Codice Penale art. 733 bis - Distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto (1).Distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto (1). [I]. Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat all'interno di un sito protetto o comunque lo deteriora compromettendone lo stato di conservazione, è punito con l'arresto fino a diciotto mesi e con l'ammenda non inferiore a 3. 000 euro. (1) Articolo inserito dall'art. 1, d.lg. 7 luglio 2011, n. 121. InquadramentoL'art. 733-bis è stato introdotto dall'art. 1 comma 1 lett. b) d.lgs. 7 luglio 2011 n. 121 in attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente. La norma, nell'ottica di implementare la tutela dei siti protetti, punisce la distruzione o il deterioramento di habitat, laddove la condotta, appunto, venga commessa all'interno di un sito protetto. All'art. 1 comma 3 del medesimo d.lgs n. 121/2011 viene definito come "habitat all'interno di un sito protetto" qualsiasi habitat di specie per le quali una zona sia classificata come zona a tutela speciale a norma dell'art. 4 §§ 1 o 2 della direttiva 79/409/CE, o qualsiasi habitat naturale o un habitat di specie per cui un sito sia designato come zona speciale di conservazione a norma dell'art. 4 § 4 della direttiva 92/43/CE. SoggettiSoggetto attivo Può essere soggetto attivo chiunque ponga in essere una delle condotte tipiche individuate nella norma. Elemento materialeSono previste alternativamente due condotte materiali idonee ad integrare la contravvenzione prevista dall'art. 733-bis: da un lato la distruzione dell'habitat e da un altro lato il deterioramento dell'habitat che ne comprometta lo stato di conservazione. Come sopra si è visto per la definizione di habitat, il legislatore ha rinviato alle definizioni contenute nella normativa comunitaria: segnatamente l'interprete deve rifarsi alla cosiddetta direttiva habitat (direttiva 92/43/CE), che, dopo avere definito come conservazione il complesso delle misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente, prevede che lo stato di conservazione di un habitat naturale sia l'effetto della somma dei fattori che influiscono sull'habitat naturale in causa, nonché sulle specie tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua struttura e le sue funzioni, nonché la sopravvivenza delle sue specie tipiche nel territorio europeo degli stati membri al quale si applica il trattato. La Cassazione ha avuto modo di precisare che la nozione di "aree naturali protette" è più ampia di quella comprendente le categorie dei parchi nazionali, riserve naturali statali, parchi naturali interregionali, parchi naturali regionali e riserve naturali regionali, in quanto ricomprende anche le zone umide, le zone di protezione speciale, le zone speciali di conservazione ed altre aree naturali protette (Cass. III, n. 14488/2016). Elemento soggettivoLa contravvenzione può essere punita indifferentemente a titolo di dolo o di colpa. ConsumazioneNell'ipotesi della distruzione di habitat, la contravvenzione in esame assume natura di reato di danno, mentre quella di deterioramento con compromissione dello stato di conservazione configura un reato di pericolo concreto. In entrambe le fattispecie trattasi di reato istantaneo con effetti permanenti. Non è configurabile il tentativo. Profili processualiIl reato è procedibile d'ufficio. |