Codice Penale art. 678 - Fabbricazione o commercio abusivi di materie esplodenti.Fabbricazione o commercio abusivi di materie esplodenti. [I]. Chiunque, senza la licenza dell'Autorità o senza le prescritte cautele, fabbrica o introduce nello Stato [4 2], ovvero tiene in deposito o vende o trasporta materie esplodenti [435] o sostanze destinate alla composizione o alla fabbricazione di esse, è punito con l'arresto da tre a diciotto mesi e con l'ammenda fino a 247 euro [680] (1). (1) Le pene previste dal testo originario del codice erano l'arresto fino a sei mesi e l'ammenda fino a lire duemila. A parte i successivi aggiornamenti di quest'ultima, tanto la pena detentiva quanto la pena pecuniaria erano state triplicate in forza dell'art. 34 l. 18 aprile 1975, n. 110, il quale nel comma 2 ha prescritto, altresì, che «in ogni caso l'arresto non può essere inferiore a tre mesi». L'ammenda risulta ora ulteriormente raddoppiata ad opera dell'art. 113 4 l. 24 novembre 1981, n. 689. InquadramentoLa contravvenzione prevista dall'art. 678 mira a salvaguardare l'incolumità pubblica in relazione ai pericoli che possono derivare dalla fabbricazione, introduzione, detenzione in deposito, vendita o trasporto di materie esplodenti senza la licenza dell'Autorità o senza le prescritte cautele (Manzini, Trattato). Elemento materialeLa condotta sanzionata è quella di chi, in via alternativa, senza la licenza dell'Autorità o non osservando le prescritte cautele, fabbrica, introduce nello Stato, tiene in deposito, vende o trasporta materie esplodenti. Al riguardo la giurisprudenza ha chiarito che le definizioni di materie esplodenti, di cui all'art. 678 c.p., e di artifizi e prodotti affini e giocattoli pirici di cui all'art. 82 r.d. 6 maggio 1940, n. 635, non devono essere interpretate in senso stretto, come relative esclusivamente ai composti chimici in sé capaci di esplosione, ma devono ritenersi comprensive dell'insieme dei congegni, degli involucri e degli accessori fisicamente collegati a tali composti chimici, necessari ed utili al loro impiego (Cass. I, n. 28193/2007). Si è anche precisato che la norma di cui all'art. 678 c.p. deve essere integrata con quanto previsto dall'art. 41 r.d. n. 773/1931 (t.u.l.p.s.) e dagli artt. 81 ss. r.d. n. 635/1941 (regolamento t.u.l.p.s.), secondo i quali la licenza dell'autorità è indispensabile anche per la fabbricazione e la vendita di artifici e giocattoli pirici; a ciò consegue, secondo la Cassazione, che rientra nella previsione della contravvenzione in esame anche quei giochi che utilizzano miscele semplicemente detonanti (Cass. I, n. 2920/1993). Nella stessa direzione si pone la successiva affermazione della Corte di Cassazione, in base alla quale, ai fini della sussistenza della contravvenzione di cui all'art. 678 c.p., per commercio abusivo di materie esplodenti a nulla rileva la categoria a cui, ex art. 82 del regolamento per l'esecuzione delle leggi di P.S., effettivamente appartengono i prodotti comunque rientranti fra le suddette materie, in quanto la vendita dei suddetti prodotti non è mai ammessa senza la licenza dell'Autorità (Cass. I, n. 7467/1994). Con riferimento alla licenza dell'Autorità si è precisato che il provvedimento amministrativo che autorizza il deposito di materie esplodenti presuppone una concreta verifica dell'idoneità dei locali e della corrispondenza al reale delle planimetrie allegate alle domande; a ciò consegue che costituisce violazione delle prescritte cautele, condotta idonea ad integrare l'elemento materiale del reato di cui all'art. 678 c.p., anche la detenzione di polveri esplodenti in un locale diverso da quello per cui era stata concessa la licenza (Cass. I, n. 2852/1975). Rapporto fra la contravvenzione prevista dall'art. 678 c.p. e la normativa in materia di armiIn via preliminare deve essere evidenziato che la Corte di Cassazione ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 10 l. n. 497/1974, sollevata in relazione all'art. 3 Cost., nella parte in cui punisce come delitto la detenzione di esplosivi e non consente di applicare il reato contravvenzionale di cui all'art. 678 (Cass. I, n. 245/1986). La Cassazione ha, quindi, chiarito che la detenzione illegale a qualsiasi titolo di esplosivi di ogni genere è prevista e punita dall'art. 10 l. n. 497/1974, che, relativamente a detta fattispecie, ha implicitamente abrogato la norma di cui all'art. 678 (Cass. I, n. 7118/1983), ritenendo che la contravvenzione sia ancora in vigore per le attività effettuate senza le prescritte cautele nella sola parte precettiva (Cass. I, n. 1937/162938). Successivamente però le Sezioni unite hanno rivisto tale impostazione che riconosceva la possibilità di un'applicazione residuale e sussidiaria della contravvenzione di cui all'art. 678 c.p., specificando meglio la distinzione fra le ipotesi delittuose prevista nella normativa sulle armi e la fattispecie contravvenzionale: segnatamente si è ritenuto che la deroga alla disciplina generale prevista dall'art. 678 c.p. sulla fabbricazione e commercio e quindi sulla detenzione abusiva degli esplosivi operata dalla normativa speciale ex l. n. 895/1967, l. n. 497/1974 e l. n. 110/1975 è limitata alle condotte aventi per oggetto gli esplosivi dotati di caratteristiche che li assimilino alle armi e specificamente alle armi da guerra, tali cioè che il loro uso possa produrre morte o comunque offesa alla vita ed all'incolumità personale; mentre per le condotte aventi ad oggetto quei prodotti esplosivi che di detta potenzialità e destinazione siano ontologicamente sprovvisti deve trovare applicazione la normativa generale che le qualifica reati contravvenzionali (Cass. S.U., n. 10901/1986). In questa direzione si è affermato che rientrano nella categoria delle materie esplodenti quelle sostanze prive di potenzialità micidiale sia per la struttura chimica, sia per le modalità di fabbricazione, dovendo invece essere annoverate nella diversa categoria degli esplosivi, la cui illegale detenzione è sanzionata dall'art. 10 della legge n. 497 del 1974, quelle sostanze caratterizzate da elevata potenzialità, le quali, per la loro micidialità, sono idonee a provocare un'esplosione con rilevante effetto distruttivo (Cass. I, n. 12767/2021). Con riferimento al trasporto di materie esplodenti la Cassazione ha chiarito che la contravvenzione di cui all'art. 678 c.p. deve trovare applicazione nei casi di trasporto senza la licenza dell'Autorità, intendendo con ciò riferirsi alle operazioni di trasferimento, di per sé lecite, da un luogo ad un altro, da o per conto di industrie o di privati; in queste fattispecie l'esplosivo è preso in considerazione non già per il suo uso, ma come oggetto inerte delle operazioni suddette, che, data la natura del prodotto e la sua pericolosità, non possono essere eseguite se non previa concessione di licenza e con le cautele imposte dal r.d. n. 635/1940 (regolamento t.u.l.p.s.). Viceversa ove si tratti del trasporto illegale in luogo pubblico di un quantitativo di esplosivo del tutto efficiente e pronto all'uso sarà configurabile il delitto previsto dall'art. 4 l. 2 ottobre 1967, n. 895 (Cass. I, n. 8399/1972). A tale principio si sono uniformate le sezioni semplici della Corte di Cassazione, in particolare, precisando ulteriormente che le fattispecie delittuose configurate dalla l. n. 895/1967 e successive modificazioni in tema di esplosivi sono caratterizzate dal possibile effetto micidiale, nel senso che ricomprendono quelle condotte che hanno per oggetto gli esplosivi o miscugli di sostanze atti a provocare, per quantità o qualità, composizione o confezionamento, un'esplosione, ossia una rapidissima e violenza liberazione di energia da cui derivi un effetti micidiale e distruttivo, equiparabile alle conseguenza cagionate dall'impiego di armi da guerra. Invece le condotte aventi ad oggetto non gli esplosivi, ma le materie esplodenti, cioè le materie che non hanno le suddette caratteristiche, come quelle utilizzate per i cosiddetti fuochi artificiali, privi di potenza micidiale, vuoi per struttura chimica, vuoi per modalità di fabbricazione, non state qualificate come rientranti nell'ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 678 (Cass. I, 2920/1993; Cass. I, n. 4452/1994). In sostanza attraverso il ricorso al criterio della micidialità ha consentito di distinguere, ai fini dell'applicazione delle ipotesi delittuose o di quella