Codice Penale art. 430 - Disastro ferroviario.

Marco dell'Utri
Sergio Beltrani

Disastro ferroviario.

[I]. Chiunque cagiona un disastro ferroviario è punito con la reclusione da cinque a quindici anni [431 2, 432, 449, 450] (1).

(1) Per un particolare obbligo di non abbandonare il servizio, v. d.P.R. 4 luglio 1980, n. 575, che prevede altresì una riduzione della pena per il personale che presti assistenza con particolare diligenza.

competenza: Trib. collegiale

arresto: obbligatorio

fermo: consentito

custodia cautelare in carcere: consentita

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

La norma in esame punisce la condotta del soggetto che causa un disastro ferroviario, inteso come un incidente ferroviario di non comune gravità, produttivo di danni estesi e complessi, che mette a repentaglio la vita e l'integrità di un numero indeterminato di persone, sì da porre in pericolo il bene della pubblica incolumità.

Soggetti

Soggetto attivo

Il delitto in esame è un reato comune, potendo essere commesso da chiunque.

Bene giuridico

Il reato di disastro ferroviario tutela (quale bene giuridico) l'incolumità pubblica intesa quale sicurezza della vita, dell'integrità fisica o della salute di un numero indeterminato di persone, con particolare riguardo alla protezione della sicurezza dei mezzi di trasporto ferroviari (Battaglini, Bruno, 550; Erra, 5; Fiandaca e Musco, 521).

Materialità

Modalità della condotta

La condotta che integra il reato in commento consiste nel compiere qualunque attività che provochi un disastro ferroviario, inteso come un incidente ferroviario di non comune gravità, produttivo di danni estesi e complessi, che mette a repentaglio la vita e l'integrità di un numero indeterminato di persone (Alborghetti, 309; Battaglini, Bruno, 550; Erra, 7; Granata, 394); in tal senso non integra un'ipotesi di disastro ferroviario uno scontro tra due convogli marcianti a velocità moderata con danni limitati alle sole motrici (Fiandaca e Musco, 522). Il disastro può verificarsi anche in relazione a singoli vagoni ferroviari (Erra, 7).

La nozione di disastro implica la verificazione di un evento di sicura gravità, complessità ed estensione straordinari, dal quale la legge penale presume il pericolo per la pubblica incolumità (fattispecie relativa alla collisione tra due vagoni avvenuta a velocità non elevata cui non erano conseguiti danni rilevati alle cose e alle persone (Cass, IV, n. 40799/2008)

Forma della condotta

Il reato in esame è un reato a forma libera, nel senso che vale a integrarlo qualunque condotta idonea alla causazione di un disastro ferroviario (Fiandaca e Musco, 521 s.).

Natura della condotta

Le condotte dirette a integrare la fattispecie criminosa in commento possono essere tanto attive, quanto omissive: in tal ultimo caso, ai sensi dell'art. 40, comma 2, il reo risponde del delitto là dove, avendone l'obbligo giuridico, abbia consapevolmente e volontariamente omesso di impedire la verificazione del disastro ferroviario (Ardizzone, 225; per un'individuazione dei titolari di obblighi di garanzia per l'impedimento del disastro ferroviario, v. Corbetta, 445).

Evento

Il reato oggetto d'esame è un reato di evento, consistente nella verificazione di un disastro ferroviario con modalità tali da porre in pericolo la pubblica incolumità.

Elemento soggettivo

Il dolo

Il delitto in esame richiede il dolo generico, ossia la coscienza e volontà di provocare un disastro ferroviario in modo da determinare un pericolo alla sicurezza della vita o dell'integrità fisica di un numero indeterminato di persone; là dove l'agente fosse mosso anche dal fine di uccidere sarebbe configurabile il diverso delitto di strage (Fiandaca e Musco, 522).

Per l'ipotesi colposa

V. sub art. 449.

Consumazione e tentativo

Consumazione

Il reato in commento si consuma nel momento in cui si verifica il disastro ferroviario (Fiandaca e Musco, 522).

Tentativo

È configurabile il tentativo del delitto in commento, che consiste nel compimento di atti idonei diretti in modo non equivoco alla provocazione di un disastro ferroviario (Ardizzone, 229; Fiandaca e Musco, 522).

Profili processuali

Gli istituti

Il reato di disastro ferroviario è reato procedibile d'ufficio e di competenza del Tribunale collegiale.

Per tale reato:

a) l' arresto in flagranza è obbligatorio;

b) il fermo è consentito;

c) l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali è consentita.

Le misure di prevenzione

V. sub art. 423.

Bibliografia

Alborghetti, Disastro ferroviario, in Enc. forense, III, Milano, 1958; Angioni, Il pericolo concreto come elemento della fattispecie penale. La struttura oggettiva, 2a ed., Milano, 1994; Ardizzone, Naufragio, disastro aviatorio, disastro ferroviario, in Dig. pen., VIII, Torino, 1994; Battaglini, Bruno, Incolumità pubblica (delitti contro la), in Nss.D.I., VIII, Torino, 1962; Canestrari, Reato di pericolo, in Enc. giur., XXVI, Roma, 1991; Corbetta, Trattato di diritto penale. Parte speciale, 3, II, Padova, 2003; Erra, Disastro ferroviario, marittimo, aviatorio, in Enc. dir., XIII, Milano, 1963; Fiandaca e Musco, Diritto penale. Parte speciale, Bologna, 2012; Granata, Passaggi a livello e pericolo di disastro ferroviario, in Rep. Giust. civ., 1958; Parodi Giusino, I reati di pericolo tra dogmatica e politica criminale, Milano, 1990.

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