Codice Penale art. 452 undecies - Confisca (1).Confisca (1). [I]. Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per i delitti previsti dagli articoli 452-bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies e 452-octies del presente codice, è sempre ordinata la confisca delle cose che costituiscono il prodotto o il profitto del reato o che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato. [II]. Quando, a seguito di condanna per uno dei delitti previsti dal presente titolo, sia stata disposta la confisca di beni ed essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca. [III]. I beni confiscati ai sensi dei commi precedenti o i loro eventuali proventi sono messi nella disponibilità della pubblica amministrazione competente e vincolati all'uso per la bonifica dei luoghi. [IV]. L'istituto della confisca non trova applicazione nell'ipotesi in cui l'imputato abbia efficacemente provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, alle attività di bonifica e di ripristino dello stato dei luoghi. (1) Articolo introdotto dall'art. 1, l. 22 maggio 2015, n. 68. InquadramentoLa disposizione in esame introduce una nuova ipotesi di confisca “ambientale” per i delitti di cui al titolo VI-bis del codice penale. La previsione ribadisce la collocazione dei delitti ambientali nell'ambito della criminalità organizzata orientata al profitto (già desumibile dalle attenuanti del ravvedimento operoso e della collaborazione processuale: art. 452-decies), fornendo alla magistratura incisivi strumenti ablativi delle ricchezze illecite conseguite, anche se non può tacersi la difficoltà di individuare un vantaggio economico connesso a fenomeni di inquinamento, che rischia di vanificare la reale portata della disposizione. L'istituto in esame non trova applicazione nell'ipotesi in cui l'imputato abbia efficacemente provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, alle attività di bonifica e di ripristino dello stato dei luoghi. Analoga previsione manca per le contravvenzioni ambientali previste dal d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Tale assetto normativo è stato giudicato conforme alla Costituzione dalla Suprema Corte, che ha precisato che, per le contravvenzioni ambientali, trova applicazione la confisca di cui all'art. 260-ter, comma 4, d.lgs. n. 152/2006, che ha natura eminentemente sanzionatoria, mentre la misura ablatoria in esame presenta una funzione risarcitoria e ripristinatoria (Cass. III, n. 15965/2020). La confisca direttaIl primo comma dell'art. 452-undecies prevede la confisca obbligatoria (da applicarsi anche in caso di patteggiamento) del prodotto o del profitto del reato o delle cose che servirono a commetterlo. Una clausola di salvaguardia a tutela dei terzi estranei al reato (che cioè non vi hanno concorso, né materialmente né moralmente) esclude l'obbligatorietà della confisca quando i beni appartengano a quest'ultimi. Il legislatore non richiede che il terzo sia anche in buona fede, ma è verosimile che tale requisito sarò ritenuto necessario dalla giurisprudenza, analogamente a quanto statuito in merito alla confisca disposta per il delitto di trasporto illecito di rifiuti ex art. 259 d.lgs. n. 152/2006 (Cass. III, n. 1475/2012). L'ambito di operatività della misura patrimoniale in esame è circoscritto ai soli delitti previsti dagli artt. 452-bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies e 452-octies. Per quanto riguarda il delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452-ter , la confisca è possibile solo se lo si considera una fattispecie circostanziale del delitto di inquinamento. Se, invece, come sembra preferibile, lo si reputa una fattispecie autonoma, la misura patrimoniale non potrà trovare applicazione perché l'art. 452-ter non è menzionato nel catalogo di reati contenuto nell'art. 452-undecies (Ruga Riva, 63). Dal tenore letterale della norma sembra che i delitti di inquinamento e disastro ambientali colposi siano esclusi dalla sfera di operatività della confisca diretta. Al di là di ogni considerazione sull'opportunità di tale esclusione, che depotenzia notevolmente la nuova misura di sicurezza, occorre rilevare che il capoverso della norma in esame prevede la confisca per equivalente in caso di “condanna per uno dei delitti previsti dal presente titolo”. Se tale formulazione non è il frutto di una “svista” del legislatore, dovrebbe concludersi che, ferma la confisca obbligatoria per i soli delitti dolosi indicati nel primo comma (sia in caso di sentenza di applicazione della pena che in caso di sentenza di condanna), per quelli colposi residuerebbe la possibilità di operare la confisca facoltativa (ma solo in caso di sentenza di condanna). È di tutta evidenza l'irragionevolezza di tale assetto normativo. La confisca per equivalenteIl capoverso dell'art. 452-undecies prevede che, qualora la confisca non sia possibile, perché non si rinvengono i beni da apprendere oppure gli stessi appartengono a persona diversa dal reo, deve essere disposta la c.d. confisca per equivalente, individuando i beni dei quali il condannato abbia la disponibilità anche per interposta persona. In questo caso potranno essere confiscati anche beni di terzi estranei che non hanno rapporti con la