Codice Penale art. 602 - Acquisto e alienazione di schiavi 12.

Paola Borrelli

Acquisto e alienazione di schiavi 12.

[I]. Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo 601, acquista o aliena o cede una persona che si trova in una delle condizioni di cui all'articolo 600 è punito con la reclusione da otto a venti anni [604]3.

 

 

[1] Articolo così sostituito dall'art. 3 l. 11 agosto 2003, n. 228.

[2] Per l'aumento delle pene, qualora il fatto sia commesso da persona sottoposta a misura di prevenzione, v. art. 71, d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159. In tema di responsabilità amministrativa degli enti, v. l’art. 25-quinquies d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231.

[3] Seguiva un secondo comma abrogato dall'art. 3 della legge 2 luglio 2010, n. 108. Il testo era il seguente: «La pena è aumentata da un terzo alla metà se la persona offesa è minore degli anni diciotto ovvero se i fatti di cui al primo comma sono diretti allo sfruttamento della prostituzione o al fine di sottoporre la persona offesa al prelievo di organi».

competenza: Corte d'Assise

arresto: obbligatorio

fermo: consentito

custodia cautelare in carcere: consentita

altre misure cautelari personali: consentite (v. art. 282-bis, comma 6, e 384-bis c.p.p.)

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Il delitto di acquisto o alienazione di schiavi consta di una condotta espressamente prevista come sussidiaria rispetto al reato di tratta ed è incentrata sul momento della mercificazione della vittima che, tuttavia, considerate le fattispecie di cui agli artt. 600 e 602, presenta incerti spazi applicativi.

Anche questo delitto persegue l'obiettivo di tutelare la personalità individuale da forme di aggressione particolarmente pervasive che releghino la vittima alla funzione di oggetto su cui altri possa esercitare un potere dispositivo.

Soggetti

 

Soggetto attivo

E' un reato comune, che può essere commesso da «chiunque».

Materialità

Condotta

Si tratta di un reato istantaneo e di danno (Mantovani, 2013, 291) che sanziona, salvo che il fatto non rientri nella fattispecie di tratta di persone, la condotta di chi acquista, aliena o cede un soggetto che sia nella condizione di schiavitù o asservimento di cui all'art. 600 (cfr. sub art. 600) e che subisce, quindi, un'ulteriore aggressione al proprio status libertatis (Mantovani, 2013, 291). L’acquisto o l’alienazione possono attuarsi dietro corrispettivo in denaro o in beni di altra natura, purché di valore economico (Fiandaca e Musco, 2012, 150). Sulla sanzionabilità della condotta di mera ricezione, v. infra.

Elemento psicologico

Il reato è punito solo a titolo di dolo.

Esso è a dolo generico, nel caso di alienazione o cessione, essendo richieste solo la coscienza e volontà di alienare o cedere una persona in schiavitù o servitù, mentre, nel caso di acquisto, si è precisato che la finalità deve essere sempre quella di sfruttamento della vittima, il che impone di escludere il reato nel caso in cui l'acquisto avvenga non già allo scopo di sfruttare la p.o., ma per altre finalità, quali, ad esempio, l'inserimento nella famiglia di origine dell'agente (Fiandaca - Musco, 2013, 150; Cass. n. 39044/2004). Per la giurisprudenza più recente (Cass. V, n. 43084/2015; v., infra), la finalità di sfruttamento non attiene solo all'elemento psicologico, ma anche alla tipicità della condotta. Secondo altra tesi (Mantovani, 2013, 291), il reato è a dolo specifico nel caso di acquisto, nel senso che occorre il fine precipuo di mantenere, dopo l'acquisto, il soggetto in condizione di schiavitù o servitù.

Consumazione e tentativo

Consumazione

Il reato è istantaneo e si perfeziona nel momento e nel luogo dell'acquisto, alienazione o cessione dello schiavo o dell'asservito (Mantovani, 2013, 291).

Tentativo

Il tentativo è configurabile.

Unicità o pluralità di reati

Il dettato dell’art. 602, nel prevedere che le condotte possano essere portate verso “una persona”, implica che esso sia integrato anche quando uno solo sia il soggetto passivo; dal che consegue che si avrà pluralità di reati allorché le vittime siano più di una. Ciò differenzia la fattispecie in discorso dalla tratta di persone, che, considerata la dizione testuale della norma, resta unico anche se portato contro più persone (v. sub art. 601).

Circostanze

a) La l. n. 108/2010 ha abrogato il secondo comma dell'art. 602, inserendo un apposito articolo per la disciplina delle aggravanti — anche — dei reati di cui agli artt. 600, 601 e 602. Si rinvia, pertanto, al commento dell'art. 602-ter.

b) Quando il reato è commesso in danno di persona portatrice di minorazione fisica, psichica o sensoriale, la pena è aumentata da un terzo alla metà (art. 36 comma 1 l. n. 104/1992).

c) Un'ulteriore aggravante, se il reato è commesso da soggetto sottoposto, in via definitiva, a misura di prevenzione, durante il periodo di applicazione e fino a tre anni dal momento in cui ne è cessata l'esecuzione, è prevista dall'art. 71 d.lgs. n. 159/2011.

d) Una speciale attenuante è prevista dall'art. 600-septies.1, cui si rinvia.

