Codice Penale art. 512 - Pena accessoria (1).

Chiara Fiandanese

Pena accessoria (1).

[I]. La condanna per alcuno dei delitti preveduti dagli articoli 502 e seguenti importa l'interdizione da ogni ufficio sindacale per la durata di anni cinque (2).

(1) Cfr. Corte cost. 17 aprile 1985, n. 107, che ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, con riferimento agli artt. 18 e 39 Cost., una questione di legittimità dell'art. 512: in motivazione si osserva che la norma «non collide con i precetti costituzionali invocati» in quanto la pena accessoria da essa prevista non è «suscettibile di irrogazione allo stato dell'attuale ordinamento sindacale».

(2) V. sub art. 502.

Inquadramento

L'art. 512 prevede l'interdizione da ogni ufficio sindacale, per la durata di cinque anni, come pena accessoria, in caso di condanna per uno dei delitti previsti dagli artt. 502 ss. 

Il Tribunale di Rovereto, con quattro ordinanze emesse il 23 giugno 1978, 9 febbraio 1979, 25 gennaio 1980 e 18 giugno 1981, ha sollevato, nel corso di altrettanti procedimenti penali per il reato di cui all'art. 508 («Arbitraria invasione e occupazione di aziende agricole o industriali. Sabotaggio»), questione di legittimità costituzionale dell'art. 512, in riferimento all'art. 39 Cost. e, in una delle ordinanze, anche all'art. 18 del Testo fondamentale.

Ad avviso del giudice a quo, la norma censurata offendeva sia l'art. 39 Cost., risolvendosi in un sostanziale limite alla libertà sindacale, non potendo essere imposto ai sindacati altro obbligo che quello della registrazione, sia il generale principio della libertà di associazione, costituendo i sindacati libere associazioni di cittadini (art. 18 Cost.).

La Corte cost. n. 107/1985, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale, ritenendo che la disposizione dell'art. 512 deve ritenersi intimamente connessa con l'ordinamento corporativo fascista, e quindi con la funzione da esso riservata al sindacato, ancorché non sia stata abrogata (né caducata ad altro titolo) e viga nell'attuale ordinamento, essendo stata considerata dalla Corte di Cassazione «inoperante», ma solo fino a quando non siano inserite nell'attuale ordinamento le norme previste dall'art. 39 Cost. Peraltro, tale pena accessoria non può ritenersi comminata con riguardo agli uffici sindacali, quali risultano sulla base dell'ordinamento in vigore in quanto la figura del munus individuata nella norma in esame alla stregua del cessato ordinamento, è diversa dalla carica direttiva d'un sindacato, che secondo le leggi vigenti s'inquadra nello schema, costituzionalmente garantito, della libera associazione di natura privata. Il che basta per escludere che la pena accessoria prevista nell'art. 512 sia suscettibile di irrogazione allo stato dell'attuale ordinamento sindacale, cosicché trattasi di una norma punitiva che non collide con i precetti degli artt. 18 e 39 Cost.

Bibliografia

Bartulli, Inosservanza di norme di lavoro, in Nss. D.I. 1983; Berenini, Delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio: Titolo VIII del libro II del Codice penale, Milano, 1937; Di Amato, Codice di diritto penale delle imprese e delle società, Milano, 2011; Guariniello, Codice della sicurezza degli alimenti, Milano, 2015; Pelissero, Reati contro la personalità dello stato e contro l'ordine pubblico, Torino, 2010.

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