Codice Penale art. 433 - Attentati alla sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas, ovvero delle pubbliche comunicazioni.

Marco dell'Utri
Sergio Beltrani

Attentati alla sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas, ovvero delle pubbliche comunicazioni.

[I]. Chiunque attenta [420] alla sicurezza delle officine, delle opere, degli apparecchi o di altri mezzi destinati alla produzione o alla trasmissione di energia elettrica o di gas, per la illuminazione o per le industrie, è punito, qualora dal fatto derivi pericolo alla pubblica incolumità, con la reclusione da uno a cinque anni.

[II]. La stessa pena si applica a chi attenta alla sicurezza delle pubbliche comunicazioni telegrafiche o telefoniche, qualora dal fatto derivi pericolo per la pubblica incolumità.

[III]. Se dal fatto deriva un disastro, la pena è della reclusione da tre a dieci anni [449].

competenza: Trib. monocratico (udienza prelim.); Trib. collegiale (terzo comma)

arresto: facoltativo (primo e secondo comma); obbligatorio (terzo comma)

fermo: consentito (terzo comma)

custodia cautelare in carcere: consentita

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

La norma in esame punisce le condotte del soggetto che, in qualunque modo, compie atti idonei a pregiudicare la sicurezza delle officine, delle opere, degli apparecchi o di altri mezzi destinati alla produzione o alla trasmissione di energia elettrica o di gas, per l'illuminazione o per le industrie, ovvero delle pubbliche comunicazioni telegrafiche o telefoniche.

In ciascuno di tali casi, la punibilità è subordinata alla condizione che dal fatto derivi pericolo per la pubblica incolumità.

La pena è inasprita là dove dal fatto derivi un disastro non voluto.

Soggetti

Soggetto attivo

Il delitto di attentati alla sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas, ovvero delle pubbliche comunicazioni è un reato comune, potendo essere commesso da chiunque.

Bene giuridico

La norma in esame disciplina il trattamento sanzionatorio delle condotte che, ponendo in pericolo la sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas, ovvero delle pubbliche comunicazioni, pregiudicano il regolare funzionamento di quegli impianti industriali la cui compromissione può avere ripercussioni sulla pubblica incolumità, sia per la complessità e qualità degli impianti stessi, sia per l'utilità pubblica inerente al loro esercizio, sia per l'entità e diffusività del danno che può derivarne (Fiandaca e Musco, 525).

Più precisamente, l'art. 433 tutela alcuni essenziali servizi, quali quelli concernenti la produzione e la trasmissione di energia elettrica e di gas e delle pubbliche comunicazioni, contro attentati che possono recare pregiudizio all'incolumità pubblica. In sostanza detti servizi non sono tutelati per se stessi ma negli elementi che, ove fossero colpiti, potrebbero mettere in pericolo l'incolumità dei consociati (Santoro, 61).

Materialità

Modalità della condotta

Le condotte che integrano il reato in esame consistono in qualunque azione idonea a porre in pericolo la sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas (officine, opere, apparecchi o altri mezzi destinati alla produzione o alla trasmissione di energia elettrica o di gas, per l'illuminazione o per le industrie) ovvero delle pubbliche comunicazioni (telegrafiche o telefoniche) (Fiandaca e Musco, 525).

La fattispecie esige che il fatto sia idoneo a cagionare un pericolo concreto per l'incolumità pubblica, oltre che diretto a turbare il regolare funzionamento degli impianti presi in considerazione dalla legge (Battaglini, Bruno, 555; Gallo, 569; Janniti Piromallo, 971; Zuccalà, 1241).

La condotta delittuosa deve cadere su manufatti (officine, opere, apparecchi o altri mezzi) destinati alla produzione o trasmissione di energia elettrica o di gas per l'illuminazione o per le industrie. L'elencazione contenuta nella norma è tassativa, sicché esula dalla fattispecie ogni riferimento ad altri usi cui siano destinati in modo esclusivo gli impianti (come, per esempio, gli impianti centralizzati di riscaldamento urbano) o ad altre fonti di energia.

Il secondo comma prevede l'autonoma figura criminosa costituita dall'attentato alle trasmissioni a mezzo telegrafo o telefono, purché si tratti di servizi organizzati ed esercitati nel pubblico interesse, in modo che di essi possa profittare chiunque, incondizionatamente o condizionatamente, a pagamento o gratuitamente, con esclusione delle linee di comunicazione a carattere esclusivamente privato. Le trasmissioni radiofoniche, televisive o di altro genere non rientrano nella tassativa previsione di legge (Antolisei (PS), 25).

È controverso se l'insorgenza di un pericolo per la pubblica incolumità costituisca una condizione obiettiva di punibilità (Battaglini, Bruno, 555; Lai, 11), ovvero un requisito costitutivo del fatto, come tale rientrante nell'oggetto del dolo (così Fiandaca e Musco, 525); secondo altri autori, l'insorgenza di un pericolo per la pubblica incolumità costituisce una particolare modalità della condotta (Antolisei, 6), il cui richiamo sarebbe peraltro pleonastico, in quanto il requisito dell'idoneità della condotta, proprio della fattispecie di attentato, include di per sé il significato concretamente lesivo dell'illecito (Gallo, 571; contra Zuccalà, 1251).

