Codice Penale art. 466 - Alterazione di segni nei valori di bollo o nei biglietti usati e uso degli oggetti così alterati.Alterazione di segni nei valori di bollo o nei biglietti usati e uso degli oggetti così alterati. [I]. Chiunque cancella o fa in qualsiasi modo scomparire, da valori di bollo [459 2] o da biglietti di strade ferrate [431 3] o di altre pubbliche imprese di trasporto, i segni appostivi per indicare l'uso già fattone, è punito, qualora ne faccia uso o lasci che altri ne faccia uso, con la sanzione amministrativa pecuniaria da 103 euro a 619 euro (1). [II]. Alla stessa sanzione soggiace chi, senza essere concorso nell'alterazione, fa uso dei valori di bollo o dei biglietti alterati. Se le cose sono state ricevute in buona fede, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 51 euro a 309 euro (2). (1) Comma modificato dall'art. 42 1a d.lg. 30 dicembre 1999, n. 507. Per l'individuazione dell'autorità competente all'applicazione di detta sanzione v. art. 19-bis2a, c disp. att. (2) Comma così sostituito dall'art. 421b d.lg. n. 507, cit. Per l'individuazione dell'autorità competente all'applicazione della sanzione v. art. 19-bis disp. att. InquadramentoLa fattispecie in esame è stata depenalizzata dall'art. 41 d.lgs. 30 dicembre 1999, n. 507 (Depenalizzazione dei reati minori e riforma del sistema sanzionatorio, ai sensi dell'art. 1 l. 25 giugno 1999, n. 205). Bene giuridicoCfr. sub artt. 453, 459 e 462. SoggettiSoggetto attivo L'illecito, antecedentemente alla sua depenalizzazione, era classificato come reato comune, perché soggetto attivo, può essere “chiunque”. Elemento oggettivoOggetto materiale Oggetto materiale sono i valori di bollo (per la nozione cfr. sub art. 459) e i biglietti di strade ferrate o di altre pubbliche imprese di trasporto (per la nozione cfr. sub art. 462). Condotta L'alterazione dei valori di bollo o dei biglietti di trasporto deve consistere nel cancellare o nel far scomparire i segni indicativi di un uso già effettuato, da intendersi come uso compiuto in conformità alla destinazione del valore o del biglietto (ad esempio, cancellazione della data nel biglietto di trasporto o del timbro annullatore apposto sulla marca da bollo). Le alterazioni che incidono, invece, sul significato di rappresentazione dei titoli integrano il diverso reato di cui agli artt. 459 e 462 (Neppi Modona, 641). La norma richiede, inoltre, che l'agente faccia direttamente uso dei valori di bollo o dei biglietti così alterati, ovvero lasci che altri ne faccia uso. Per il concetto di «uso» cfr. sub art. 464. L'espressione «uso già fattone» indica un uso conforme alla destinazione dei valori di bollo: l'illecito di cui all'art. 466 si configura quando il primo uso della marca da bollo sia servito ad assolvere l'imposta in ordine ad un atto già formato e, come tale, soggetto a tributo fin dall'origine, mentre un uso diverso (come nel caso in cui le marche siano state annullate per errore e poi recuperate e utilizzate regolarmente oppure nel caso di diversità di segno sulle stesse) non viola la norma codicistica. Il secondo comma della norma sanziona la condotta del soggetto che ha fatto uso dei valori di bollo o dei biglietti di trasporto senza essere concorso nell'alterazione. Nel caso di ricezione in buona fede è prevista una sanzione pecuniaria meno grave, applicabile sempre che, ovviamente, al momento dell'uso vi sia la consapevolezza della alterazione. Per la nozione di «buona fede» cfr. sub art. 457. Elemento psicologicoIl dolo L'illecito è punito a titolo di dolo generico. Consumazione e tentativoConsumazione L'iter criminis si conclude al momento del primo fatto di uso, rilevando i successivi impieghi ai soli fino della modulazione della sanzione in concreto (Cadoppi, Canestrari, Manna, Papa, 153). Tentativo La dottrina e la giurisprudenza maggioritarie ritengono il tentativo configurabile. Rapporti con altri reatiL'aver annullato per errore le marche da bollo e l'averle poi recuperate ed utilizzate regolarmente, o l'aver apposto una diversità di segni sulle marche, possono dar luogo a un mero illecito amministrativo qualora i valori di bollo vengano di nuovo adoperati, a norma dell’art. 27 d.P.R n. 642/1972, che vieta di usare marche deteriorate o comunque usate in precedenza. Casisticaa) Integra la fattispecie di cui all'art. 466 la condotta consistente nel viaggiare su mezzi pubblici di trasporto con un abbonamento alterato. b) Non rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 466 l'aver annullato per errore alcune marche da bollo, applicandole su fogli di carta bollata in bianco, non idonei per la redazione di atti giudiziari in quanto destinati ad uso amministrativo, e l'averle poi recuperate per utilizzarle in relazione a regolari procure alle liti. SanzioniLa condotta di cui al comma 1 e di cui alla prima parte del comma 2 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 103 a euro 619, quella di cui alla seconda parte del comma 2 la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309. Le pene previste all'art. 466 si applicano anche alla detenzione per lo smercio ovvero allo smercio di carta bollata, marche o altri valori di bollo precedentemente usati (art. 27, comma 2, d.P.R. n. 642/1972). Per l'individuazione dell'autorità competente all'applicazione di dette sanzioni v. l'art. 19-bis comma 2 disp. att. BibliografiaCincotta, Alterazione di segni nei valori di bollo o nei biglietti usati e uso degli oggetti così alterati, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, a cura di Ramacci, vol. X, Milano, 2013; Neppi Modona, Falsità in valori di bollo e in biglietti di trasporto, in Enc. dir., Milano, 1967, XVI, 629. V. anche sub art. 453. |