Concorso di persone

Circa la posizione del soggetto che semplicemente riceve (senza acquistare) la persona schiavizzata o asservita, la dottrina (Fiandaca e Musco, 2013, 150) ha segnalato che manca un'apposita previsione legislativa che ne sanzioni la condotta e che la norma non è suscettibile di interpretazione estensiva fino a ricomprendere, nella nozione di acquisto, ogni condotta di ricezione ritenendo il reato una fattispecie a concorso necessario, come invece da altri opinato (Rosi, cit.). La mera ricezione deve essere fatta rientrare, pertanto, nella previsione dell'art. 600.

Rapporti con altri reati

La tratta di persone

Secondo la dottrina (Fiandaca e Musco, 2013, 150) l'acquisto o alienazione di schiavi è reato a carattere sussidiario, che trova applicazione allorché i comportamenti incriminati non vengano attuati mediante le modalità tipiche della tratta, vale a dire violenza, minaccia, etc. Potrebbe sostenersi, inoltre, che un certo margine applicativo, legato alla specificità della condotta, vada rinvenuto nell'onerosità della cessione, ricorrendo la quale, potrebbe trovare applicazione la norma in esame in luogo di quella ex art. 601, che punisce genericamente chi “cede l'autorità sulla persona”. Secondo altri (Mantovani, 2013, 290) la fattispecie manca di spazio applicativo autonomo.

Concorso di reati

Con il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, portato in danno di persona in condizione analoga alla schiavitù per indurla a perpetrare furti, concorre con i reati di riduzione in schiavitù e di alienazione e acquisto di schiavi di cui agli artt. 600 e 602, dovendosi escludere che si versi in un'ipotesi di reato complesso o progressivo (Cass. V, n. 30570/11, relativa a bambini «importati» dalla Romania e costretti al furto mediante violenze e minacce).

Casistica

L'acquisto di un neonato . Fermo restando che chi aliena un neonato ne realizza una forma di mercificazione comunque sanzionabile ex artt. 600 o 602, lo stesso non può dirsi sempre per chi acquista. Per la configurabilità del reato, non rileva tanto la partecipazione dell'agente al « negozio » avente ad oggetto il minore (o l'essere umano in genere), quanto piuttosto l'intenzione con la quale egli conclude la transazione, che non assume significato esclusivamente sul piano della qualificazione dell'elemento soggettivo, ma si riflette sulla tipicità della condotta. In altri termini la controparte nella compravendita dell'essere umano venduto non necessariamente e solo per questo concorre nel reato, essendo invece necessario che la sua condotta sia funzionale all'asservimento della vittima. Altrimenti ragionando, dovrebbe giungersi infatti ad ammettere che anche colui che paga al venditore il prezzo dell'essere umano ridotto in schiavitù per « liberarlo » dovrebbe rispondere dei reati previsti dall'art. 600 o dall'art. 602, il che è incompatibile con la ratio delle due incriminazioni. Dal che consegue che gli aspiranti genitori che acquistino un minore per inserirlo nella propria famiglia, ferme restando altre fattispecie di cui saranno chiamati a rispondere, non sono responsabili anche del reato di acquisto di schiavi (Cass. V, n. 43084/2015)

Prescrizione

Ai sensi dell'art. 157 co. 6, il termine prescrizionale di questo reato è raddoppiato.

Per le novità introdotte dalla l. 23 giugno 2017, n. 103 - che, novellando l'art. 158, ha previsto un nuovo termine di decorrenza della prescrizione quando il reato sia stato commesso dopo il 3 agosto 2017 - e per il regime dell'interruzione, v. § sub art. 600.

Pene accessorie

Cfr. sub art. 600-septies.2.

Profili processuali

Gli istituti

L'acquisto o l'alienazione di schiavi è reato procedibile d'ufficio e di competenza della Corte d'Assise; le indagini, a norma dell'art. 51 co. 3-bis c.p.p., sono di competenza dell'ufficio del P.M. presso il Trib. del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente. Per i fatti commessi all'estero, cfr. sub art. 604.

Per l'alienazione o l'acquisto di schiavi:

a) è possibile disporre intercettazioni;

b) sono previsti arresto obbligatorio in flagranza, allontanamento di urgenza dalla casa familiare e fermo;

c) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali. Vige la presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della custodia in carcere (art. 275 co. 3 c.p.p.);

d) non è possibile il patteggiamento a pena superiore ai due anni di reclusione (art. 444 co.1-bis c.p.p.);

L'art. 1, co. 56, della l. 23 giugno 2017, n. 103, pubblicata nella G.U. n. 154 del 4 luglio 2017, nel reinserire nell'ordinamento la possibilità del concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.), lo esclude per il reato in commento (co. 2), laddove richiama i reati di cui all'art. 51 co. 3-bis c.p.p.

e) Vi è l'obbligo, per il P.M., di notiziare il Trib. per i minorenni (art. 609 decies) se il reato è commesso ai danni di un minorenne ovvero da uno dei genitori di un minorenne a danno dell'altro.

Bibliografia

Resta, I delitti contro la personalità individuale, alla luce delle recenti riforme, in Giur. merito 2006; Rosi, La moderna schiavitù e la tratta di persone: analisi della riforma, in Dir. e giust. 2004.

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