Codice Penale art. 391 - Procurata inosservanza di misure di sicurezza detentive.

Pierluigi Di Stefano

Procurata inosservanza di misure di sicurezza detentive.

[I]. Chiunque procura o agevola l'evasione di una persona sottoposta a misura di sicurezza detentiva [214, 215], ovvero nasconde l'evaso o comunque lo favorisce nel sottrarsi alle ricerche dell'Autorità, è punito con la reclusione fino a due anni. Si applicano le disposizioni del terzo capoverso dell'articolo 386.

[II]. Se l'evasione avviene per colpa [43] di chi, per ragione del suo ufficio, ha la custodia, anche temporanea, della persona sottoposta a misura di sicurezza, il colpevole è punito con la multa fino a 1.032 euro. Si applica la disposizione del capoverso dell'articolo 387.

competenza: Trib. monocratico

arresto: non consentito

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: non consentita

altre misure cautelari personali: non consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

L'art. 391 disciplina le condotte dolose e colpose corrispondenti a quelle dei vari articoli precedenti con riferimento alle varie attività in violazione della esecuzione di misure di sicurezza detentive.

Si consideri che non è sanzionata la condotta di chi si sottrae, evadendo, da tali misure, essendo di fatto la sanzione rappresentata dalla nuova decorrenza della misura ex art. 214 una volta nuovamente eseguita.

Le condotte sono:

1) procurare od agevolare l'evasione del soggetto sottoposto a una misura di sicurezza detentiva (corrispondente alla condotta di procurata evasione di cui all'art. 386);

2) nascondere l'evaso o contribuire a fargli eludere le misure (corrispondente alla condotta di procurata inosservanza di pena di cui all'art. 390);

3) la condotta di colui che abbia per ragione del suo ufficio la custodia del soggetto sottoposto a misura di sicurezza detentiva e che, per colpa, ne favorisce l'evasione (corrispondente alla condotta di colpa del custode di cui all'art. 387).

Per la descrizione delle condotte e quant'altro si può far rinvio ai reati corrispondenti, non essendovi apprezzabili differenze.

Si tratta di reato per il quale vi è scarsa casistica, Vi è da considerare come anche in questo caso vi possa essere una medesima condotta in concorso formale con i reati di favoreggiamento personale e reale (Cass. I, n. 11209/1980)

Profili processuali

Gli istituti

Il reato in esame è procedibile d'ufficio ed è di competenza del tribunale monocratico; è prevista la citazione diretta a giudizio e, nel caso del secondo comma (ipotesi colposa) è previsto il decreto penale.

Bibliografia

Celenza: «Evasione» dell'internato e condotta favoreggiatrice: una presunta tassatività dell'art. 391 c.p. (Nota a P. Genova, 30 marzo 1992, Danini), in Riv. it. dir. e proc. pen. 1993.

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