pericolosità individuale del soggetto e che non sono collegati con il singolo reato, purché la loro disponibilità da parte del reo possa aver favorito la realizzazione delle condotte delittuose (Salvatore, 3). L'ambito di operatività della misura patrimoniale in esame si estende a tutti i delitti previsti dal titolo VI-bis del codice, con esclusione quindi dei reati previsti dal d.lgs. n. 152/2006 e da altre norme poste a tutela dell'ambiente. Per quanto riguarda il delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452-ter ), la confisca è possibile solo se lo si considera una fattispecie circostanziale del delitto di inquinamento. Se, invece, come sembra preferibile, lo si reputa una fattispecie autonoma, la misura patrimoniale non potrà trovare applicazione perché l'art. 452-ter non è menzionato nel catalogo di reati contenuto nell'art. 452-undecies (Ruga Riva, 63). Non si comprende perché il legislatore abbia ampliato la sfera di azione della confisca in esame rispetto a quella diretta, con l'esito paradossale di restringere quest'ultima ai soli delitti dolosi più gravi previsto dal nuovo titolo VI-bis e di consentire quella per equivalente anche nei confronti degli altri reati, come l'inquinamento e il disastro ambientale colposi o l'omessa bonifica. A differenza della confisca diretta, per quella in esame il legislatore non ha fatto alcun riferimento alla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti. Non è chiaro se si tratti di una consapevole scelta del legislatore o, piuttosto, di una “svista”; in ogni caso, il silenzio del legislatore potrebbe giustificare una interpretazione restrittiva e sistematica che escluda l'applicazione della confisca per equivalente con sentenza di patteggiamento. Per quanto riguarda il delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452-ter), la confisca è possibile solo se lo si considera una fattispecie circostanziale del delitto di inquinamento. Se, invece, come sembra preferibile, lo si reputa una fattispecie autonoma, la misura patrimoniale non potrà trovare applicazione perché l'art. 452-ter non è menzionato nel catalogo di reati contenuto nell'art. 452-undecies (Ruga Riva, 63). Nonostante l'infelice formulazione (“quando... sia stata disposta la confisca di beni ed essa non sia possibile...”), deve escludersi che per l'applicazione della confisca per equivalente occorra prima un provvedimento di ablazione diretta la cui esecuzione abbia dato esito negativo. Il vincolo di destinazioneLe risorse incamerate con la misura di sicurezza in esame sono vincolate nello scopo, in quanto devono essere destinate alla bonifica dei luoghi. Tale vincolo sembra attribuire alla confisca un carattere più risarcitorio/ripristinatorio che sanzionatorio, con la conseguenza che la misura in esame potrebbe essere applicabile anche in caso di estinzione del reato per maturata prescrizione Tuttavia, l'imputato può sfuggire a tale gravosa misura mettendo in sicurezza e, ove necessario, bonificando e ripristinando lo stato dei luoghi. Il venir meno dell'ablazione nei confronti dell'autore del fatto che, attraverso la sua condotta riparatoria, abbia dimostrato la sua risocializzazione sembra dimostrare la che la misura patrimoniale in esame ha natura sostanzialmente sanzionatoria. Se si accetta questa lettura, la nuova confisca deve essere sottoposta al complesso delle garanzie legalitarie, quindi non potrà essere applicata retroattiva e non potrà essere disposta con la sentenza di proscioglimento per prescrizione. Sebbene non sia stato chiarito a quale ente debba essere attribuita la disponibilità dei beni confiscati (la norma parla genericamente di “pubblica amministrazione”), si ritiene che si tratti della Regione, in quanto titolare del potere autorizzativo alla bonifica (Molino, 31). Si è osservato che questa disciplina potrebbe rappresentare per la pubblica amministrazione uno stimolo a perseguire con rigore i delitti in materia ambientale, “posto che tramite essa potrà ottenere l'effettiva bonifica ciò che, ad oggi, rimane quasi sempre lettera morta proprio a causa della mancanza di risorse pubbliche suppletive delle inerzie dei privati” (Ruga Riva, 63). Altre ipotesi di confisca “ambientale”Va, infine, rilevato che la l. n. 68/2015 ha introdotto nell'ordinamento altre ipotesi di confisca legate ai delitti ambientali. Intervenendo sull'art. 260 d.lgs. n. 152/2006 (articolo abrogato dall’art.7, comma 1, lett. q, d.lgs. 1 marzo 2018, n. 21. V. ora art. 452-quaterdecies), è stata prevista una confisca obbligatoria, anche per equivalente, delle cose servite a commettere il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti o che ne costituiscono il prodotto o il profitto, anche qui salvo che appartengano a persone estranee al reato. Intervenendo sull'art. 12-sexies del d.l. n. 306/1992, convertito dalla l. n. 356/1992 – ora art. 240-bis -, è stata estesa ai delitti di cui agli artt. 452-bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies e 452-octies la confisca speciale dei beni o delle altre utilità di cui il condannato non può giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito. BibliografiaSalvatore, Confisca obbligatoria dopo la sentenza di condanna, in Guida dir., n. 25/2015; v. sub art. 452-bis. |