Codice Penale art. 709 - Omessa denuncia di cose provenienti da delitto.

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

Omessa denuncia di cose provenienti da delitto.

[I]. Chiunque, avendo ricevuto denaro o acquistato o comunque avuto cose provenienti da delitto, senza conoscerne la provenienza, omette, dopo averla conosciuta, di darne immediato avviso all'Autorità è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a 516 euro (1).

(1) L'ammenda è stata quintuplicata dall'art. 113 l. 24 novembre 1981, n. 689.

Inquadramento

La dottrina ha affermato che la contravvenzione prevista dall'art. 709 stabilisce a carico dei consociati un dovere giuridico di collaborazione con l'autorità nell'attività di accertamento dei reati, imponendo loro di avvisare l'autorità della detenzione di cose provenienti da delitto ricevute in buona fede, ma della cui origine il detentore sia venuto a conoscenza successivamente; si tratta di uno specifico dovere di cooperazione imposto ai cittadini nell'interesse della tutela del patrimonio previsto nell'ottica di ostacolare il terzo autore di un delitto nella fase successiva alla commissione dello stesso e consistente nella realizzazione dell'impunità o del profitto del reato commesso (Erra, 209; Manizini, X, 893; Terrusi, 275).

Soggetto attivo

Trattasi di un reato che può essere commesso da chiunque, indipendentemente dal possesso della qualità di commerciante.

Elemento materiale

Per l'integrazione del reato, in base a quanto previsto nella norma incriminatrice, è necessaria la sussistenza di tre presupposti di fatto: in primo luogo deve trattarsi di denaro o di cose provenienti da delitto, così come previsto per il delitto di ricettazione e tale provenienza deve costituire un dato certo, che deve essere dimostrato nel giudizio, non essendo sufficiente, a tal fine, una situazione di mero sospetto ipotizzabile al momento dell'acquisto, come avviene per la contravvenzione prevista dall'art. 712 (Cass. II, n. 8007/1992).

Cose provenienti da delitto non sono solo quelle che ne costituiscono il prodotto o il profitto, ma anche quelle che ne rappresentano il prezzo o che servirono o furono destinate a commetterlo quelle in cui la provenienza da delitto sia mediata attraverso operazioni di alterazione, trasformazione o alienazione delle cose stesse (Vigna-Bellagamba, 132). Irrilevante è che l'autore del delitto sia ignoto o che il delitto sia estinto per qualsiasi causa, come irrilevanti sono la causa o il titolo in base ai quali il possesso è stato conseguito; non occorre neppure l'attualità del possesso, in quanto, sulla base del tenore testuale della norma, l'obbligo sussiste anche se il soggetto non è più in possesso dei beni ricevuti, allorquando lo stesso viene a conoscenza della provenienza degli stessi da delitto.

In secondo luogo l'acquisto o la ricezione devono essere avvenuti in buona fede, in quanto, ove questa non sussistesse, sarebbe senz'altro configurabile il delitto di ricettazione o quello di favoreggiamento reale, o, in caso di dubbio sulla provenienza delle cose, la contravvenzione di incauto acquisto.

Infine deve sopravvenire una conoscenza certa della provenienza delittuosa del denaro o delle cose, essendo irrilevanti le modalità con cui detta conoscenza sia sopravvenuta ed il tempo della stessa.

In presenza degli ora descritti presupposti, la condotta costitutiva del reato è rappresentata dall'omettere di dare avviso immediato del fatto all'autorità. Detto obbligo sorge immediatamente, nel momento stesso in cui il soggetto viene a conoscenza della provenienza della cosa da delitto, non valendo un avviso tardivo ad evitare l'integrazione del reato. L'avviso dovrà consistere in una denuncia completa contenente tutte le informazioni di cui sia in possesso il detentore necessarie per potere attivare le indagini circa il delitto da cui le cose provengono. L'obbligo sussiste indipendentemente dalla circostanza che l'autorità sia, comunque, venuta a conoscenza, con altre modalità, dell'avvenuta commissione del delitto.

Elemento soggettivo

Il reato può essere commesso sia a titolo di dolo che di colpa, essendo sufficiente la coscienza e volontà dell'omissione nella consapevolezza della provenienza delittuosa delle cose. Si è precisato, al riguardo, che l'errore sulla qualificazione giuridica del delitto da quale le cose provengono non scusa, in quanto sussiste da parte del soggetto un obbligo giuridico di accertamento (Manzini, X, 900; Vigna-Bellagamba, 133). A diversa conclusione deve pervenirsi, invece, nell'ipotesi in cui l'agente, per errore di fatto, l'agente non sia a conoscenza della provenienza delle cose da delitto.

Consumazione

Trattandosi di reato omissivo, al consumazione avviene nel momento in cui è trascorso quel tempo minimo sufficiente per dare avviso all'autorità. La dottrina ha, al riguardo, parlato di reato istantaneo e non permanente (Erra, 209; Manzini, X, 899).

Profili processuali

Il reato  è procedibile d'ufficio.

Bibliografia

Antolisei, Manuale di diritto penale parte speciale I, Milano, 1999; Erra, Denuncia (omessa) di cose provenienti da delitto, in Enc. dir. XII, Milano, 1964; Manzini, Trattato di diritto penale italiano, Torino, 1981; Terrusi, Patrimonio (contravvenzioni concernenti la prevenzione dei delitti contro il), in Dig. d. pen., IX, Torino, 1995; Vigna-Bellagamba, Le contravvenzioni nel codice penale, Milano, 1974.

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