Codice Penale art. 452 terdecies - Omessa bonifica (1).

Alessandro Trinci

Omessa bonifica (1).

[I]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un'autorità pubblica, non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi è punito con la pena della reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 20.000 a euro 80.000

(1) Articolo introdotto dall'art. 1, l. 22 maggio 2015, n. 68.

competenza: Trib. monocratico

arresto: facoltativo

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: non consentita

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Il delitto di omessa bonifica tutela l'effettività degli ordini di reintegro, bonifica, riparazione del danno sparsi nella legislazione vigente, qualunque ne sia la matrice (giudiziaria, legislativa o amministrativa), anche se disposti per le contravvenzioni di cui al d.lgs. n. 152/2006 (fatti salvi i limiti di coordinamento con l'omologa fattispecie di cui all'art. 257 d.lgs. n. 152/2006), di cui viene presidiata la corretta ed efficace esecuzione. Oltre a tale interesse pubblicistico, vi sono sullo sfondo gli specifici interessi ambientali in funzione dei quali i provvedimenti richiamati dalla fattispecie sono adottati.

Soggetti

Soggetto attivo

L'omessa bonifica è un reato proprio, che può essere commesso solo da chi è tenuto, per legge o per ordine del giudice o di un'autorità pubblica, a provvedere alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi.

Materialità

Condotta

La condotta è omissiva e consiste nel disattendere un obbligo di bonifica, ripristino o recupero dello stato dei luoghi.

L'obbligo giuridico di procedere al ripristino dello stato dei luoghi può discendere dalla legge, da un ordine del giudice (compreso quello emesso ai sensi dell'art. 452-duodecies) o da un provvedimento di una pubblica autorità.

La norma non indica espressamente il presupposto da cui trae origine l'obbligo di bonifica in capo al soggetto, sicché esso può venire in rilievo sia in caso di alterazioni minime o scarsamente significative dell'equilibrio ecologico, sia per le alterazioni più gravi, purché reversibili (Siracusa, 25).

Elemento psicologico

Il dolo

Il dolo è generico e consiste nella volontà di non provvedere alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi impedire, con la consapevolezza di esservi tenuti per legge, per ordine del giudice ovvero di un'autorità pubblica.

Consumazione e tentativo

Consumazione

Il delitto di omessa bonifica si consuma nel momento e nel luogo in cui l'attività di bonifico, ripristino o recupero avrebbero dovuto essere tenute.

Tentativo

Trattandosi di reato omissivo proprio, la configurabilità del tentativo è discussa.

Forme di manifestazione

Circostanze

Si applicano le circostanze attenuanti (ad effetto speciale) di tipo premiale previste dall'art. 452-decies, al cui commento si rinvia.

Rapporti con altri reati

La norma in esame ha carattere sussidiario in quanto non opera quando il fatto integra un reato più grave.

L'opportuna introduzione, ad opera della l. n. 68/2015, di una clausola di riserva (“salvo che il fatto costituisca più grave reato”) anche nella contravvenzione prevista dall'art. 257 d.lgs. n. 152/2006 (che punisce chiunque cagiona l'inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle concentrazioni soglia di rischio, se non provvede alla bonifica) e la delimitazione dell'originaria causa di non punibilità della bonifica conforme dal progetto approvato, prima riferita ai “reati”, alle sole “contravvenzioni”, dovrebbe aver evitato qualunque problema di sovrapposizione con il delitto in esame. La contravvenzione, infatti, dovrebbe trovare applicazione solo quando il reato fondante gli obblighi di bonifica sia costituito da un illecito contravvenzionale (come, ad esempio, l'inquinamento idrico o la discarica abusiva); laddove, invece, il reato in questione sia costituito da uno dei nuovi delitti ambientali o da altro delitto (es. art. 260 d.lgs. n. 152/2006) sarà applicabile il più grave delitto ex art. 452-duodecies.

La giurisprudenza ha chiarito che il delitto in esame si differenzia dalla contravvenzione di inottemperanza all'ordinanza sindacale di rimozione dei rifiuti, di cui all'art. 255, comma 3, d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in quanto il primo presuppone una condotta avente potenzialità inquinanti, mentre la seconda richiede l'abbandono dei rifiuti, in esso compreso anche il deposito incontrollato e l'immissione nelle acque, da cui non derivi un evento potenzialmente in grado di inquinare ( Cass. III, n. 32117/2024 ).

Termini di prescrizione

I termini di prescrizione per i delitti di cui al titolo VI-bis del codice penale sono raddoppiati (art. 157, comma 6). Ne consegue che per il delitto in esame la prescrizione matura in dodici anni (quindici anni in caso di atti interruttivi).

Profili processuali

L'impedimento del controllo è reato procedibile d'ufficio e di competenza della Tribunale in composizione monocratica.

Per il delitto di impedimento del controllo:

a) non è possibile disporre intercettazioni;

b) è consentito l'arresto facoltativo in flagranza (non il fermo);

c) non è consentita l'applicazione della custodia in carcere, mentre è consentita l'applicazione delle altre misure cautelari personali.

Bibliografia

v. sub art. 452-bis.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario