Codice Penale art. 668 - Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive 1

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive 1

[I]. Chiunque recita in pubblico drammi o altre opere, ovvero dà in pubblico produzioni teatrali di qualunque genere, senza averli prima comunicati all'Autorità, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000 2 .

[II]. Alla stessa sanzione 3soggiace chi fa rappresentare in pubblico opere cinematografiche, non sottoposte prima alla revisione dell'Autoritào non sottoposte a classificazione o senza rispettare la classificazione verificata dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche4.

[III]. Se il fatto è commesso contro il divieto dell'Autorità, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 30.000 5 .

[IV]. Il fatto si considera commesso in pubblico se ricorre taluna delle circostanze indicate nei numeri 2 e 3 dell'articolo 266.

 

[1] Ai sensi dell'art. 4 d.lg. 15 gennaio 2016, n. 8 in caso di reiterazione specifica di una violazione , l'autorità amministrativa competente, con l'ordinanza ingiunzione, applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della concessione, della licenza, dell'autorizzazione o di altro provvedimento amministrativo che consente l'esercizio dell'attività da un minimo di dieci giorni a un massimo di tre mesi.

[2] L'art. 2 d.lg. 15 gennaio 2016, n. 8 ha sostituito le parole «è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 309» con le parole: «è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000».

[3] L'art. 2 d.lg. 15 gennaio 2016, n. 8 ha sostituito le parole «Alla stessa pena» con le parole: «Alla stessa sanzione».

[4] V. l'art. 15 l. 21 aprile 1962 n. 161, come sostituito dall'art. 27-bis d.l. 14 gennaio 1994, n. 26 conv., con modif., nella l. 1° marzo 1994, n. 153 e ulteriormente innovato dall'art. 84 1 d.lg. 30 dicembre 1999, n. 507, dall'art. 15 11-12 l. 6 agosto 1990, n. 223 e, da ultimo, dagli artt. 34 1, 2 e 353 d.lg. 31 luglio 2005, n. 177. Da ultimo, il presente comma è stato modificato dall'articolo 13, comma 3, d.lgs. 7 dicembre 2017, n. 203 che ha sostituito  la parola: «pellicole» con la seguente: «opere» ed ha aggiunto le parole: «o non sottoposte a classificazione o senza rispettare la classificazione verificata dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche».dopo le parole: «dell'autorità».

[5] L'art. 2 d.lg. 15 gennaio 2016, n. 8 ha sostituito le parole «la pena pecuniaria e la pena detentiva sono applicate congiuntamente» con le parole: «si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 30.000».

Inquadramento

La contravvenzione prevista dall'art. 668 c.p., unico reato vigente nel paragrafo relativo alle contravvenzioni concernenti la vigilanza su talune industrie e sugli stabilimenti pubblici, mira ad assicurare il controllo della pubblica autorità sulle condizioni di realizzabilità degli spettacoli sotto il profilo dell'ordine e della tranquillità pubblica.

Soggetto attivo

Pur facendosi riferimento a “chiunque”, la norma si rivolge ai soggetti sui quali grava l'obbligo di preventiva comunicazione all'Autorità, non potendosi estendere anche a coloro che si sono limitati ad esercitare attività di collaborazione o esecutive. La dottrina ha ritenuto che fra i soggetti attivi può rientrare anche il produttore, ove abbia assunto l'iniziativa della rappresentazione (Fiandaca).

Elemento materiale

La dottrina ha individuato nei primi due commi dell'art. 668 due fattispecie equivalenti non concretanti quindi due distinti titoli di reato. La prima ipotesi consiste nel recitare drammi od opere e nel dare produzioni teatrali di qualunque specie, senza comunicare all'autorità l'opera di cui si tratta; la seconda ipotesi nella rappresentazione di pellicole cinematografiche che non siano prima state sottoposte alla revisione dell'autorità. Con il d.lgs. 7 dicembre n. 203 la parola “pellicole” è stata sostituita da quella “opere”, ampliandosi in tal modo l’area della condotta penalmente rilevante ed in particolare adeguando la previsione normativa al progresso tecnologico che prevede diverse tipologie di supporti, al di là delle pellicole, destinati a contenere le opere cinematografiche, delle quali è vietata la rappresentazione in pubblico. Inoltre con la medesima disposizione si è meglio specificato il ruolo che svolgere l’Autorità, affinché, senza incorrere nella sanzione penale, possano tenersi rappresentazioni di opere cinematografiche in pubblico. Segnatamente in aggiunta della già prevista “revisione dell’Autorità”, nel senso che costituisce reato la rappresentazione in pubblico di pellicole (oggi opere) cinematografiche non sottoposte prima alla revisione dell’Autorità, è stata inserito anche il riferimento alle opere non sottoposte a classificazione ed alle opere che non rispettano la classificazione verificata dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche. La condotta deve essere posta in essere in pubblico, cioè in un luogo pubblico o aperto al pubblico ed in presenza di più persone, ritenendosi, al riguardo, che la pubblica costituisca una condizione obiettiva di punibilità del fatto.

Elemento psicologico

L'elemento soggettivo del reato potrà essere indifferentemente quello del dolo o quello della colpa.

Consumazione

Trattasi di reato istantaneo che viene a consumazione nel momento e nel luogo in cui viene recitato in pubblico l'opera o la rappresentazione teatrale senza averlo prima comunicato all'Autorità competente o nel momento e nel luogo in cui si fa rappresentare in pubblico la pellicola cinematografica senza averla prima sottoposta alla revisione dell'Autorità.

Circostanze

Al comma 3 è prevista una circostanza aggravante, laddove il fatto sia stato commesso contro il divieto dell’Autorità, essendo al riguardo stabilita l’applicazione congiunta della pena pecuniaria e di quella detentiva.

Profili processuali

Il reato di rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive è procedibile d'ufficio.

È ammessa, con eccezione dell'ipotesi aggravata, l'oblazione ai sensi dell'art. 162-bis.

Bibliografia

Fiandaca, Spettacoli pubblici (reati in materia di), in Enc. dir., XLIII, Milano 1990; Vigna-Bellagamba, Le contravvenzioni nel codice penale, Milano 1974.

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