazione come causa di non punibilità per chi, richiesto dalla polizia giudiziaria, delegata dal pubblico ministero a norma dell'art. 370 del codice di procedura penale, di fornire informazioni ai fini delle indagini, abbia reso dichiarazioni false ovvero in tutto o in parte reticenti». InquadramentoLa norma in esame garantisce l'impunità al soggetto che si è reso responsabile dei reati di falsa testimonianza, false informazioni al pubblico ministero o al difensore, depistaggio nella sola ipotesi di cui all'art. 375, comma 1, lett. b) (fatto commesso mediante dichiarazioni false o reticenti), favoreggiamento quando sia conseguenza delle dichiarazioni rese durante il procedimento, nel caso in cui “ritratta il falso o manifesta il vero” in tempo utile; quest'ultimo è indicato, quanto al processo penale, nella chiusura del dibattimento e, quanto al processo civile, nella emissione della sentenza definitiva (tale dovendosi ritenere la sentenza emessa in primo grado, in appello o in sede di rinvio, con cui viene completamente deciso il merito, come precisa Cass. VI, n. 6169/1996). Si tratta di una chiara scelta di politica giudiziaria in quanto il trattamento premiale è finalizzato ad evitare le gravi conseguenze che derivano dai reati sopraindicati se non scoperti o scoperti tardivamente. Essendo la finalità della disposizione utilitaristica, non importa se la condotta collaborativa sia spontanea o meno ma ciò che rileva è che sia piena ed utile, in modo da consentire di eliminare ogni elemento inquinante dell' accertamento dei fatti in ragione delle false dichiarazioni (Cass. VI, n. 30770 /2013). La ritrattazione efficace deve quindi consistere in una smentita non equivoca di quanto già dichiarato e nella piena manifestazione del vero (Cass. VI, n. 9955/2016); non è tale, invece, una dichiarazione che si limiti a manifestare dubbi su quanto detto in precedenza, lasciando incertezza su quale sia la verità (Cass. VI, n. 10334/1988). La giurisprudenza qualifica tale istituto quale causa sopravvenuta di esclusione della punibilità di natura soggettiva (Cass. VI, n. 34002/2015); tale carattere è rilevante in termini pratici per quanto si dirà, in tema di concorso nel reato. Per quanto riguarda l'ambito di applicazione, la giurisprudenza conferma quello che è, del resto, il dato testuale, ovvero che tale esimente non riguarda il reato di calunnia, anche se questa sia stata commessa per il tramite di uno dei reati divenuti non più punibili per la ritrattazione (Cass. VI n. 29536/2013); rispetto a tale reato, la ritrattazione si porrà come un post factum irrilevante per il perfezionamento del reato ma, ovviamente, utilmente valutabile per la attenuante di cui all'art. 62 n. 6 poiché la ritrattazione rappresenta una condotta di elisione od attenuazione delle conseguenze del reato commesso; condizione essenziale è, però, che la condotta positiva sia tenuta in tempo utile sul piano sostanziale, ovvero prima che l'autorità giudiziaria acquisisca la prova aliunde della falsità dell'incolpazione (Cass. VI, n. 26177/2009). La stessa regola è stata affermata in relazione all'ipotesi della autocalunnia (Cass. VI, n. 37016/2003). Si rammenta che, nel commento all'art. 368, si è dato rilievo a quella ritrattazione che avvenga senza soluzione di continuità con la falsa accusa ma, in quel caso, non si tratta di estensione della presente esimente ma di totale inoffensività dell'azione ex art. 49. Oltre all'indicare il momento ultimo per la ritrattazione, la norma sembra indicare anche il contesto esclusivo in cui deve essere tenuta la condotta, ovvero nel corso del processo in cui fu resa la falsa dichiarazione; tale ambito è però stato in parte esteso dalla giurisprudenza, ritenendosi valida esimente anche la ritrattazione che venga effettuata nel corso del diverso processo penale per la falsa testimonianza resa nel processo civile, purché questo, svolto in parallelo, non sia ancora stato definito con pronuncia definitiva (Cass. VI, n. 9955/2016) Quanto al termine per la ritrattazione della falsità commessa nel processo penale, pur se la norma testualmente fa riferimento al solo dibattimento, in dottrina si ritiene che non possa non applicarsi l'istituto anche nei procedimenti speciali, individuandosi in questo caso il limite temporale nella fine della discussione nel giudizio abbreviato e nella presentazione delle conclusioni delle parti nel patteggiamento (Fiandaca Musco). Concorso di personeIl tema della efficacia della ritrattazione rispetto ai concorrenti nel reato ed in particolare a chi sia stato istigatore è stato risolto dalla Cass. S.U., n. 37503/2002 che ha ritenuto la natura soggettiva della causa di non punibilità; in conseguenza, quindi, la ritrattazione del falso dichiarante non opera nei confronti del suo istigatore, salvo, ovviamente, il particolare caso in cui la ritrattazione sia stata da lui sollecitata o con lui concordata. La datata tesi contraria, che affermava la natura oggettiva della causa di esclusione della pena con la pratica conseguenza della estensione automatica al correo, era stata affermata da una precedente decisione delle Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 2816/1985). BibliografiaAmarelli, La ritrattazione del favoreggiamento-mendacio: prime applicazioni del nuovo art. 376 c.p. (Nota a Cass. pen., sez. VI, 23 aprile 2010, n. 25971, Basanisi), in Riv. it. dir. e proc. pen., 2012, 727; Belluta, Ritrattazione e favoreggiamento: la Corte costituzionale argina le ipotesi di compatibilità (Nota a Corte cost., 16 ottobre 2000, n. 424), in Leg. pen., 2001, 574; Bottalico, La ritrattazione - Struttura e funzione fra diritto penale e processo, Milano, 2011; Mastrojeni, L'estensione della ritrattazione all'istigatore tra cause di non punibilità e disciplina della partecipazione criminosa (Nota a Cass., sez. un., 30 ottobre 2002, Vanone), in Riv. it. dir. e proc. pen., 2003, 1479; Ramundo, Il problema dell'oggettività giuridica nella falsa testimonianza (Nota a Corte cost., 12 febbraio 2010, n. 47, V. P.), in Giust. pen., 2010, I, 193; Ramundo, Contributo allo studio sulla natura giuridica della ritrattazione nella falsa testimonianza, in Giust. pen., 2014, II, 627; Ranzatto, La ritrattazione della falsa testimonianza non si estende al concorrente-istigatore (Nota a Cass., sez. un., 30 ottobre 2002, Vanone), in Cass. pen., 2003, 3818; Scarcella, Punibile il falso teste «avvisato» di astenersi nel processo a carico del prossimo congiunto (Nota a Cass., sez. un., 29 novembre 2007, Genovese), in Dir. pen. e proc., 2009, 163; Siracusano, Si estende l'area dei reati-presupposto della ritrattazione: l'art. 1, n. 6, l. n. 94 del 15 luglio 2009, in Cass. pen., 2011, 3255. |