La nozione di disastro di cui al comma 3 — da considerare alla stregua di una circostanza aggravante speciale (Antolisei, 25; Battaglini, Bruno, 555; Janniti Piromallo, 972; Santoro, 62) ovvero di un evento che qualifica il delitto (Ardizzone, 277) — implica un evento grave e complesso, che colpisca le persone e le cose, e sia suscettibile di mettere in pericolo e realizzare il danno di un numero indeterminato di persone.

Parte della dottrina opta per la configurazione del comma 3 quale fattispecie autonoma di reato di danno (Zuccalà, 1225).

Forma della condotta

Il delitto in esame è un reato a forma libera, nel senso che vale a integrarlo qualunque condotta mediante la quale si determina l'evento di pericolo oggettivo e concreto previsto dalla norma. Si tratta di tutti gli atti e le omissioni del reo, che da soli o insieme con eventuali forze naturali esterne, siano tali da determinare un pericolo per la sicurezza degli impianti di energia elettrica, del gas o delle pubbliche comunicazioni.

Natura della condotta

Le condotte dirette a integrare la fattispecie criminosa in esame possono essere tanto attive, quanto omissive: in tal ultimo caso, ai sensi dell'art. 40, comma 2, il reo risponde del delitto là dove, avendone l'obbligo giuridico, abbia consapevolmente e volontariamente omesso di impedire il verificarsi di atti o fatti idonei a porre in pericolo la sicurezza degli impianti descritti dalla norma in commento.

Evento

Il delitto in esame è un reato di mera condotta, ove si consideri il pericolo per la pubblica incolumità quale condizione obiettiva di punibilità. In caso contrario, si tratta di reato ad evento di pericolo, consistente nella verificazione di uno stato di fatto che renda possibile il danno agli impianti in modo da porre in pericolo la pubblica incolumità.

Elemento soggettivo

Il dolo

Il delitto richiesto ai fini dell'integrazione del reato in esame è il dolo generico consistente nella coscienza e volontà di compiere atti idonei a porre in pericolo la sicurezza degli impianti, ovvero (ove si consideri il pericolo per la pubblica incolumità un elemento costitutivo del reato) nella coscienza e volontà di realizzare atti idonei a esporre a rischio la pubblica incolumità (Fiandaca e Musco, 525).

Nel senso che la struttura dell'attentato limita la forma di dolo ammissibile al solo dolo intenzionale v. Ardizzone, 277.

La colpa

Per l'ipotesi colposa v. sub art. 449.

Consumazione e tentativo

Consumazione

L'attentato alla sicurezza degli impianti si consuma nel momento in cui, per effetto della condotta dell'agente, si manifesta il pericolo descritto dalla norma o in cui avviene il disastro nell'ipotesi aggravata.

Tentativo

Si ritiene non ipotizzabile il tentativo (Fiandaca e Musco, 525), tenuto conto che il compimento di atti idonei a porre in pericolo la sicurezza degli impianti costituisce già di per sé (l'anticipata) consumazione del delitto (Ardizzone, 278).

Rapporti con altri reati

È ravvisabile il concorso formale tra il reato di attentato alla sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas ed il reato di tentato danneggiamento sia in relazione al diverso bene tutelato dalle due norme (l'incolumità pubblica nel primo e il patrimonio nel secondo) sia in relazione al fatto che nel delitto di attentato, che ha natura di reato di pericolo, non è necessaria la produzione di un effettivo danneggiamento (Cass. III, n. 12418/2008).

In dottrina si è affermato che, qualora sia stato cagionato un danno agli impianti senza riflessi per l'incolumità pubblica, ricorre il titolo delittuoso di cui all’art. 635 (Santoro, 61).

Profili processuali

Gli istituti

Il reato di attentati alla sicurezza degli impianti di energia elettrica e del gas, ovvero delle pubbliche comunicazioni, è reato procedibile d'ufficio e di competenza del Tribunale monocratico nei casi di cui ai commi 1 e 2; del Tribunale collegiale nel caso di cui al comma 3.

Per tale reato:

a) l' arresto in flagranza è facoltativo in relazione alle ipotesi di cui ai commi 1 e 2; è obbligatorio in relazione all'ipotesi di cui al 3 comma;

b) il fermo è consentito in relazione all'ipotesi di cui al 3 comma;

c) l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali è consentita.

Le misure di sicurezza

V. sub art. 423.

Bibliografia

Angioni, Il pericolo concreto come elemento della fattispecie penale. La struttura oggettiva, Milano, 1994; Ardizzone, Sicurezza degli impianti di energia elettrica, del gas ovvero delle pubbliche comunicazioni (attentati alla), in Dig. pen., XIII, Torino, 1997; Battaglini, Bruno, Incolumità pubblica (delitti contro la), in Nss. D.I., VIII, Torino, 1962; Canestrari, Reato di pericolo, in Enc. giur., XXVI, Roma, 1991;  Fiandaca e Musco, Diritto penale. Parte speciale, Bologna, 2012; Gallo, Attentato (delitto di), in Nss. D.I., app., I, Torino, 1980; Janniti Piromallo, Attentati alla sicurezza degli impianti di energia elettrica, del gas, ovvero delle pubbliche comunicazioni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Lai, Incolumità pubblica (reati contro la), in Enc. giur., XVI, Roma, 1989; Mucciarelli, La sicurezza degli impianti, Milano, 1993; Parodi Giusino, I reati di pericolo tra dogmatica e politica criminale, Milano, 1990; Santoro, Manuale di diritto penale, Parte speciale, III, Torino, 1965; Zuccalà, Profili del delitto di attentato, in Riv. it. dir. pen. proc. 1977, 1225.

 

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario