Codice Penale art. 452 - Delitti colposi contro la salute pubblica.Delitti colposi contro la salute pubblica. [I]. Chiunque commette, per colpa [43], alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 438 e 439 è punito: 1) [con la reclusione da tre a dodici anni, nei casi per i quali le dette disposizioni stabiliscano la pena di morte] (1); 2) con la reclusione da uno a cinque anni, nei casi per i quali esse stabiliscono l'ergastolo; 3) con la reclusione da sei mesi a tre anni, nel caso in cui l'articolo 439 stabilisce la pena della reclusione. [II]. Quando sia commesso per colpa [43] alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 440, 441, 442, 443, 444 e 445 si applicano le pene ivi rispettivamente stabilite ridotte da un terzo a un sesto. (1) V. sub art. 9. competenza: Trib. monocratico (udienza prelim.) (primo comma n. 3); Trib. collegiale (primo comma nn. 1 e 2 e secondo comma in relazione agli artt. 440 e 442) arresto: facoltativo (primo comma nn. 1 e 2 e secondo comma in relazione agli artt. 440 e 442) fermo: non consentito; consentito (primo comma nn. 1 e 2 e secondo comma in relazione agli artt. 440 e 442) custodia cautelare in carcere: consentita (primo comma nn. 1 e 2 e secondo comma in relazione agli artt. 440 e 442) altre misure cautelari personali: consentite (primo comma nn. 1 e 2 e secondo comma in relazione agli artt. 440 e 442); v. art. 290, comma 2 procedibilità: d'ufficio
InquadramentoLa norma in esame estende la punizione prevista per i reati contro la salute pubblica descritti negli articoli da 438 a 445 ai casi in cui i fatti indicati da tali ultime norme siano commessi per colpa, graduandone la sanzione in proporzione alle corrispondenti fattispecie dolose. SoggettiSoggetto attivo I delitti colposi contro la salute pubblica sono reati comuni potendo essere commessi da chiunque (salva la titolarità di una posizione di garanzia in caso di condotte omissive). Bene giuridicoBene giuridico La norma in esame costituisce un rafforzamento della tutela della salute pubblica qualora insidiata, posta in pericolo o lesa (in conformità alle ipotesi tipiche delineate nelle norme richiamate dall'art. 452) da condotte contrarie a regole precauzionali. Esula dalle figure delittuose in esame ogni riferimento alla frode, essendo questa incompatibile con l'elemento soggettivo della colpa (Saltelli, Romano Di Falco, 522; Sammarco, 37). MaterialitàModalità della condotta I delitti previsti dalla norma in commento richiedono, quali elementi costitutivi, l'integrazione dei ‘fatti' di cui alle fattispecie dolose corrispondenti, realizzati attraverso la violazione di norme cautelari idonee a fondare il giudizio di colpa a carico dell'agente. La condotta idonea a integrare una di tali ipotesi delittuose consiste quindi nel commettere per colpa uno dei fatti previsti dagli articoli da 438 a 445 (su cui v. supra in corrispondenza di ciascun articolo) Forma della condotta I reati colposi in esame sono a forma libera o vincolata secondo la struttura dei corrispondenti delitti dolosi. Natura della condotta Le condotte dirette a integrare le fattispecie criminose richiamate dalla norma in esame possono essere tanto attive, quanto omissive. Diversamente, la giurisprudenza, con riferimento al reato di epidemia colposa, ritiene non configurabile la responsabilità a titolo di omissione, in quanto l'art. 438, con la locuzione "mediante la diffusione di germi patogeni", richiede una condotta commissiva a forma vincolata, incompatibile con il disposto dell'art. 40, comma 2, riferibile esclusivamente alle fattispecie a forma libera (Cass. IV, n. 9133/2018). Elemento soggettivoLa colpa I delitti previsti dalla norma in esame sono puniti a titolo di colpa (su cui v. subart. 