contravvenzionale, gli esplosivi dalle materie esplodenti: in tale direzione si è, appunto, affermato che rientrano nella categoria delle materie esplodenti utilizzate per fuochi d'artificio quelle sostanze prive di potenza micidiale, sia per la struttura chimica, sia per le modalità di fabbricazione, mentre vanno annoverate fra gli esplosivi quelle caratterizzate da elevata potenzialità, che per la loro micidialità sono idonee a provocare un'esplosione con rilevante effetto distruttivo (Cass. I, n. 3418/1997; Cass. IV, n. 32253/2009). In tema di importazione di materiale pirotecnico, ai fini dell'esatta qualificazione del fatto nell'alternativa tra il reato contravvenzionale di cui all'art. 678 e il delitto di cui all'art. 1 l. n. 895/1967, assume rilievo, tra le condizioni che possono determinare la micidialità dei materiali trasportati, la conformità del confezionamento e delle modalità di stivaggio e trasporto delle merci alla disciplina di sicurezza contenuta nell'Accordo europeo sul trasporto internazionale di merci pericolose su strada (Cass. I, n. 36449/2018). Elemento psicologicoLa dottrina ha ritenuto di dovere fare riferimento all'elemento soggettivo per distinguere il delitto previsto dall'art. 435 c.p. — Fabbricazione e detenzione di materie esplodenti — dalla contravvenzione prevista dall'art. 678 c.p.; segnatamente solo per l'ipotesi delittuosa è previsto il dolo specifico di attentare alla pubblica incolumità (Vigna-Bellagamba). CasisticaLimite quantitativo alla legittima detenzione di artifizi pirotecnici Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 678 c.p., in fattispecie in cui assuma rilievo l'esistenza di una licenza che fissi un limite quantitativo alla legittima detenzione di artifizi pirotecnici, deve tenersi conto, nel verificare se detto limite risulti o meno superato, anche del peso degli involucri, essendo questi costituiti da materiale infiammabile e tali, quindi, in caso di infortunio, da aggravare il pericolo che la norma incriminatrice mira a prevenire (Cass. I, n. 2645/1999). Vendita in forma ambulante di materiale esplodente utilizzato per giocattoli pirici Si è ritenuto configurare il reato di cui all'art. 678 c.p. nell'ipotesi di vendita in forma ambulante di giocattoli pirici (Cass. I, n. 8754/2011). Bomba carta La bomba-carta, per la limitata carica esplosiva, va, di regola, ricompresa fra le "materie esplodenti", onde l'omessa denuncia all'Autorità della sua detenzione integra la contravvenzione di cui all'art. 679 in relazione all'art 47 t.u.l.p.s., salvo che, per la natura e quantità della carica esplosiva e per le modalità di confezionamento, possa avere un effetto dirompente e diventare un congegno esplosivo, la cui detenzione è punita a norma dell'art. 2, l. n. 895/1967 (Cass. III, n. 25623/2018). Profili processualiIl reato di fabbricazione o commercio abusivi di materie esplodenti è procedibile d'ufficio.
Trattamento sanzionatorioIl reato è punito con la sanzione dell'arresto fino a diciotto mesi e dell'ammenda fino ad euro 247. Ad esso è applicabile la disposizione di cui all'art. 34, comma 2, della l. n. 110/1975, secondo la quale le pene stabilite dal c.p. e dal t.u.l.p.s. per le contravvenzioni alle norme concernenti gli "esplosivi" sono triplicate e l'arresto non può essere in ogni caso inferiore a tre mesi (Cass. I, n. 15902/2015), non anche l'attenuante della lieve entità del fatto prevista dall'art. 5 l. n. 895/1967, che si applica solamente ai reati previsti dalla stessa legge (Cass. I, n. 6804/1994). Sanzioni sostitutive Le Sezioni Unite, nel risolvere il contrasto insorto fra le sezioni semplici, ha chiarito che l’esclusione dall’applicabilità delle sanzioni sostitutive prevista dall’art. 60 ultimo comma l. n. 689/1981 per le armi da sparo, munizioni ed esplosivi non riguarda le condotte antigiuridiche aventi ad oggetto materie esplodenti prive di potenzialità, destinazione e finalità lesive e dunque non concerne le contravvenzioni di fabbricazione o commercio abusivi di materie esplodenti nonché di omissione delle prescritte cautele nello svolgimento di tali attività (Cass. S.U., n. 11213/1993). BibliografiaVigna-Bellagamba, Armi, munizioni ed esplosivi, Milano 1996. |