43), richiedendosi a tal fine la violazione di una regola cautelare di origine sociale (colpa generica) o di una regola espressamente prevista da una fonte formale (colpa specifica) il cui scopo è rappresentato dalla prevenzione relativa alla verificazione di fatti del tipo di quelli previsti dagli articoli richiamati dalla norma in commento in relazione alle corrispondenti fattispecie dolose. La S.C. si è recentemente occupata anche della distinzione tra il dolo eventuale e la colpa ai fini della qualificazione del fatto ai sensi dell'art. 443 o 452, in relazione alla condotta omissiva del direttore di un centro trasfusionale in cui è stata effettuata una trasfusione di sangue infetto ad un paziente (Cass. V, n. 15463/2021). ConsumazioneI delitti colposi contro la salute pubblica si consumano nel momento in cui si verifica, in ragione della colpa dell'agente, uno dei fatti previsti negli articoli richiamati dalla norma in commento. A titolo di esempio, si è ritenuto che l'ipotesi colposa di commercio di sostanze alimentari nocive si realizza nel momento in cui venga posto in commercio il prodotto alimentare pericoloso senza il controllo preventivo da parte della persona responsabile (Cass. I, n. 7427/1982; Cass. I, n. 220/1978). Trattamento sanzionatorioL'art 452 — secondo cui per i delitti colposi contro la salute pubblica corrispondenti alle fattispecie dolose prevedute dagli artt. 440, 441, 442, 444, 445, si applicano le pene rispettivamente stabilite in detti articoli, ridotte da un terzo a un sesto — va interpretato nel senso che la pena minima irrogabile è quella di un terzo del minimo previsto per l'ipotesi dolosa, e la massima è quella di un sesto del massimo previsto per la stessa ipotesi (Cass., I, n. 4723/1996). Viceversa, secondo taluni autori, la pena massima deve ritenersi corrispondente a un terzo del massimo previsto per l'ipotesi dolosa e la pena minima a un sesto del minimo (Cicala, 75; Minerbi, 374). Rapporti con altri reati e concorso di reatiI reati colposi contro la salute pubblica, previsti dall'art. 452, costituiscono ipotesi delittuose autonome e non già figure attenuate dei reati dolosi corrispondenti (v., con particolare riguardo al delitto di commercio di sostanze alimentari nocive, Cass. I, n. 8653/1980). In tema di commercio e somministrazione di sostanze alimentari nocive, nel caso in cui sussista il delitto previsto dall'art. 444 (anche nell'ipotesi colposa di cui all'art. 552), deve ritenersi assorbita la contravvenzione di cui all'art. 5 l. n. 283/1962, attinente alla disciplina igienica e alla composizione nutritiva delle sostanze alimentari (Cass. IV, n. 44779/2007; Cass. IV, n. 36345/2005). Al riguardo, la differenza fra i delitti di cui agli artt. 444 e 452, da una parte, e la contravvenzione prevista dall'art. 5 l. 30 aprile 1962, n. 283, dall'altra, sta nel fatto che i primi puniscono le condotte in essi descritte, relative a sostanze destinate all'alimentazione non contraffatte né alterate, mentre la seconda attiene alla disciplina igienica e alla composizione nutritiva delle sostanze utilizzate per preparare alimenti e bevande, e, per questo, ha carattere sussidiario rispetto agli altri, dai quali viene assorbita allorquando dette sostanze abbiano reale attitudine a recare nocumento alla salute pubblica a seguito della loro contraffazione o alterazione (Cass. I, n. 1367/1996). La sussistenza delle ipotesi di cui all'art. 452 non è esclusa dalle previsioni contravvenzionali di cui al Testo Unico delle norme sanitarie (r.d. 27 luglio 1934, n. 1265), stante la diversità oggettiva dei beni protetti. L'art. 452, infatti, tende alla tutela della pubblica incolumità e, specificamente, della salute pubblica mentre le contravvenzioni previste dal T.U. citato attengono alla regolamentazione del servizio farmaceutico. Tra le ipotesi del codice penale e quelle della legislazione speciale, pertanto, è configurabile il concorso di reati (Cass. IV, n. 12265/1995). CasisticaIl titolare di una ditta di produzione e vendita al dettaglio di formaggi risponde dell'intossicazione determinata dalla presenza nel formaggio di stafilococco aureo presente nell'acqua bevuta dagli animali, nonostante lo stesso sia in regola con i controlli dell'autorità sanitaria, atteso che tali controlli non forniscono la garanzia che i prodotti venduti siano immuni da qualsiasi contaminazione. Tale soggetto, infatti, ha l'obbligo di rispettare, non solo le disposizioni di legge che presiedono alla disciplina di quel settore di produzione, ma anche le norme generali che impongono la massima prudenza, attenzione e diligenza nella produzione. In tal senso, ogni qual volta un evento dannoso rientri nella prevedibilità ed evitabilità, secondo le regole dell'ordinaria diligenza, il responsabile del ciclo produttivo è chiamato a risponderne, a meno che non abbia delegato la responsabilità a singoli preposti in caso di aziende di grandi dimensioni sulla base delle norme interne (Cass., IV, n. 4810/2002). Profili processualiGli istituti I delitti colposi contro la salute pubblica sono reati procedibili d'ufficio e di competenza del Tribunale monocratico, in relazione alle ipotesi di cui al comma 1 n. 3, e del Tribunale collegiale in relazione alle ipotesi di cui al comma 1, nn. 1 e 2 e di cui al comma 2 in relazione agli artt. 440 e art. 442. Per tali reati: a) l' arresto in flagranza è facoltativo in relazione alle ipotesi di cui al comma 1, nn. 1 e 2 e di cui al comma 2 in relazione agli artt. 440 e 442; b) il fermo è consentito unicamente in relazione ipotesi di cui al comma 1, nn. 1 e 2 e di cui al comma 2 in relazione agli artt. 440 e 442; c) l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali è consentita unicamente in relazione ipotesi di cui al comma 1, nn. 1 e 2 e di cui al comma 2 in relazione agli artt. 440 e 442. 11. Emergenza COVID-19L'art. 4, comma 6, d.l. n. 19 del 2020dispone che, salvo che il fatto costituisca violazione dell'articolo 452 del codice penale o comunque piu' grave reato, la violazione della misura di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e) (“divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena perché risultate positive al virus”), e' punita ai sensi dell'articolo 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, Testo unico delle leggi sanitarie, come modificato dal comma 7, il cui trattamento sanzionatorio è stato inasprito dal successivo comma 7 (le parole «con l'arresto fino a sei mesi e con l'ammenda da lire 40.000 a lire 800.000» sono sostituite dalle seguenti: «con l'arresto da 3 mesi e con l'ammenda da euro 500 ad euro 5.000»). Ai sensi dell'art. 25 c.p., in difetto di una diversa specificazione, la misura massima della pena dell'arresto è pari ad anni tre. La disposizione è stata convertita, senza modificazioni, dalla legge n. 35 del 22 maggio 2020. Per l'esclusione della misura cautelare interdittiva nei confronti di colui che continui ad esercitare la professione medica in ospedale dopo un non comunicato soggiorno in Paese a rischio epidemico e malgrado la successiva insorgenza di sintomi compatibili con il Covid-19, ove non si dimostri l'attualità delle esigenze di cautela, v. Cass. V, n. 19969/2021. In caso di diffusione del virus in una casa di riposo, il delitto è configurabile in presenza di una condotta commissiva a forma vincolata ovvero di una condotta omissiva consistita nell'omessa valutazione del rischio Covid-19 ex art. 271, d.lgs. n. 81/2008, che abbia causato la diffusione del virus, sempre che la propagazione del virus non risulti avvenuta per fattori causali alternativi (Cass. IV, n. 20416/2021). BibliografiaAngioni, Il pericolo concreto come elemento della fattispecie penale. La struttura oggettiva, Milano, 1994; Ardizzone, Comune pericolo (delitti colposi), in Dig. pen., II, Torino, 1988; Canestrari, Reato di pericolo, in Enc. giur., XXVI, Roma, 1991; Cicala, Ecologia e reato, Roma, 1973; Donini, Castronuovo (a cura di), La riforma dei reati contro la salute pubblica. Sicurezza del lavoro, sicurezza alimentare, sicurezza dei prodotti, Padova, 2007; Madeo, La tutela penale della salute dei consumatori, Torino, 2006; Minerbi, Computo della pena nei delitti colposi contro la salute pubblica, in Riv. it. dir. pen. proc. 196; Saltelli, Romano Di Falco, Commento teorico-pratico del nuovo codice penale, III, Roma, 1940; Sammarco, Incolumità pubblica (reati contro la), in Enc. dir., XXI, Milano, 1971. |